Fermiamo le violenze in Iran. Intervista a Michele Usuelli

-

violenze in Iran – 

“Non si ferma la macchina delle esecuzioni in Iran” titola tutta la stampa internazionale dopo l’esecuzione di Soheila Abad, la sposa-bambina che ha ucciso il marito, per difendersi in qualche modo dalla sua violenza brutale.

Anzi, le condanne a morte in carcere registrano nuovi picchi, ribadisce l’Avvenire, con una media di più di una al giorno dall’inizio dell’anno. Inoltre, all’orrore generale suscitato da questo ritmo spaventoso, si somma nuovamente pure quello specifico per le vicende umane di certi condannati.

Soheila Abad era stata data in moglie forzatamente ad appena 10 anni a un uomo molto più anziano di lei. L’ennesima prova che la piaga delle spose bambine non è riconosciuta dal sistema giudiziario neppure come attenuante.

Intervista a Michele Usuelli

“Questa notizia mi ha turbato particolarmente. Ho assistito neonati di spose bambine in Afghanistan ed in Africa e seguo le campagne di UNFPA per migliorare la legislazione dove è consentito e la educazione maschile dove avviene questa barbarie.
Oltre all’ennesima conferma di cosa sia l’Iran del Presidente Raisi: uno Stato che nell’ultima settimana ha impiccato 32 persone e, nei primi sei mesi di quest’anno, oltre 250 (tra cui molte donne vittime di abusi), spesso uccise a seguito di processi farsa e torture perpetrate nelle prigioni. Ma, questa recente, raccapricciante, notizia, mette in luce un altro argomento di cui si parla sempre troppo poco: le spose bambine”.

Michele, oltre ad essere Consigliere di Regione Lombardia, tu sei anche un medico pediatra: che dati hai su questo fenomeno che colpisce proprio le bambine in Iran?

“UNFPA, l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva nel mondo, stima che il 19% delle ragazze venga fatta sposare prima dei 18 anni: una media di decine di migliaia di bambine ogni singolo giorno. Il 5% delle ragazze sono date in spose prima dei 15 anni di età. Il drammatico fenomeno di matrimoni tra maschio adulto e femmina bambina/adolescente è uno dei più tossici frutti della disuguaglianza economica e di genere, che porta sempre conseguenze gravissime per la vita, la saluta e anche la sopravvivenza, delle bambine”.

Che cosa si può fare a livello internazionale per combattere questi soprusi?

“Intervenire per abbattere il fenomeno è complicato, ma possibile: occorre lavorare insieme ai governi dei singoli Stati affinché le leggi che ci sono vengano implementate e, laddove non ci sono, venga posto il limite minimo dei 18 anni di età per il matrimonio, senza alcuna eccezione. Dopodiché, tra governi, società civile e altri partner nazionali e sovranazionali, si deve collaborare per garantire che le ragazze abbiano accesso a un’istruzione di qualità, ad un’educazione sessuale completa e ad una formazione professionale. Una ragazza colta, autonoma e indipendente, è la migliore arma per scongiurare matrimoni precoci. Le donne e le ragazze che già si trovano in un matrimonio di questo tipo, vanno assistite in ogni modo, contro la violenza domestica, contro gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili”.

Foto di copertina ANSA