Si incrementa il limite di esenzione per il welfare aziendale

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Il welfare aziendale rappresenta sempre più uno strumento di dialogo sociale per potere gestire in maniera concertativa le nuove dinamiche del mercato del lavoro.

Si pensi a fenomeni come la Great Resignation e lo smart working nei confronti del quale il welfare aziendale si atteggia come elemento di fidelizzazione e di attrattività per i dipendenti.  L’opinione generalmente diffusa è poi quella per cui agisca come stimolo alla produttività aziendale e come volano per lo sviluppo economico del territorio.  Anche nei programmi elettorali di alcune forze politiche vi è un segnale di attenzione verso un incremento del welfare aziendale nella prospettiva di una nuova democrazia partecipativa.

Nuove funzioni di supporto al potere d’acquisto dei dipendenti e di contrasto dell’inflazione vengono poi auspicate in considerazione dei sensibili vantaggi fiscali e contributivi che vengono al welfare aziendale riconosciuti dal nostro ordinamento.

In questa direzione si colloca il recente intervento recato dal decreto aiuti bis che stabilisce per l’anno 2022 l’incremento a euro 600 euro del valore dei beni ceduti e dei servizi che non concorre a formare il reddito di lavoro dipendente secondo quelle che sono le disposizioni del Testo Unico delle Imposte sui Redditi , includendo tra i c.d. fringe benefit anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

Va opportunamente ricordato come la legislazione fino ad ora vigente prevedeva, per detto valore, la non concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente fino ad un limite di 258,23 euro.

Nella fase emergenziale determinata dalla pandemia vi era stato il raddoppio (da 258,23 a 516,46 euro) per il periodo d’imposta 2020 della soglia di non concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente dei beni e servizi erogati gratuitamente ai dipendenti (c.d. fringe benefit). Tale misura era stata confermata, anche per l’anno 2021

Con la nuova misura i eleva, per la prima volta, la soglia di esenzione a 600 euro