Sostenibilità, nuove regole UE. ASACERT e i servizi per la rendicontazione ESG

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ASACERT –

Consiglio e Parlamento Europeo si sono espressi affinché le finanze dei Paese dell’UE parlino il più possibile con un linguaggio uniforme, contengano la pratica del greenwashing e promuovano standard uniformi per i criteri ESG.

Nell’articolo che abbiamo pubblicato qualche giorno fa abbiamo parlato delle nuove normative approvate: qui approfondiamo l’argomento con il punto di vista di Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT e Vice Presidente del Green Building Council Italia.

L’accordo sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

Le nuove misure votate dall’UE il 14 luglio scorso, contenute nell’accordo sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) obbligherà, di fatto, le imprese con oltre 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro a dover rendicontare il loro impatto materia di ambiente, affari sociali e governance a partire dal 2024.

L’accordo si inserisce nel panorama più ampio di normative per la sostenibilità, di crescente interesse per gli obiettivi previsti dai principi ESG, sempre più a cuore a stakeholders e clienti finali di tutte le imprese.

“La sostenibilità diventerà un nuovo pilastro delle prestazioni delle imprese, allontanandosi dal focus sui profitti a breve termine”, si legge in una nota del Consiglio e l’Ue “è destinata a diventare leader nella definizione di standard globali di rendicontazione sulla sostenibilità”.

Un provvedimento atteso, che va nella direzione di garantire pari dignità e importanza a questo tipo di reportistica, al pari di quella di bilancio e profitti. La rendicontazione non finanziaria diventa, così, uno strumento di monitoraggio per misurare consapevolmente l’impatto sull’ambiente, sulla tutela dei diritti umani, sul rispetto delle uguaglianze e la gestione interna alle organizzazioni.

Il vantaggio della sostenibilità

Un recente studio SAP a cui hanno partecipato 1249 consumatori italiani (50% donne e il 50% uomini), mostra che le aziende devono essere più trasparenti nelle informazioni sulla sostenibilità dei materiali che utilizzano; dovrebbero aumentare la conoscenza e la promozione delle loro iniziative di sostenibilità ed essere consapevoli che gli utenti sono disposti a pagare di più per prodotti e servizi sostenibili, a condizione che ne conoscano i benefici e a partecipare a comunità che promuovono l’economia circolare. Le politiche delle aziende sono sempre più al centro delle scelte dei consumatori: per il 70% dei consumatori europei la reputazione di sostenibilità del marchio è una variabile importante per le proprie scelte d’acquisto ed il 39% degli europei è disposto a pagare di più i prodotti, purché siano ecologici, etici, biologici: sostenibili.

L’importanza della rendicontazione

Le informazioni fornite dalle imprese saranno necessariamente oggetto di audit e certificazioni terze e indipendenti, superando la volontarietà e all’arbitrarietà con cui fino ad oggi le imprese si erano approcciate ai temi oggetto del provvedimento. Tale rendicontazione sarà validata dall’intervento di un ente terzo che ne certificherà la veridicità e rappresenterà per investitori, stakeholders, fornitori e catena di valore dell’organizzazione una fonte affidabile, trasparente e comparabile.

Un approccio metodologico che si estenderà anche alle PMI, che non devono considerarsi esentate dal provvedimento. Dal primo gennaio 2026 le piccole e media imprese quotate, gli enti creditizi piccoli e non complessi e le imprese di assicurazione captive, saranno soggette all’obbligo di rendicontazione non finanziaria, mentre per le altre tipologie di piccole e medie imprese si parla di un periodo transitorio (fino al 2028).

Una rendicontazione che dovrà essere basata sugli ESRS – European Sustainability Reporting Standards – standard obbligatori di rendicontazione della sostenibilità dell’Unione Europea. La prima serie di standard dovrebbe essere adottata entro ottobre 2022.

ASACERT

Uno dei punti cardine dell’attività di ASACERT è la sostenibilità” – ha affermato Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT e Vice Presidente del Green Building Council Italia – “L’aderenza ai criteri di energia circolare e ai principi ESG, concretamente e ben lontani dalle pratiche di greenwashing, sono la base per garantire un futuro al Pianeta. Per questo siamo, già da anni, in linea con l’esigenza che anche in Europa si sta facendo pressante, che è quella di spingere le aziende ad adottare nuove azioni a tutela dell’ambiente e a rendicontarle, secondo criteri e rating oggettivi e comuni, affidandosi a organizzazioni terze e di comprovata esperienza come ASACERT. Ciò sarà fondamentale, oltre che obbligatorio, oramai – conclude Capaccioli – affinché ogni organizzazione grande o piccola che sia, quotata o meno, si impegni ad operare in linea con gli obiettivi di sostenibilità in modo consapevole per ottenere vantaggi reputazionali e di mercato.”