Assonime. In 10 anni la Borsa italiana ha perso 100 miliardi di capitalizzazione

-

​Sono disponibili i materiali del Convegno organizzato da Assonime, Consob e Comitato Corporate Governance su “Corporate governance, sostenibilità e dialogo con gli azionisti“, che si è tenuto il 28 aprile presso l’Auditorium della Consob a Roma. Secondo quanto pubblicato, negli ultimi 10 anni la Borsa italiana ha perso 100 miliardi di capitalizzazione.

La corporate governance delle società quotate italiane si è profondamente evoluta negli ultimi anni. “Il nuovo Codice di Corporate governance ha incoraggiato le imprese ad adottare strategie e prassi organizzative sempre più orientate alla sostenibilità e a rafforzare il dialogo con gli investitori e con gli altri stakeholder rilevanti”. Lo ha dichiarato la Presidente di Assonime Patrizia Grieco nel suo intervento al Convegno. “Si tratta di un percorso complesso e che richiede gradualità di applicazione, soprattutto per le imprese più piccole, ma le evidenze mostrano che il sistema italiano è allineato agli standard più avanzati a livello internazionale, in alcuni casi anticipando l’evoluzione normativa che si sta definendo su questi temi sia a livello europeo sia nelle altre principali aree economiche”.

Il disegno di legge sul mercato dei capitali è “un ottimo passo avanti per far guadagnare competitività. Così come il voto plurimo e il voto maggiorato in assemblea”.

La capitalizzazione

“Se consideriamo l’intero decennio 2013-2022, il saldo tra Ipo e delisting è negativo per circa 45 miliardi e il valore delle società che hanno trasferito all’estero la loro sede sociale è pari anche questo a circa 50 miliardi con un deflusso complessivo della dimensione italiana della Borsa pari a circa 100 miliardi”, ha detto il vice direttore generale di Assonime, Marcello Bianchi.

Il MERCATO DEI CAPITALI ITALIANO E’ TROPPO PICCOLO

Patrizia Grieco ha messo in evidenza che “noi abbiamo un gravissimo problema che è la povertà del nostro mercato dei capitali. Ci sono tante azioni parallele che dobbiamo fare: snellimento della regolamentazione, usare la leva fiscale in modo che gli investitori istituzionali possano portare più risparmio privato verso la Borsa, ddl e leggi che favoriscano aumento della competitività del nostro sistema”. E aggiunge:E’ un mercato tanto piccolo che tende a non entrare neanche negli indici europei: meno si entra negli indici europei, meno gli investitori europei e non europei tendono a investire”.

E conclude “Noi come Assonime stiamo lavorando per proporre alle istituzioni e agli altri attori una revisione complessiva del Tuf per semplificare la vita delle imprese”.