Global Biodiversity Framework: la base per la cooperazione
La presidenza cinese di Cop15 ha spinto per un accordo di grande respiro, ma con qualche annacquamento sugli impegni e impatti del mondo industriale, su pesticidi e sui meccanismi di verifica, nonostante le proteste di alcuni Paesi africani come la Repubblica Democratica del Congo, Camerun e Uganda. Fuori dalla convenzione sono solo Stati Uniti, Vaticano, Corea del Nord e Yemen.
“Il Global Biodiversity Framework deve essere il trampolino di lancio per l’azione dei governi, delle imprese e della società verso la transizione verso un mondo positivo per la natura, a sostegno dell’azione per il clima e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha dichiarato nell’occasione Marco Lambertini, direttore generale di Wwf International. Secondo il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, “l’accordo finale non è sufficiente. Per garantirne l’efficacia, serve un’azione forte e decisa da parte dei governi che dovranno attuare l’accordo a livello nazionale. Dall’Italia, che è il Paese europeo con maggiore biodiversità, ci aspettiamo un’azione politica seria e decisa in questa direzione”.
Risorse per la biodiversità
Con il Global Biodiversity Framework si dovranno eliminare gradualmente o riformare entro il 2030 i sussidi che danneggiano la biodiversità per un valore di 500 miliardi di dollari all’anno, aumentando gli incentivi positivi per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità. Oltre ai sussidi l’attenzione di tutti i Paesi in via di sviluppo era sulle risorse. Si è stabilito di investire almeno 200 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti nazionali e internazionali relativi alla biodiversità provenienti da pubblico e privato. Servirà sostenere i Paesi meno sviluppati e gli stati insulari con almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e con 30 miliardi all’anno entro il 2030 utilizzando un nuovo Fondo per la Biodiversità che dovrà essere pronto il prossimo anno all’interno del Global Environmental Fund (Gef), un’istituzione che da decenni sostiene investimenti su clima e natura canalizzando risorse dai paesi Ocse.