Misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale

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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro. Riportiamo una prima sintesi delle principali disposizioni, contenute nel c.d. “DL Lavoro”, in materia di lavoro e previdenza, realizzata da Assolombarda. Il provvedimento normativo è entrato in vigore il 5 maggio 2023.

Misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale

Esonero parziale dei contributi previdenziali per i lavoratori 

Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023  al  31  dicembre  2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore,  determinato  ai sensi dall’art.1,comma 281,della Legge di Bilancio 2023,è incrementato di 4 punti percentuali, senza  ulteriori  effetti sul rateo di tredicesima. Resta ferma l’aliquota  di  computo  delle prestazioni pensionistiche.

Lo sgravio contributivo spetta ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico,

L’esonero contributivo è pari:

  • Al 2% dei contributi IVS a carico dei lavoratori, a patto che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo di euro 2.692 mensili, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima;
  • Al 3% dei contributi IVS se la retribuzione imponibile ai fini previdenziali, come sopra determinata, non eccede l’importo di 1.923,00 euro.

Intervista del Presidente Alessandro Spada sul Sole24Ore – 5 maggio 2023

Il decreto Lavoro

 Per Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, il decreto Lavoro va nel senso auspicato dalle imprese. È un modo per rendere il mercato del lavoro più snello e competitivo: la direzione presa è quella giusta” ha dichiarato a Il Sole 24 Ore.

Il “no” dei rappresentanti di lavoratori riguarda in particolare la riforma dei contratti a termine, con la cancellazione dei vincoli posti dal decreto Dignità e il ripristino di causali più ampie per contratti oltre i 12 mesi.

“Oggi la velocità del mercato è molto diversa rispetto a quella del passato” aggiunge Alessandro Spada “e per questo le aziende devono essere rapide e flessibili nel rispondere. E sarebbe sbagliato, in generale, guardare al futuro con gli occhi fissi sullo specchietto retrovisore, sul mondo che esisteva dieci anni fa e che oggi non c’è più. L’auspicio sarebbe quello di arrivare a contratti a tempo determinato senza una causale specifica ma, ad ogni modo, questa scelta mi pare ragionevole: si tratta anche di uno strumento fondamentale per affrontare la vera piaga, cioè il lavoro nero“.