Stallo nel mercato delle criptovalute negli USA. Ma c’è di peggio: la politica sta entrando a gamba tesa

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La mancanza di crescita del mercato questa settimana è almeno in parte attribuibile alla decisione della Fed di aumentare i tassi di interesse di altri 25 punti base per combattere l’inflazione, il decimo aumento consecutivo dal marzo dello scorso anno. In termini macroeconomici, gli aumenti dei tassi di interesse tendono ad allontanare gli investitori da attività più rischiose come azioni e criptovalute a mano a mano che il costo del denaro aumenta, finendo a scoraggiare investimenti più speculativi.

A ciò si aggiunge la decisione dalla Casa Bianca di una nuova tassa sull’energia per l’estrazione di risorse digitali (DAME). Si applicherebbe ai minatori di entrambe le criptovalute proof-of-work e proof-of-stake, nonostante i loro diversi livelli di consumo energetico, e, a partire dal 2024, si applicherebbe una tassa basata sui costi dell’elettricità, a partire dal 10% e in aumento ogni anno fino a raggiungere il 30%.

La proposta ha già ricevuto pesanti reazioni dall’industria delle criptovalute: l’argomentazione principale è che il governo degli Stati Uniti sta esprimendo un giudizio di valore sul mining di criptovalute come un’attività negativa indipendentemente dal fatto che un miner utilizzi o meno energia da fonti rinnovabili.

Candidati presidenziali e criptovalute. Entrata a gamba tesa

Robert F. Kennedy Jr. (il terzogenito di Robert Kennedy) uno dei possibili candidati alla presidenza nel 2024 per il partito democratico, ha twittato che crede che ci sia una “guerra alle criptovalute” nelle alte sfere, qualcosa a che fare con i recenti crolli di Silicon Valley Bank, Silvergate e Signature . Appena un mese fa, Kennedy aveva pubblicato un lungo sproloquio su Crypto Twitter inveendo contro l’idea di una criptovaluta ancorata al dollaro rilasciata dalla Federal Reserve. In realtà, il thread di Kennedy si basava su un’interpretazione errata di un articolo sul nuovo sistema di pagamenti digitali della Fed “FedNow”, che non ha nulla a che fare con le valute digitali della banca centrale (CBDC).

A sua volta il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis, favorito al momento come candidato alla presidenza il prossimo anno per la sua parte politica, ha respinto ancora una volta i CBDC in una conferenza stampa curiosamente basata sullo slogan “Government of Laws, Not Woke Politics.” Il che si potrebbe semplicemente tradurre come “non svegliare i politici” se non fosse che questa frase è stata recentemente utilizzata da alcuni conservatori, in situazioni simili, come un insulto ai valori progressisti.

DeSantis ha varato un pacchetto di progetti di legge contro “‘Ambiente, sociale e governance” o politiche ESG. Le politiche ESG valutano fattori che vanno oltre la performance fiscale nella valutazione di un’azienda o di un’organizzazione, come l’impatto ambientale e sulla comunità. Per questo un’eventuale tassa DAME come ipotizzata della Casa Bianca sarebbe osteggiata.

DeSantis ha collegato il concetto di CBDC alle pratiche “risvegliate” di ESG affermando che i sostenitori di CBDC “imporranno ESG e punteggi di credito sociale su questo, e questa sarà un’enorme riduzione della libertà per i cittadini di questo Paese”. Le sue parole hanno fatto eco alle sue precedenti osservazioni secondo cui un CBDC statunitense sarebbe stato “il dollaro digitale del Grande Fratello”.

La Digital Asset Mining Energy Tax

Proposta nel bilancio di quest’anno dal presidente Biden, la tassa Digital Asset Mining Energy DAME (tecnicamente si tratterebbe di un’accisa)  è un esempio dell’impegno del presidente nell’affrontare sia le sfide nazionali di lunga data sia i rischi emergenti: in questo caso, i costi economici e ambientali di pratiche attuali per il cryptomining, Dopo un periodo di introduzione graduale, a partire dal 2024, le aziende dovranno affrontare una tassa che arriverà al 30% del costo dell’elettricità che utilizzano nel cryptomining.

Per alcuni commentatori gli impatti ambientali del cryptomining esistono anche quando si usasse energia pulita. Ad esempio, nel caso di comunità che utilizzano energia idroelettrica, l’aumento del consumo di elettricità da parte dei cryptominer riduce la quantità di energia pulita disponibile per altri usi, aumentando i prezzi e aumentando la dipendenza complessiva da fonti di elettricità inquinanti.