Claudia Goldin, Premio Nobel per l’Economia 2023. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro
Alessia Potecchi -
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— di Alessia Potecchi —
Il Premio Nobel per l’Economia 2023 è stato assegnato a Claudia Goldin, (nella foto) professoressa statunitense di Harvard di 77 anni, per il suo ruolo nell’aver «accresciuto le nostre conoscenze sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro».
Goldin è una professoressa di economia, ma anche una storica e sociologa e ha prodotto uno studio accurato e dettagliato sull’evoluzione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro nella storia focalizzandosi sui livelli occupazionali, sulle mansioni ricoperte e sul salario percepito.
Il mercato del lavoro
Nonostante i mutamenti sociali e culturali, lo sviluppo economico e l’aumento delle donne nel mercato del lavoro, le differenze di genere sono rimaste nel corso del Novecento e persistono ancora oggi: le donne lavorano sempre meno degli uomini e sono pagate di meno, da qualsiasi punto venga effettuato l’osservatorio il risultato non cambia : la busta paga delle donne risulta sempre inferiore.
Secondo Goldin l’afflusso delle donne nel mercato del lavoro è stato condizionato dai forti retaggi di carattere culturale che provengono dalle famiglie. Per esempio, la scelta di una donna di lasciare il lavoro per dedicarsi alla cura dei figli è stata condizionata dal modello della madre o della nonna, che hanno vissuto in epoche diverse e che avevano mentalità e culture differenti. Gli studi della Goldin ci dicono che ancora molto lavoro rimane da fare.
I dati della Banca D’Italia
Oggi i dati della Banca D’Italia ci dicono che le donne sono molto più istruite rispetto ad un tempo e che portano maggiormente a compimento il percorso di laurea rispetto agli uomini e con votazioni maggiori ma nella vita professionale e nel percorso di carriere conta ancora molto, e sembra paradossale, il ruolo o la posizione del padre o del marito e la loro influenza sulla carriera della donne. Proprio come sottolineato dalla Goldin, la conciliazione lavoro e famiglia è oggi ancora l’ostacolo maggiore che non permette alle donne di partecipare in maniera piena al mercato del lavoro e a tutte le professioni, le donne si fanno ancora carico di un welfare familista a causa della mancanza di servizi.
È necessario potenziare le norme per poter conciliare i tempi di lavoro e quelli di cura e restituire alla famiglia una moderna visione dove
l’uomo ha più spazio nella vita privata e la donna più spazio in quella pubblica proponendo una relazione più autentica nella distribuzione di
ruoli e compiti. Dobbiamo tenere presente che investire inoltre sulle donne in campo professionale è una necessità per lo sviluppo economico
del paese, i dati ci dicono che i paesi più sviluppati sono quelli dove vi è minore disparità di genere, il lavoro delle donne fa aumentare il PIL e in tutto questo vi è una convenienza economica e pubblica oltreché soggettiva.
l’uomo ha più spazio nella vita privata e la donna più spazio in quella pubblica proponendo una relazione più autentica nella distribuzione di
ruoli e compiti. Dobbiamo tenere presente che investire inoltre sulle donne in campo professionale è una necessità per lo sviluppo economico
del paese, i dati ci dicono che i paesi più sviluppati sono quelli dove vi è minore disparità di genere, il lavoro delle donne fa aumentare il PIL e in tutto questo vi è una convenienza economica e pubblica oltreché soggettiva.
Da soli gli strumenti per favorire l’occupazione femminile non bastano perché occorre creare le condizioni per cui le donne possano entrare nel mondo del lavoro e parteciparvi in maniera attiva, bisogna creare parità di condizioni competitive tra i generi riequilibrando il GAP salariale ma anche approntando un welfare adeguato perché le donne possano dedicare il tempo necessario alla loro attività professionale.
Un bel segnale il premio Nobel alla Goldin
I suoi studi ci mettono sulla giusta strada, concordo quando afferma che oggi occorre lavorare molto per cambiare una mentalità e un retaggio consolidato che fatica a sradicarsi, una educazione che viene da lontano e che condiziona ancora molto la carriera e gli spazi delle donne.
Ci vuole una vera e propria azione educativa a partire dagli uomini questo devo essere il nostro obiettivo e il messaggio che deve passare è che lì dove le donne hanno più possibilità e spazi per affermarsi aumenta l’attività imprenditoriale, calano la fame e la violenza, aumenta l’istruzione e lo sviluppo economico e c’è un beneficio per la famiglia e l’intera società.
Alessia Potecchi