Come l’aderente alla previdenza complementare può fronteggiare gli effetti di Covid 19

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Anche la previdenza complementare deve fronteggiare gli effetti economici e finanziari provocati dalla crisi epidemiologica.  Le stime dell’Istat sul primo trimestre 2020 certificano un calo del Pil  sul trimestre precedente e del 4,8% sull’analogo periodo dello scorso anno.

La flessione del Pil è di un entità mai registrata dall’inizio del periodo di osservazione dell’attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995, viene sottolineato. Tradotto in “fondi pensione” questo potrebbe riflettersi sulla capacità contributiva sia di parte datoriale che da parte dei lavoratori dipendenti e soprattutto autonomi e liberi professionisti.

Se si assiste poi a lunghe file ai monte pegni non risulta difficile immaginare che gli aderenti ai fondi pensione possano fare ricorso massivo alle anticipazioni , soprattutto quelle “per qualsiasi esigenza” cui si può ricorrere dopo 8 anni dalla adesione al “sistema” di previdenza complementare (non quindi al singolo fondo pensione) fino al 30 per cento della propria posizione individuale.

Ma aleggiano  anche le nuvole scure della volatilità finanziaria con difficoltà di gestione da fronteggiare e, applicato nel micro, oscillazioni della propria quota con valori in perdita. E’ importante ricordare che la perdita è “virtuale”  e diventa reale solo nel momento in cui si liquida la propria posizione per anticipazioni, riscatto, pensionamento o se di decide , emotivamente, di cambiare linea di investimento.

Assoprevidenza ricorda infatti che il valore della posizione previdenziale individuale dell’iscritto deriva dalla valutazione, a prezzi correnti, dell’investimento nel fondo di appartenenza. Il consiglio che la autorevole Associazione dà è quello di rinviare eventuali disinvestimenti, salvo casi di emergenza individuale, per evitare quindi di capitalizzare perdite.

In questo modo, mantenendo la posizione presso il fondo pensione, vi è la “ragionevole speranza” che il valore degli investimenti riprenda quota, ragionevolmente nel giro di un biennio.

Se il singolo ne ha la possibilità, prosegue Assoprevidenza, potrebbe anche valutare di approfittare della situazione per integrare la posizione esistente nel fondo pensione con ulteriori contributi volontari: si investirebbe in un momento favorevole, con le quotazioni dei titoli basse, beneficiando oltretutto delle agevolazioni fiscali previste (sono deducibili 5.164,57 euro l’anno