Cina, un’economia sempre più autosufficiente

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La Cina è la seconda economia più grande del mondo e il secondo mercato azionario, con una capitalizzazione superiore ai 10 mila miliardi di dollari. Eppure le A-Shares rappresentano solo lo 0,6% dell’indice globale MSCI All Countries World Index. In passato, il mercato onshore cinese era difficilmente accessibile agli investitori globali, ma negli ultimi anni si è aperto e liberalizzato notevolmente. Riflettendo questo progresso, gli index provider stanno ora aggiungendo le A-shares in modo incrementale nei loro benchmark globali.

Perché investire in Cina?

La risposta è la crescita. L’economia cinese è sempre più autosufficiente, le sue dinamiche sono guidate da fattori interni, ovvero dai consumatori cinesi. Il mercato dei capitali ha continuato a funzionare bene anche quest’anno, nonostante il Covid-19 e le tensioni geopolitiche. Il turismo interno è tornato a funzionare, mentre i consumi interni di fascia alta si stanno riprendendo bene. Questo recupero economico anticipato offre agli investitori una maggiore chiarezza sulle prospettive degli utili delle società cinesi.

Naturalmente, un punto in sospeso riguarda le tensioni tra Usa e Cina. Se continueremo ad assistere alle azioni degli Stati Uniti volte a limitare l’accesso cinese alla tecnologia, questo potrebbe rallentare il recupero economico della Cina. L’assertività della Cina nel gestire le tensioni con gli Stati Uniti è sostenuta comunque dai cambiamenti del proprio modello economico, tra cui il fatto di essere sempre più autosufficiente grazie al focus sui consumi interni.

La firma del Partenariato economico globale regionale (RCEP), che mira a ridurre le barriere tariffarie e non tariffarie in 15 paesi, dovrebbe contribuire a garantire il commercio e ad approfondire l’integrazione regionale.

Lo stimolo della domanda interna è un elemento chiave per riequilibrare l’economia verso i consumi e i servizi, pur restando aperta agli investimenti esteri. Gli economisti del nostro Istituto di Ricerca prevedono che il prodotto interno lordo (Pil) nominale della Cina supererà quello degli Stati Uniti entro il 2035.

Il mercato delle A-Shares, i fattori chiave e maggiore accessibilità

L’indice MSCI China A Onshore Index è stato tra i più performanti al mondo quest’anno, e la sua capitalizzazione ha superato per la prima volta la barriera dei 10 mila miliardi di dollari. Il mercato è ampio e liquido, con oltre 3.800 azioni di tipo A, comprese le società dei settori della new economy in rapida crescita non facilmente accessibili offshore. L’indice rappresenta il modo più diversificato per accedere e partecipare alla crescita della Cina.

Il rally della Cina quest’anno è stato guidato da investitori nazionali e stranieri. Dal lancio di Stock Connect nel 2014, le azioni A hanno attirato 170 miliardi di dollari di flussi netti da oltreoceano. È stato inoltre creato un circuito di scambi che collega le borse di Hong Kong con Shanghai e Shenzhen e, in generale, sono state affrontate le preoccupazioni degli investitori stranieri per la mancanza di un accesso diretto al mercato. L’ammissione delle azioni A nei benchmark tradizionali non farà altro che accelerare i flussi di capitali provenienti da investitori stranieri.

L’elemento chiave per dare valore agli azionisti è quello di identificare le società in grado di beneficiare del nuovo contesto. Crediamo che un reddito disponibile più elevato stimolerà la domanda di prodotti sanitari, servizi di gestione patrimoniale, assicurazioni e beni e servizi di lusso. Rimangono intatti anche i driver di crescita strutturale, come l’utilizzo di energie rinnovabili, applicazioni cloud, 5G, e-commerce e intelligenza artificiale. L’energia rinnovabile non è mai stata così economica e la Cina domina la catena di fornitura globale di energia rinnovabile e batterie.

Inoltre, la negoziazione di azioni di classe A rimane guidata dagli investitori retail influenzati più dai titoli delle notizie che dai fondamentali delle società. Questo crea un terreno fertile per i gestori attivi che possono approfittare di valutazioni non in linea con il reale valore delle società.

Le aziende cinesi e i criteri ESG

Nonostante il crescente interesse per le A-shares cinesi, la sostenibilità degli investimenti nelle società cinesi è una questione spesso sollevata da potenziali investitori stranieri. Tuttavia, oggi le aziende cinesi si facendo più che mai attività di engagement con i gestori di fondi. Sono sempre più consapevoli delle emissioni di Co2 e si rendono conto che, attuando pratiche sostenibili, possono migliorare la percezione del marchio, la fidelizzazione dei clienti e, in ultima analisi, il prezzo delle azioni.

Sono anche impegnati sul fronte dei fattori sociali, cercando di migliorare il modo in cui interagiscono con i dipendenti, i fornitori e la collettività. Le società capaci di dimostrare la sicurezza dei dati dei clienti, la priorità alla sostenibilità ambientale, la promozione di una buona cultura del personale e il mantenimento di standard della loro filiera avranno una maggiore presa sui clienti. Ciò favorirà la redditività e, di conseguenza, l’interesse degli investitori.

Poiché molte aziende in Cina sono ora disposte a impegnarsi su tutti gli aspetti della gestione e della costruzione del business, questo ci ha dato la fiducia necessaria per aumentare la nostra esposizione sulla Cina. La selezione di società con forti standard ESG migliora le nostre possibilità di investire nei vincitori a lungo termine ed evitare fallimenti e scandali aziendali.

Indubbiamente, i mercati dei capitali cinesi hanno continuato a funzionare estremamente bene nonostante un anno difficile per la maggior parte dei mercati finanziari. L’aumento di investimenti provenienti dall’estero, favoriti da opportunità di crescita strutturale legate a una classe media in crescita, sostiene le nostre prospettive positive su questo mercato e sottolinea che gli investitori non esposti alla Cina rischiano di perdere il suo forte potenziale di crescita.