Esiguo margine di errore per il debito estero dei mercati emergenti

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Il rendimento complessivo del debito estero dei mercati emergenti è stato messo sotto pressione dall’aumento dei tassi USA a lungo termine. È l’inizio d’anno peggiore dal 2007 e le prospettive di un ulteriore aumento nei tassi dei Treasury continueranno probabilmente a limitare il rendimento totale e ad esercitare pressioni sulla duration.

Detto questo, non tutto è cupo: dopo un allargamento iniziale a fine febbraio, gli spread dei titoli emergenti in USD hanno finalmente recuperato la maggior parte delle perdite, anche dopo l’ultimo FOMC della FED che ha visto un ulteriore aumento dei tassi reali USA. Anche i deflussi dalle obbligazioni emergenti si sono arrestati ed i flussi azionari emergenti si sono rivelati resilienti: ciò suggerirebbe che la narrativa circa le ripresa della crescita nei mercati emergenti sia ancora valida.

È improbabile che si ripeta il Taper Tantrum del 2013 per i mercati emergenti, poiché le vulnerabilità di tali aree sono meno minacciose con migliori saldi esterni, che li rendono meno sensibili al rafforzamento dell’USD e all’aumento dei tassi sui Treasury. Un buon esempio della resilienza dei mercati emergenti è il contenuto deprezzamento dei titoli high yield emergenti registrato finora, a differenza del 2013. Nello scenario più volatile per i tassi statunitensi, il margine di errore è esiguo: le negoziazioni relative-value saranno favorite, riduciamo quidi la nostra posizione di overweight verso i titoli BB a favore dei titoli BBB.