Un rischio che vale la pena correre

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Sebbene vi siano rischi di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli, il debito dei Mercati Emergenti continua a offrire opportunità interessanti.

Fondamentali

Al momento, è indubbiamente facile focalizzare l’attenzione sui rischi dei Mercati Emergenti. La campagna vaccinale è in ritardo rispetto a Stati Uniti e Regno Unito (e i blocchi nell’Unione Europea penalizzano soprattutto i paesi emergenti dell’Europa centrale). Le Banche Centrali si stanno orientando verso politiche meno favorevoli: ad esempio, negli ultimi giorni, sia l’istituto centrale brasiliano che quello russo hanno aumentato i tassi d’interesse. Inoltre, gli eventi idiosincratici possono ancora suscitare clamore, come è accaduto questa settimana con la Turchia dopo l’inaspettato licenziamento del governatore della Banca Centrale. Ciò nonostante, in prospettiva il quadro fondamentale per i Mercati Emergenti si mantiene solido. Con ogni probabilità le vicende turche non dovrebbero incidere sugli altri Mercati Emergenti, inoltre le prospettive di crescita generali sono positive grazie al fatto che la campagna vaccinale prosegue, seppure a rilento. La Cina, uno dei principali motori di crescita dell’universo emergente, sembra in ottima forma: gli ultimi dati sull’attività economica (ad esempio le vendite immobiliari, il volume di passeggeri nelle metropolitane e il tasso di occupazione delle strutture alberghiere) attestano un ritorno ai livelli pre-Covid. Il rafforzamento di questo processo di normalizzazione dovrebbe favorire una più ampia crescita economica in tutti i Mercati Emergenti.

Valutazioni quantitative

Nel 2021, in linea con l’andamento degli altri mercati obbligazionari, anche quello del debito emergente ha sottoperformato. Tale dinamica, tuttavia, è dovuta soprattutto alla duration nei mercati dei principali tassi d’interesse e non perché le prospettive fondamentali di questa classe di attivo abbiano subito variazioni di rilievo. Da inizio anno, i titoli di Stato in valuta locale (senza copertura), hanno reso il -3,26%, mentre quelli in valuta forte hanno registrato il -3,99%. Le obbligazioni societarie dei Mercati Emergenti, con una duration più breve, hanno dimostrato una tenuta migliore, con un rendimento di -0,66%. Dal punto di vista creditizio, gli spread sono rimasti stabili: rispetto a inizio anno, i differenziali di rendimento sui titoli di Stato in valuta forte si sono ampliati solo di 4 punti base (pb), mentre quelli sulle emissioni societarie in valuta forte si sono ridotti di 14 pb. Gli avvenimenti della Turchia sono stati perlopiù circoscritti ai mercati turchi (dal 19 marzo la Lira turca ha perso oltre il 9% nei confronti del Dollaro statunitense), con effetti trascurabili sugli indici delle obbligazioni governative e societarie. Continuiamo a preferire i titoli di Stato ad alto rendimento denominati in Dollari statunitensi che, con spread a 615 pb, appaiono interessanti sia rispetto ai titoli High Yield statunitensi che alle emissioni governative emergenti di qualità Investment Grade.

Fattori tecnici

La propensione delle vicende turche a ripercuotersi su tutti i Mercati Emergenti, com’è accaduto recentemente in altre occasioni, è stata arginata dalle dinamiche degli indici. Le emissioni turche rappresentano solo il 3,5% degli indici di obbligazioni governative e societarie denominate in Dollari statunitensi. Di conseguenza la maggior parte degli investitori ha un’esposizione limitata verso questo Paese. Più in generale, i fattori tecnici sembrano ragionevoli: i minori afflussi di capitale verso il debito emergente sono compensati da un posizionamento più bilanciato in quanto, a seguito della recente sottoperformance, gli investitori hanno ridimensionato l’esposizione alle valute emergenti. Anche gli indicatori tecnici di stress, come le condizioni finanziarie e la volatilità, continuano a essere relativamente favorevoli.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Nel complesso, il principale rischio di ribasso per i Mercati Emergenti continua a essere legato all’andamento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti. Le prospettive fondamentali del settore non sono cambiate e, al momento, gli eventi idiosincratici sembrano minare il clima di fiducia meno di quanto non sia accaduto in passato, come si evince dagli effetti relativamente modesti che le vicende turche hanno avuto sui mercati più ampi. In tale contesto, gli spread creditizi dei Mercati Emergenti continuano ad apparire interessanti, con opportunità remunerative nelle emissioni sovrane dei mercati emergenti ad alto rendimento denominate in Dollari statunitensi.