UE pronta a una maggiore mutualizzazione fiscale?

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L’UE ha inasprito in modo significativo la sua reazione alla guerra in Ucraina. La restrizione dell’accesso della banca centrale russa ai propri beni, combinata con un’esclusione selettiva dal sistema SWIFT, ha il potenziale di innescare una crisi macro-finanziaria di vasta portata in Russia. In campo economico, al di là della reazione immediata del mercato che potrebbe costringere le banche centrali occidentali a tenersi pronte ad estendere la liquidità, la prossima questione cruciale è vedere come Mosca replicherà sulla fornitura di gas e petrolio. È improbabile che il mercato dell’energia all’ingrosso resti in attesa in ogni caso, e dobbiamo prepararci a un altro forte aumento dei prezzi dell’energia, fattore che inciderebbe visibilmente sulla traiettoria di crescita dell’UE.

Le sanzioni sono solo un aspetto della posizione più dura dell’UE. La Germania ha lasciato da parte il suo tradizionale atteggiamento verso la Russia, la difesa e il coinvolgimento militare in Europa, e ha accettato il costo finanziario di un tale cambiamento, che Christian Lindner, noto per essere un falco fiscale, ha dichiarato esplicitamente che potrebbe essere coperto tramite il debito. Questo indica probabilmente un percorso verso una maggiore spesa militare nell’UE.

Insieme al costo della transizione energetica – reso ancora più urgente dalla nuova configurazione geopolitica – l’onere fiscale continua quindi a salire dal livello già elevato lasciato dalla crisi pandemica. Per ora, pensiamo che la BCE sceglierà la prudenza ed è probabile che sia flessibile sul destino dell’APP, il che aiuterebbe a mantenere basso il costo del finanziamento sovrano. Tuttavia, nel medio periodo, questo non può essere un assetto sostenibile. La soluzione sta probabilmente in un altro passo avanti sulla mutualizzazione fiscale, estendendo la portata e le dimensioni del quadro della Next Generation. Ora che l’UE sta facendo i primi passi verso la “federalizzazione” della sua difesa, mettendo in comune le sue risorse per finanziare una parte degli aiuti militari all’Ucraina, la prossima mossa logica è nel campo fiscale per mutualizzare il costo macroeconomico transitorio di questa nuova assertività strategica.

Tra le conseguenze della crisi attuale vediamo probabilmente una partnership ancora più stretta tra la Russia e la Cina. I legami finanziari e commerciali si sono già intensificati negli ultimi anni. Tuttavia, è probabile che sia una partnership molto asimmetrica. La Russia è a corto di alternative e le sue prospettive economiche sono scarse. La Cina può diversificare il suo approvvigionamento energetico con il gas e il petrolio russo senza fornire un sostegno esplicito a Mosca.