Nel 2022 l’export italiano crescerà dell’11 % circa

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export italiano —
di Francesco Megna
Più 11 % circa, incentivato  in buona parte dal fattore prezzo, più che dal volume, che rappresenterà invece solo un +2,6%.
 Si prevede che il trend positivo durerà anche nel prossimo anno quando si raggiungeranno quasi i 600 miliardi di euro, permettendo all’Italia di mantenere sostanzialmente inalterata  la sua quota di mercato a livello mondiale.

Il Rapporto Export di Sace

É quanto si rileva dall’ultimo Rapporto Export di Sace in cui è illustrato  che in uno scenario sempre più articolato , condizionato  dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino , il nostro export avrà un doppio risvolto: si confermerà un incentivo prezioso per la nostra economia ma sarà indubbiamente più caro, come prima evidenziato. L’anno prossimo le pressioni su costi dovrebbero diminuire e i fattori legati ai volumi dell’export esprimeranno una crescita del 4% circa permettendo al nostro Paese, ottavo esportatore nel mondo, di mantenere la sua quota di mercato al 2,7% circa. Se nell’anno in corso è l’export a spronare il valore del Made in Italy, nel 2023 nonostante le incertezze, sarà la robustezza e solidità delle nostre PMI a spingere le vendite all’estero, grazie anche ad una rilevante gamma di prodotti e servizi finanziari offerti da Sace. Per quanto riguarda le esportazioni italiane riferibili ai servizi , il 2022 si conferma l’anno della ripresa (quasi + 20%) con un ritorno ai livelli pre-pandemia dopo il balzo dello scorso anno, grazie anzitutto al comparto del  turismo che copre il 9% circa del nostro PIL. Il trend proseguirà anche il prossimo anno e ciò consentirà di tornare ai livelli del 2019. Il nostro Paese dispone di strumenti ed esperienza per fronteggiare le sfide globali, con criteri strategici e focus sui nuovi mercati. Grazie poi a tutto l’ appoggio finanziario e assicurativo le nostre aziende possono consolidare la loro competitività anche in periodo difficile come questo.  Istituzioni autorevoli come Sace saranno sempre a disposizione delle aziende non solo per necessità riferibili all’export ma anche come sostegno alla liquidità aziendale e come impulso alla transizione green della nostra nazione.