Decreto Siccità, ottimo provvedimento, se appoggiato da investimenti per i prossimi dieci anni

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—  Decreto Siccità  — Si prevede di inventariare entro 30 giorni problemi e soluzioni di breve periodo per far fronte alla crisi idrica.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e dei ministri delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha approvato giovedì scorso un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche. Il cosiddetto Decreto Siccità è senza dubbio un buon intervento, che va però completato con una pianificazione di investimenti per i prossimi dieci anni.

La Cabina di regia

Con il Decreto Siccità (“Disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche”) viene istituita una Cabina di regia, con il compito di inventariare entro 30 giorni problemi e soluzioni di breve periodo per far fronte alla crisi idrica.

La Cabina di regia ha un compito indispensabile, la semplificazione delle procedure per sbloccare rapidamente almeno una parte dei 7,8 miliardi di euro allocati all’ammodernamento del sistema delle risorse idriche. Sono risorse già disponibili, tra Pnrr, fondi europei e nazionali, ma bloccate dalla burocrazia.

Il commento di Patrizia Feletig

“Bene che il Governo Meloni scelga di intervenire su un problema ciclico che da vent’anni affligge l’Italia prima che diventi un’emergenza” scrive Patrizia Feletig (Fondazione Luigi Einaudi) su www.ilsussidiario.net “Solamente tra il 2000 e 2022 l’Italia è stata colpita da 7 gravi periodi di siccità con danni complessivi per 20 miliardi di euro. Però più che con la crisi idrica, il Paese si confronta con un deficit di infrastrutture idriche. Infatti, non è affatto povero d’acqua: l’Italia è più piovosa della Germania e Milano con 1.162 mm/anno è la città più pluviosa d’Europa”.

Il rapporto Proger “Water Economy in Italy“

I dati sono quelli presentati pochi giorni fa a Palazzo Giustiniani nel rapporto Proger “Water Economy in Italy“ curato dalla Fondazione Earth Water Agenda. Abbiamo precipitazioni elevate oltre 300 miliardi di metri cubi, ma solo l’11% delle piogge è prelevata per gli usi contro il 40% della Spagna. Inoltre, siamo favoriti da un patrimonio idrico diversificato e di qualità. La media annua di acqua teoricamente utilizzabile è cinque volte i prelievi, ma da 10 anni gli investimenti sono al minimo, circa l’1% del bilancio pubblico, collocando l’Italia in coda in Europa.

“Abbiamo acquedotti colabrodo” ribadisce Patrizia Feletig. “Tra i volumi di acqua potabile prelevata e i volumi che arrivano ai rubinetti si raggiunge quasi il 40% di perdite. La capacità di invaso è praticamente uguale a quella di mezzo secolo fa, a causa di ritardi nelle procedure di collaudo tecnico-funzionale e interramento progressivo per mancato drenaggio di dighe e bacini”.

Non solo le necessità e i consumi sono aumentati enormemente, ma in considerazione del cambiamento climatico che intensifica lo squilibrio di precipitazioni sull’arco dei mesi la prevenzione di eventi siccitosi richiederebbe entro vent’anni una disponibilità aggiuntiva di 9 miliardi di metri cubi. Dissalatori alimentati da fonti rinnovabili così come l’adeguamento del parco depuratori darebbero un contributo importante. Con l’acqua diventata una risorsa scarsa è sconsiderato disperdere – come avviene oggi – i 9 miliardi di metri cubi di acque reflue depurate invece di filtrarle per usi agricoli o industriali. Comparti che assieme assorbono oltre due terzi dei consumi finali.

“Bene anche che la neonata cabina di regia superi l’attuale frammentazione delle competenze sulla gestione idrica spezzettate tra ministeri, regioni, comuni, autorità di bacino e gestori” conclude Patrizia Feletig. “Nei 16 articoli del provvedimento non si scorge, però, nessun accenno a strumenti di pianificazione a medio-lungo termine per una razionalizzazione dell’economia delle acque. A partire da una maggiore accumulazione con la ricarica gestita degli acquiferi, la riduzione delle perdite in fase di distribuzione (acquedotti e irrigazione), la “produzione” di acqua tramite dissalatori e riuso di acque reflue. Sarebbe auspicabile che oltre a concentrarsi sulle misure d’urgenza, fissando tutte le possibili deroghe a molte disposizioni di legge per consentire al Commissario straordinario nazionale e ai possibili singoli commissari ad acta per superare ostacoli e stalli burocratiche, il Governo si ponga come priorità quella della governance della pianificazione dei prossimi dieci anni di investimenti. Un piano che, secondo il suddetto Rapporto richiede circa 55 miliardi di euro di cui il 60% coperto da fondi pubblici e il rimanente da investimenti privati ripagati da tariffa”.

Obiettivi a breve termine

– La regolazione dei volumi e delle portate degli invasi,
– la verifica e il coordinamento dell’adozione, da parte delle regioni, delle misure previste per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi,
– la verifica e il monitoraggio dell’iter autorizzativo dei progetti di gestione degli invasi finalizzati alle operazioni di sghiaiamento e sfangamento,
– l’individuazione delle dighe per le quali risulta necessaria e urgente l’adozione di interventi per la rimozione dei sedimenti accumulati nei serbatoi,
– la ricognizione degli invasi fuori esercizio temporaneo da finanziare nell’ambito delle risorse del “Fondo per il miglioramento della sicurezza e la gestione degli invasi”.

Proger Spa

Proger Spa è una realtà internazionale che offre il meglio dell’expertise italiano nell’ambito del management, dell’ingegneria e della sicurezza e sviluppa progetti nei settori delle Infrastrutture e Trasporti, Edilizia, Oil & Gas, Green Energy, Ambiente e Sostenibilità. Con una presenza in Europa, Asia Centrale, Africa e Medio Oriente, l’azienda vanta oltre 60 anni di esperienza ed è tra le prime società di engineering & management in Italia, oltre ad essere da anni stabilmente nel ranking mondiale delle prime società internazionali di ingegneria all’interno della Top 225 International Design Firms, stilata dalla prestigiosa testata americana Engineering News Record.