Che cos’è l’Artificial Intelligence Act in Europa?

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L’EU AI Act (Artificial Intelligence Act) è una proposta di legge europea sull’intelligenza artificiale (AI), la prima legge sul tema da parte di un importante regolatore mondiale. La legge assegna le applicazioni dell’IA a tre categorie di rischio.
In primo luogo, le applicazioni e i sistemi che creano un rischio inaccettabile, come il punteggio sociale gestito dal governo del tipo utilizzato in Cina: questi aspetti sono vietati.
In secondo luogo, le candidature ad alto rischio, come strumenti di scansione dei CV che classifica i candidati ai posti di lavoro: sono soggetti a requisiti legali specifici.
Infine, le applicazioni non esplicitamente vietate o elencate come ad alto rischio: sono in gran parte non regolamentate.

Nel dicembre 2022 il Consiglio dell’UE ha adottato la sua posizione comune (“orientamento generale”) sulla legge sull’IA. Il suo scopo è garantire che i sistemi di intelligenza artificiale (AI) immessi sul mercato dell’UE e utilizzati nell’Unione siano sicuri e rispettino il diritto vigente in materia di diritti fondamentali e valori dell’Unione.

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Ivan Bartoš (nella foto) vice primo ministro ceco per la digitalizzazione e ministro dello sviluppo regionale ha dichiarato: “L’intelligenza artificiale è di fondamentale importanza per il nostro futuro. Oggi siamo riusciti a raggiungere un delicato equilibrio che stimolerà l’innovazione e l’adozione della tecnologia dell’intelligenza artificiale in tutta Europa. Con tutti i vantaggi che presenta, da un lato, e il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei nostri cittadini, dall’altro.”

Ivan Bartoš, Czech Deputy Prime Minister for digitalisation and minister of regional development

Ivan Bartoš, Czech Deputy Prime Minister for digitalisation and minister of regional development

Le applicazioni

Le applicazioni di intelligenza artificiale influenzano le informazioni online prevedendo quali contenuti sono interessanti, acquisiscono e analizzano i dati dai volti per individuare eventuali infrazioni alle leggi o personalizzare i messaggi pubblicitari, Vengono utilizzate per diagnosticare le più gravi malattie, fino a curare il cancro. In altre parole, l’intelligenza artificiale influenza molti aspetti della nostra vita.

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Come il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE nel 2018, l’EU AI Act potrebbe diventare uno standard globale, determinando fino a che punto l’IA ha un effetto positivo piuttosto che negativo sulla vita dei cittadini, ovunque siano. Il regolamento dell’UE sull’IA sta già facendo scalpore a livello internazionale. Alla fine di settembre 2021, il Congresso del Brasile ha approvato un disegno di legge che crea un quadro legale per l’intelligenza artificiale. Deve però ancora passare alla valutazione del Senato del Paese.

I rischi

Ci sono diverse scappatoie ed eccezioni nella proposta di legge europea. Queste carenze limitano la capacità della legge di garantire che l’IA rimanga una forza positiva nella vita di tutti i cittadini. Attualmente, ad esempio, il riconoscimento facciale da parte della polizia è vietato a meno che le immagini non vengano acquisite in differita o la tecnologia non venga utilizzata per trovare bambini scomparsi. Inoltre, la legge non è flessibile. Se tra due anni un’applicazione di intelligenza artificiale pericolosa viene utilizzata in un settore imprevisto, la legge non prevede alcun meccanismo per etichettarla come “ad alto rischio”.

Nathalie A. Smuha, della Facoltà di giurisprudenza di Lovanio ed Emma Ahmed-Rengers, dell’Università di Birmingham, sostengono che l’EU AI Act non sempre riconosce accuratamente i torti e i danni associati a diversi tipi di sistemi di IA né a definire adeguatamente la loro responsabilità. Affermano inoltre che la proposta non fornisce un quadro efficace per l’applicazione dei diritti e dei doveri legali. La proposta trascura di garantire una significativa trasparenza, responsabilità e diritti di partecipazione pubblica.

Il costo della legge UE sull’IA

Il Center for Data Innovation, un’organizzazione no profit focalizzata sull’innovazione basata sui dati, ha pubblicato un rapporto in cui afferma che l’EU AI Act costerà 31 miliardi di euro nei prossimi cinque anni e ridurrà gli investimenti nell’IA di quasi il 20%. L’imprenditore Meeri Haataja e l’accademica Joanna Bryson hanno pubblicato una loro ricerca sostenendo che probabilmente l’investimento necessario sarà molto più contenuto, poiché il regolamento copre principalmente una piccola percentuale di applicazioni di intelligenza artificiale considerate ad alto rischio. Inoltre, l’analisi dei costi non tiene conto di tutti i vantaggi della regolamentazione per il pubblico. Infine, il CEPS, un think tank e forum per il dibattito sugli affari dell’UE, ha pubblicato le proprie analisi delle stime dei costi e ha raggiunto una conclusione simile a quella di Haataja e Bryson.