Inflazione dilagante in Turchia. Cambio di rotta dopo le elezioni?

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L’inflazione dilagante in Turchia è ufficialmente vicina al 44%, ma molti credono che sia molto più alta, soprattutto fra i candidati dell’opposizione che oggi alle urne attendono di poter interrompere vent’anni di potere incondizionato di Recep Tayyip Erdogan. Il candidato presidenziale turco Kemal Kilicdaroglu leader del Partito popolare repubblicano di opposizione (CHP), è laureato in economia e ha iniziato la carriera all’interno delle istituzioni, distinguendosi prima nella caccia all’evasione fiscale, poi con un ruolo sempre più di rilievo all’interno del ministero dell’economia e delle finanze, in veste di funzionario. Da lui l’opposizione si attende un intervento deciso a sostegno dell’economia turca. Non a caso il candidato presidenziale dell’opposizione è stato acclamato dai sostenitori oggi quando è arrivato al seggio.

Secondo la BBC inglese l’inflazione è aumentata vertiginosamente quando il presidente Erdogan ha abbandonato l’economia ortodossa, tagliando i tassi di interesse mentre la maggior parte degli altri Paesi ha alzato i propri.

Nonostante i previsti aumenti dei tassi di interesse, l’inflazione è rimasta elevata per tutto l’anno e è scesa solo al 46,4% alla fine del 2023, rispetto al 50,5% di marzo. La previsione ottimistica parla del 28,8% entro la fine del 2024 e del 19,3% entro la fine del 2025. Pur tagliando il suo tasso ufficiale dal 19% alla fine del 2021, la banca centrale ha affermato che la stabilità dei prezzi sarà raggiunta quando la Turchia trasformerà il suo disavanzo cronico delle partite correnti in un avanzo.

Le retrizioni ai media

Molti giovani elettori vogliono la fine delle restrizioni sui media, inasprite drammaticamente durante il governo del presidente Erdogan: perfino Twitter prima della data delle votazioni ha annunciato di aver accettato di limitare l’accesso ad alcuni contenuti in Turchia, provocando una reazione rabbiosa. Ma il boss di Twitter Elon Musk ha risposto: “L’alternativa era limitare Twitter nella sua interezza o limitare l’accesso ad alcuni tweet. Abbiamo scelto il male minore.”

Questa volta Erdogan rischia

Le riforme volute dal presidente turco per rafforzare il suo potere rischiano ora di ritorcersi contro di lui alle elezioni. A favorire lo sfidante Kemal Kilicdaroglu sono inoltre il ritiro del candidato Muharrem Ince e l’alleanza con quattro partiti minori. Secoindo alcuni commentatori a decidere sarà il 10-15% di indecisi tra i 64 milioni di elettori di una nazione di 85 milioni di abitanti in cui l’affluenza alle urne raggiunge sempre percentuali altissime. Segno di una partecipazione e di un coinvolgimento enorme da parte dell’opinione pubblica.

Oltre a Erdogan e Kilicdaroglu rimane in corsa solo l’ultranazionalista Sinan Ogan, destinato a ottenere una percentuale minima di voti.