Assemblea ABI. Intervento del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco

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Assemblea ABI. Sintesi dell’intervento dell’8 luglio 2022 

Qui il testo completo

La congiuntura e la politica monetaria

L’economia mondiale attraversa una fase di profonda incertezza. L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia sta avendo gravi ripercussioni sulla produzione manifatturiera e sugli scambi commerciali e sta sospingendo l’inflazione, che riflette, in particolare in Europa, il protrarsi dell’eccezionale rincaro delle materie prime energetiche e, in minor misura, di quelle alimentari.
Nelle proiezioni di inizio giugno dell’Eurosistema la crescita dell’area dell’euro nel 2022 è stata ridotta al 2,8 per cento, dal 4,2 previsto in dicembre. In giugno i prezzi al consumo sono aumentati nell’area dell’8,6 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Al netto delle componenti più volatili, l’inflazione si è attestata al 3,7 per cento, risentendo anch’essa della trasmissione dei maggiori
costi dei prodotti energetici ai prezzi finali degli altri beni e dei servizi.

L’inflazione

L’inflazione resterebbe molto elevata nella media di quest’anno; già nel 2023 mostrerebbe una decisa flessione, per tornare attorno al 2 per cento nel 2024. Le più recenti previsioni delle maggiori istituzioni internazionali e degli analisti privati, nonché quelle desumibili dalle quotazioni delle attività finanziarie indicizzate ai prezzi al consumo, confermano che le aspettative a lungo termine rimangono
sostanzialmente in linea con la definizione di stabilità monetaria della Banca centrale europea (BCE).
Nell’attuale contesto di alta inflazione è tuttavia necessaria una graduale normalizzazione della politica monetaria, che era stata calibrata per contenere le spinte deflazionistiche e recessive durante la fase più acuta della crisi pandemica.
Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di interrompere gli acquisti netti di titoli dalla fine della scorsa settimana. È stata inoltre annunciata l’intenzione di aumentare i tassi ufficiali di 25 punti base nella riunione del 21 luglio prossimo; un incremento anche maggiore potrebbe essere appropriato in settembre.

I differenziali di rendimento

Il notevole ampliamento dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato dei paesi dell’area dell’euro percepiti come più vulnerabili e quelli tedeschi segnalava crescenti rischi di frammentazione dei mercati lungo i confini nazionali. A fronte di questi andamenti, il 15 giugno in una riunione straordinaria il Consiglio direttivo ha deciso che i reinvestimenti nell’ambito del Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) saranno condotti in maniera flessibile e ha annunciato l’accelerazione dei lavori per la creazione di un nuovo strumento volto a contrastare la frammentazione.
L’annuncio delle decisioni del Consiglio ha contribuito a una repentina e significativa riduzione degli spread sulle obbligazioni pubbliche; il picco di circa 250 punti base toccato dal differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali di Italia e Germania poco prima della metà di giugno non è coerente con i fondamentali della nostra economia. Il contesto resta comunque di elevata volatilità.

L’economia italiana

Le tensioni geopolitiche stanno avendo un impatto marcato anche sull’economia italiana che, insieme a quella tedesca, è tra quelle maggiormente dipendenti dalle importazioni di materie prime dalla Russia. Lo scorso gennaio ci attendevamo una espansione del prodotto superiore al 3 per cento nella media del biennio 2022-23; nello scenario di base elaborato in giugno, nel quale si ipotizza che le tensioni associate alla guerra si protraggano per tutto il 2022 ma si esclude una sospensione delle forniture di gas dalla Russia, la crescita è stata rivista al ribasso, di 2 punti percentuali nel complesso del biennio, su valori prossimi a quelli dell’area dell’euro.
L’inflazione, che in giugno ha superato anche in Italia l’8 per cento, contribuisce a frenare l’espansione comprimendo in misura significativa i redditi in termini reali, solo in parte compensati dalle misure di bilancio.
Un sostegno considerevole all’attività economica proviene in ogni caso dagli interventi delineati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la cui attuazione sta procedendo in linea con le scadenze stabilite. Il Piano prevedeva avanzamenti nell’ambito di riforme importanti, come quella del codice dei contratti pubblici e del pubblico impiego, nonché l’avvio di diversi programmi di investimento. Nei prossimi mesi all’impegno per l’attuazione di riforme complesse, come quelle della concorrenza e della giustizia, si dovrà affiancare una graduale accelerazione dei programmi di investimento. Le difficoltà non comportano la necessità di una radicale revisione del Piano né implicano un rallentamento della sua attuazione.

La congiuntura bancaria

Le banche italiane affrontano questa difficile situazione congiunturale partendo da una condizione complessivamente equilibrata. Alla fine di marzo il rapporto tra il capitale di migliore qualità e gli attivi ponderati per il rischio (CET1 ratio) era pari al 14,6 per cento; nonostante la ripresa nella distribuzione dei dividendi, rimane più alto dei valori precedenti lo scoppio della pandemia. Nel primo trimestre il rendimento in ragione annua del capitale e delle riserve è stato pari al 6,4 per cento, meno che nel corrispondente periodo dello scorso anno, ma lievemente superiore a quanto registrato nell’intero 2021. Il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto al totale dei prestiti, in ragione d’anno e al netto degli effetti stagionali, è sceso di 2 decimi di punto nei primi tre mesi di quest’anno, all’1 per
cento; in assenza di significative operazioni di cessione, la loro consistenza, al netto delle rettifiche di valore e sempre in rapporto al totale dei prestiti, è rimasta sostanzialmente invariata. Sono invece in aumento le perdite sul portafoglio titoli legate alla volatilità dei mercati.

Prestiti garantiti dallo Stato

Eventuali esigenze legate alle conseguenze economiche della guerra potranno essere soddisfatte anche per mezzo di prestiti garantiti dallo Stato; le nuove misure di sostegno all’accesso al credito varate dal Governo a seguito del conflitto in Ucraina prevedono infatti la possibilità di richiederli sino alla fine di quest’anno, in coerenza con il nuovo quadro temporaneo di aiuti definito a livello europeo.
Il rialzo dei tassi di interesse non dovrebbe frenare la dinamica del credito. L’impatto sulla redditività delle banche sarebbe nel complesso positivo
Considerando lo stock di titoli iscritti a bilancio al valore di mercato alla fine dello scorso .maggio è possibile stimare che un aumento di 100 punti base lungo l’intera curva dei rendimenti porterebbe a una riduzione del rapporto tra capitale di migliore qualità e attivi ponderati per il rischio di circa 20 punti base. L’uscita dalle misure di sostegno varate per fronteggiare la crisi pandemica
prosegue senza significative ripercussioni sulla qualità del credito.

Esposizione verso i Paesi coinvolti nella guerra

Le esposizioni dirette verso i Paesi coinvolti nella guerra sono rimaste sostanzialmente stabili; gli intermediari presso i quali questi crediti sono soprattutto concentrati hanno provveduto a rivederne la classificazione contabile e, conseguentemente, a incrementare le rettifiche di valore. La BCE e la Banca d’Italia hanno sollecitato le banche a svolgere analisi approfondite sulla solvibilità prospettica delle imprese che più risentono delle conseguenze del conflitto. Numerosi intermediari hanno iniziato ad aumentare le rettifiche di valore anche su queste esposizioni. Le politiche di distribuzione degli utili e degli accantonamenti devono tenere opportunamente conto dell’elevata incertezza e dei consistenti rischi verso il basso che permeano l’evoluzione del quadro macroeconomico.

Vigilanza, gestione delle crisi, unione bancaria

Nel corso degli ultimi anni la Vigilanza ha condotto nei confronti delle banche meno significative un’azione mirata a individuare per tempo gli intermediari più fragili, richiedendo interventi correttivi di crescente intensità per evitare il deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie. Ne è derivato un complessivo rafforzamento delle banche medio-piccole, testimoniato dal generalizzato miglioramento dei livelli di patrimonializzazione e dalla riduzione dei rischi, che hanno pure tratto indirettamente beneficio dalle misure pubbliche di sostegno all’accesso al credito varate dal Governo per far fronte agli effetti della crisi pandemica.
A fronte di una situazione equilibrata per la maggior parte degli intermediari, permangono in alcuni casi elementi di fragilità,
soprattutto in relazione alla capacità di generare flussi di reddito idonei a coprire i rischi, finanziare gli investimenti in innovazione, remunerare il capitale.

Nell’attività di vigilanza si presta massima attenzione all’adeguatezza del governo societario, al profilo professionale dei manager, alla congruità del tempo che gli amministratori dedicano allo svolgimento dei loro incarichi. Sistemi di governo societario che valorizzino le competenze individuali, aperti all’innovazione, capaci di facilitare la formulazione di strategie coerenti con il mutato scenario competitivo.
Indagini sul governo societario mostrano l’esistenza di spazi di miglioramento nei livelli di diversificazione dei consigli di amministrazione per genere e competenze. Nelle banche meno significative la presenza di donne è particolarmente limitata nei ruoli di vertice e va accresciuta.

L’unione bancaria

Il completamento dell’unione bancaria, che al momento poggia sui due pilastri del Meccanismo di supervisione unico e del Meccanismo di risoluzione unico, non può prescindere dall’istituzione del terzo, un sistema unico di assicurazione dei depositi che abbia, a regime, piena capacità di assorbimento delle perdite. Nell’attuale contesto politico ed economico-finanzario, tuttavia, è emerso con
chiarezza che non è possibile, al momento, arrivare a un compromesso tra le diverse posizioni degli Stati membri.
L’inefficienza della situazione attuale è aggravata dai ridotti spazi di manovra a disposizione dei fondi di garanzia dei depositi, che rischiano di non potere offrire un supporto sufficiente a garantire il trasferimento delle attività e delle passività a un eventuale acquirente ed evitare così la disgregazione aziendale e gravi ricadute sui creditori non protetti, sui clienti e sui dipendenti.

Prossime sfide

Emerge la necessità di accrescere il cosiddetto spazio macroprudenziale a disposizione delle autorità, con l’obiettivo di ampliare la quantità di riserve rilasciabili a fronte di shock sistemici ampi e dirompenti che potrebbero andare oltre la normale fluttuazione ciclica. È auspicabile, inoltre, una armonizzazione, per quanto minima, degli strumenti borrower based (come, ad esempio, i limiti al rapporto tra l’ammontare del prestito erogato e il valore della garanzia prestata), da conseguire sulla base delle raccomandazioni già emanate in materia dal Consiglio europeo per il rischio sistemico.
È importante che il disegno, l’attivazione e la calibrazione degli strumenti rimangano di competenza delle autorità nazionali, in considerazione delle eterogeneità dei mercati creditizi e immobiliari nazionali. La BCE, nell’ambito delle sue competenze, potrà al contempo favorire un utilizzo coerente dei vari strumenti tra i diversi Paesi.

L’aumento degli investimenti in nuove tecnologie, l’innovazione di prodotto e di processo, l’adeguamento delle conoscenze dei
dirigenti e dei dipendenti delle banche sono elementi assolutamente necessari per rispondere alle pressioni competitive da parte di altri operatori (regolamentati e non) e per aumentare i livelli di efficienza: il ricorso alle applicazioni dell’intelligenza artificiale, seppure ancora contenuto, è in crescita. Vanno altresì rafforzati i presidi volti ad assicurare che i diritti individuali siano adeguatamente protetti e le metodologie applicate non determinino condizioni discriminatorie.

Le nuove tecnologie

La recente accelerazione nell’utilizzo delle nuove tecnologie ha esposto a maggiori rischi, che si sono concretizzati in alcuni incidenti cibernetici di rilevante gravità. Con lo scoppio del conflitto in Ucraina i rischi sono tornati ad aumentare; con Consob, IVASS e UIF abbiamo tempestivamente segnalato agli intermediari la necessità di innalzare il livello di attenzione a fronte di attacchi potenziali. In quest’ambito, abbiamo anche sollecitato le banche e i principali fornitori di servizi tecnologici a condurre una valutazione dei rischi legati
all’utilizzo di software proveniente dalla Russia. Non ci sono, per ora, evidenze di attacchi informatici nel mercato finanziario riconducibili direttamente al conflitto che abbiano avuto successo.

Le criptoattività

Ci sono criptoattività che non hanno alcuna copertura in termini di attività, reali o finanziarie, a fronte delle quali sono emesse; sono quindi prive di un valore intrinseco e soggette a elevatissima volatilità. Ce ne sono altre, invece, che sono emesse a fronte di attività reali o finanziarie; se opportunamente regolamentate ed emesse da soggetti chiaramente identificati, queste ultime potrebbero fornire servizi potenzialmente utili anche, sotto specifiche condizioni, come mezzi di pagamento. Si distinguono anch’esse per diversi gradi di trasparenza e liquidità delle riserve e di disclosure sui loro processi valutativi; si prestano comunque a essere assoggettate a un
regime analogo a quello degli strumenti più tradizionali che hanno una funzione simile. I tempi necessari a introdurre nuove regole non sono sempre compatibili con la rapida diffusione delle innovazioni. Continueremo a lavorare insieme con le altre autorità i controllo, con la Consob in particolare, per contribuire alla regolamentazione a tutti i livelli e per attuarla in pratica.

La prevenzione

Il costante impegno delle banche nella prevenzione e nel contrasto del riciclaggio è essenziale per garantire sia l’integrità del sistema finanziario sia la sana e prudente gestione degli intermediari. La Banca d’Italia sollecita costantemente i soggetti vigilati a monitorare sviluppi e rischi emergenti. Accanto a quelli tradizionali, legati ad esempio ai reati fiscali e di corruzione, ne stanno emergendo di nuovi: la crisi pandemica ha infatti offerto ulteriori opportunità alla criminalità organizzata, esponendo il sistema economico e finanziario a comportamenti illeciti e fraudolenti, talvolta connessi con l’utilizzo delle misure di sostegno all’economia varate dal Governo. Anche le soluzioni tecnologiche innovative, se da un lato contribuiscono a rafforzare i presidi e i controlli sui flussi finanziari, dall’altro aprono nuovi scenari in cui la criminalità può insinuarsi.

Conclusioni

L’economia italiana dovrebbe crescere in linea con l’area dell’euro nel biennio 2022-23. I rischi a livello globale sono però significativi. In questa delicata fase, il contributo che il sistema finanziario è chiamato a fornire sul fronte dell’allocazione dei flussi di credito e del sostegno all’economia è particolarmente importante. Per assolvere a questi compiti occorre affrontare con determinazione le sfide poste
dalla difficile e incerta situazione congiunturale, e quelle che derivano, sul piano strutturale, dalla transizione digitale e dagli effetti finanziari del cambiamento climatico. Le banche non potranno prescindere dal continuare a dedicare la massima attenzione ai principi su cui si basa una sana gestione aziendale: prudenza nelle decisioni di accantonamento e di distribuzione; presidio dei rischi, tradizionali e
nuovi; trasparenza e correttezza nei confronti della clientela; miglioramento dei livelli di efficienza e contenimento dei costi, anche attraverso gli indispensabili investimenti nell’innovazione tecnologica. L’esperienza degli ultimi anni mostra che gli intermediari italiani dispongono delle capacità per superare le sfide cui sono oggi chiamati; vanno applicate con assiduità e lungimiranza.