Obiettivo Lavoro di LinkedIn Notizie. Barometro del primo impiego dopo la laurea: le ultime rilevazioni

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Obiettivo Lavoro di LinkedIn Notizie — 
LinkedIn Notizie ha pubblicato l’edizione 2023 del suo Barometro del primo impiego, una ricerca che tramite i dati della piattaforma consente di scattare una fotografia dei settori che stanno assumendo di più e delle competenze più richieste dal mercato del lavoro italiano a chi ha conseguito una laurea triennale.

Il maggior numero di assunzioni

Nel 2022 le aree aziendali che hanno registrato il maggior numero di assunzioni di neolaureati in Italia sono quelle nella tabella a sinistra.

Se il settore dei servizi professionali domina le assunzioni (tabella a destra), si nota anche una crescita nel settore dei servizi pubblici (+35% rispetto all’anno precedente) con una maggior ricerca di tecnici di infrastrutture di rete e ingegneri elettrici. Nella pubblica amministrazione cresce anche la domanda di insegnanti.
In un articolo su LinkedIn. il presidente di Formez Alberto Bonisoli ha spiegato che “nel pubblico ci sarà sempre più domanda di giovani laureati, la cui percentuale fra i dipendenti pubblici è passata dal 33,8% del 2010 al 42,6% nel 2020”.

Hai appena terminato gli studi o stai per farlo? Hai consigli per chi sta cercando il suo primo lavoro dopo la laurea triennale? Unisciti alla conversazione nei commenti o scrivi un post taggando Obiettivo Lavoro di LinkedIn Notizie o usando gli  hashtag  #BarometroPrimoImpiego e
#ObiettivoLavoro.
Un aiuto in più alle nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro e che, dati ricerca Deloitte si rivelano per il 56% preoccupati per le condizioni economiche che il futuro loro riserva e per più del 60% considerano impossibile o molto difficile comprare una casa rispetto alle generazioni precedenti.

In un Paese che nel 2021 ancora non raggiunge il 30% di laureati (dati ISTAT) contro una media europea di più del 40%, la laurea non assicura ancora a tutti purtroppo le stesse opportunità. Tanti sono i dubbi anche dopo il percorso: da come valorizzare il proprio percorso, dove incontrare le aziende, a come arricchirlo con una formazione mirata.

La classifica del LinkedIn Barometro sulle professioni più richieste (a sinistra) e le aree aziendali con maggiori assunzioni non stupisce: nelle prime posizioni dominano i servizi professionali, in particolare la consulenza e le risorse umane (funzione aziendale in grande fermento e innovazione). C’è anche da dire che pur essendo il social dedicato al lavoro, Linkedin non raccoglie perfettamente i profili professionali di tutti i settori quindi rischia di essere una panoramica sbilanciata sul mondo corporate.

Anpal infatti nell’ultima nota sul mercato del lavoro in Italia registra aumento delle richieste nel settore turistico, manufatturiero e nelle costruzioni. Con la crescente consapevolezza sulla salute e il benessere aumenteranno nell’immediato futuro anche le professioni dedicati a questi campi come fisioterapista, nutrizionista, psicologo clinico e terapista occupazionale, counselor, esperto in formazione e orientamento. A questo si affianca anche la costante ricerca di personale sanitario, tra i quali spicca la ricerca di medici di famiglia in rapporto negativo tra pensionamenti e nuove entrate: una ‘emorragia’, la chiama l’ANSA, che vedrà meno 45.000 medici in 5 anni e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del Servizio.

In ultimo ma non ultimo per importanza, sicuramente in ascesa anche il settore dell’energia sostenibile: un mercato in crescita per le professioni nell’energia solare, eolica e idroelettrica. Ingegneri energetici, tecnici di installazione di pannelli solari e specialisti di gestione delle risorse energetiche sono solo alcuni esempi.

Completare il proprio percorso di studi

Altre strada, oltre che cercare lavoro subito, è quella di completare il proprio percorso di studi con delle competenze verticali su strumenti o metodologie specifiche (es. digital marketing, project management, agile, scrum master) oppure indirizzarsi verso una formazione che ci dia le competenze verso un settore specifico (es. turismo, hospitality, sport, moda). Verrebbe qui subito da pensare ai master post laurea con stage che, sebbene anche i dati Almalaurea (i più recenti al momento disponibili sono quelli relativi al 2022) confermino che aiutano ad avere una retribuzione nettamente più alta dei laureati, non sono l’unico modo per avere una formazione di qualità post laurea. Alternative non troppo conosciute sono gli IFTS o ITS, corsi di alta specializzazioni di durata che va da qualche mese a due anni come nell’ITS (istituti tecnici superiori). Per avere un idea dell’offerta soprattutto di quest’ultimi? Basta andare su https://sistemaits.it/

Nonostante l’offerta di grande attualità e il tasso di occupazione che si assicurano (80% studenti ITS lavora entro un anno dalla fine), questi istituti scontano ancora il peso di un nome che non rende loro giustizia (ITS così vicino a ITIS mentre in Olanda sono tradotte come “Università di Scienze Applicate”) e il pregiudizio di essere scuole professionali di serie B. Quasi un tornare indietro per un studente universitario, invece che percorsi di alta specializzazione nati proprio per rispondere alle esigenze del territorio. Quindi nulla a che vedere con i “bridge job”, ovvero i lavori fatti per colmare un career gap o in determinate situazioni di necessità, sui quali però anche Forbes esprime dei punti a favore. Fare un lavoro momentaneamente non linea con le proprie esperienze o studi non è tempo sprecato ma qualcosa che può aiutarci, per esempio, a guadagnare in fiducia, avere delle disponibilità economiche da investire per esempio in un master successivo, sviluppare networking o avere del tempo per capire con cura il prossimo passo.

In sintesi

Secondo LinkedIn, volendo fare una sintesi, due sono le cose di cui tener conto:

  • la prima, il lavoro non è più una linea senza soluzione di continuità che va dal diploma/laurea alla pensione ma sarà volutamente fatta di tappe, nuove esperienze e anche di stop. Perché il lavoro non è disgiunto dalle altre parti della nostra vita e ci occupa troppo tempo per pensarlo solo come un modo per guadagnarsi da vivere. Tra l’altro il Workmonitor di Randstad, ci conferma che quasi il 60 % di millennial e Gen Z lascerebbe il proprio lavoro se non fosse in linea con i valori della propria vita.
  • La formazione ci consentirà di trasformare le nostre competenze e la maggior possibilità di informazione quella di vederle in prospettiva futura. Da quindi nascerà sempre la necessità di colmare il digital divide tra generazioni per passare ad uno scenario di inclusione digitale dove l’accesso alle informazioni o opportunità (in particolare della PA) sia più equo.