L’aeronautica militare compie 100 anni. Ma il comparto aerospaziale nel suo complesso è stato trascurato nel PNRR

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Tutti conoscono l’alta professionalità dei piloti italiani e la spettacolarità degli eventi in cui è presente la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori (qui un emozionante video di due minuti assolutamente da non perdere: le Frecce Tricolori nel cielo di Roma). Fonte: Aeronautica Militare.

 

 

Ma l’eccellenza italiana nel settore non si limita solo all’Aeronautica Militare: oggi il settore civile si sta spostando verso la Urban Air Mobility, con soluzioni altamente innovative per la mobilità del futuro.

La regione Campania all’avanguardia nel settore

Raggiungere risultati importanti nel campo dello sviluppo tecnologico attraverso la collaborazione tra pubblico, privato e mondo della ricerca. È questo l’obiettivo che ha portato nel 2012 alla nascita del distretto aerospaziale della Campania, che oggi conta su 192 soci. Tra questi 27 grandi imprese, tra le quali Avio Aero, Atitech, Leonardo, Magnaghi ed Mbda, 24 tra università e centri di ricerca e 148 tra piccole e medie imprese e startup. Luigi Carrino, presidente del Dac (Distretto Aerospaziale della Campania) ha dichiarato a SpaceEconomy360: “Abbiamo puntato fin dall’inizio a obiettivi di sviluppo tecnologico, non a collaborazioni occasionali che nascono e muoiono nel volgere di un bando. La nostra convinzione è si debbano condividere le visioni a medio e lungo termine, individuare le strategie di sviluppo tecnologico, realizzando alleanze forti tra industria e ricerca”.

Il Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania Intesa Sanpaolo hanno firmato un protocollo biennale per supportare, promuovere e valorizzare i progetti generati da questo settore che trova nella regione campana una delle punte di diamante nazionali.

La ricerca svolta da Banca Intesa

Da una ricerca svolta recentemente da Banca Intesa e Centro Studi Srm (noto per il suo Osservatorio Maritime Economy) emerge che l’aerospazio in Campania ha aumentato le proprie esportazioni del 48,3% rispetto all’anno precedente, il picco più alto secondo quando registrato dallo studio. “È un dato sul quale dobbiamo riflettere attentamente” aggiunge Luigi Carrino. “Da una parte i numeri possono essere interpretati come la conseguenza di un recupero rispetto ai rallentamenti e alle perdite che per il settore aeronautico sono state causate dalla pandemia e dai lockdown. Le compagnie aeree, infatti, hanno bloccato investimenti e tutta l’economia attorno all’aeronautica si è fermata, gli ordini si sono bloccati. Oltre ad aver recuperato quello che si era perso, un’altra spiegazione può essere quella dell’aumento di valore dovuto all’aumento dei costi. Ma un’analisi seria deve anche certificare che la somma di questi due effetti non giustifica un valore così alto delle esportazioni, che deve essere spiegato anche come un effetto della capacità delle imprese di non restare ferme e di investire in innovazione di prodotto e di processo anche nei momenti più duri”.

Secondo dati meno recenti, ma significativi, le esportazioni della filiera aerospaziale campane hanno raggiunto 422 milioni di euro nel terzo trimestre del 2021, pari al 60,3% del Meridione e all’11,7% dell’intera Italia. Si calcola che 100 euro di produzione aerospaziale in Campania attivino 21 euro aggiuntivi nell’area e 39 euro in altre regioni italiane per un totale di 160 euro. Ancora migliori le prospettive per gli investimenti aerospaziali compiuti nel Mezzogiorno: per 100 euro di produzione, 32 euro si attivano nell’area e 136 euro nelle altre regioni e negli altri settore per un impatto complessivo di 268 euro.

La sfida della digitalizzazione

L’aeronautica in Italia si trova davanti la sfida della digitalizzazione di tutta la filiera, e non soltanto dei grandi player. I grandi temi del momento sono la nuova mobilità aerea avanzata, l’uso dei droni anche per applicazioni nel mondo della sanità, della sorveglianza, della sicurezza, e la unmanned air mobility: mezzi di trasporto pensati per spostamenti aerei a cortissimo raggio e bassa quota, in ambito urbano ed extra-urbano, come aerotaxi e droni. Questa è la Urban Air Mobility, con soluzioni altamente innovative per la mobilità del futuro.

La politica industriale

Ma c’è bisogno anche di un sostegno che venga dalle scelte di politica industriale dei Governi. Ad esempio, la Francia ha fatto un grande investimento coinvolgendo Airbus sulla progettazione degli aerei “green” di prossima generazione. Si tratterà di produrre propulsori diversi, in una prima fase probabilmente ibridi e poi elettrici. Anche altri Paesi si stanno muovendo in questa direzione, ed è singolare che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano non ci sia nemmeno una riga per il sostegno all’industria aeronautica.

Le prospettive

“Il rischio è che nei prossimi anni, quando avremo esaurito la spinta degli accordi internazionali in corso, non avremo più nuove collaborazioni” conclude Luigi Carrino “perché non avremo investito abbastanza sullo sviluppo delle nuove tecnologie e dei nuovi velivoli. E’ una prospettiva particolarmente preoccupante se pensiamo che l’aereo a idrogeno cambierà completamente il panorama attuale. Portare sul viale del tramonto il settore dell’aeronautica significa ferire a morte la manifattura del nostro Paese. Spero che qualcuno se ne accorga e si attivi per sostenere il settore in Italia e per creare nuove partnership internazionali anche nel campo dell’aeronautica civile, come è successo per il progetto Tempest in ambito militare tra Italia, Regno Unito e Giappone”.