Azionisti in festa nel 2025 e previsioni di un altro anno eccezionale sui mercati 2026. La corsa globale tra AI e “animal spirits”

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Con “animal spirits” si indica un concetto economico che descrive la componente emotiva, psicologica e istintiva delle decisioni economiche, soprattutto negli investimenti. In altre parole: è ciò che spinge persone e mercati ad agire non solo sulla base di numeri, dati o modelli razionali, ma anche di fiducia, entusiasmo, paura o imitazione. Il termine nasce con John Maynard Keynes, che nella Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta (1936) osservava come molte decisioni economiche dipendessero da impulsi difficili da misurare: ottimismo, aspettative sul futuro, “spirito d’iniziativa”. Per Keynes, senza questi impulsi “animali”, l’economia rischia di paralizzarsi: se nessuno si fida del futuro, nessuno investe, anche quando i tassi sono bassi e i conti tornano. Nel linguaggio dei mercati contemporanei, parlare di animal spirits in crescita significa dire che gli investitori sono più propensi al rischio

Ottima performance dei listini mondiali, costi di finanziamento ai minimi e fiducia da tech e crescita

Nel 2025 gli azionisti di tutto il mondo hanno vissuto un altro anno eccezionale sui mercati finanziari. Le principali borse di America, Europa, India e Giappone si apprestano a chiudere l’esercizio ai massimi storici o vicino a livelli record, consolidando una tendenza che, in alcuni casi, durerà tre anni consecutivi di rendimenti a doppia cifra. Questo fenomeno non è un mero caso isolato, ma il risultato di una combinazione di fattori strutturali e psicologici che stanno rimodellando l’universo degli investimenti globali.

AI e profitti: la spinta strutturale dei mercati

Una parte significativa di questo rally riflette un crescente ottimismo degli investitori sulle potenzialità di profitto generate dall’Intelligenza Artificiale (AI). Le imprese che utilizzano o sviluppano tecnologie AI hanno attratto capitali ingenti, con aspettative di crescita degli utili che superano i livelli pre-pandemia. Secondo gli analisti finanziari, questa fiducia non si limita a un singolo settore, ma influenza interi indici di mercato, grazie alla percezione che l’AI possa aumentare produttività, ridurre costi e generare nuove linee di business.

Questa visione si riflette nei dati di mercato: i settori più esposti all’AI, come tecnologia e software, hanno sovraperformato i benchmark tradizionali. Se negli anni passati gli investitori premiavano titoli value o settori ciclici, oggi una quota crescente di portafoglio è destinata ad aziende con forte componente tecnologica e potenziale di disruption.

Animal spirits e fiducia generalizzata

Se l’AI funge da motore razionale del rally, una parte altrettanto importante della performance dipende da quello che gli economisti chiamano “animal spirits” ovvero la fiducia diffusa e la propensione al rischio che spinge gli investitori a comprare asset rischiosi sulla base di aspettative positive piuttosto che su dati storici consolidati.

Negli ultimi mesi questa fiducia si è manifestata anche in aree tradizionalmente più conservative. Mercati emergenti asiatici: le società nei mercati emergenti dell’Asia non hanno mai dovuto pagare premi così bassi per indebitarsi sul mercato obbligazionario pubblico. Ciò significa che gli investitori internazionali chiedono compensi sempre più contenuti per detenere debito corporate locale, segno di fiducia nell’economia reale e nella stabilità finanziaria di quei paesi. Corporate Americane di qualità investment-grade: analogamente, anche le imprese statunitensi con rating di alto livello stanno beneficiando di costi di finanziamento ai minimi storici; non si vedevano livelli così bassi dalla metà degli anni ’90, un’epoca caratterizzata da crescita economica sostenuta e politica monetaria accomodante.

Questi dati suggeriscono che non è soltanto il settore tecnologico a essere sotto i riflettori, ma un più ampio movimento di mercato che premia rischio e crescita, disegnando un profilo di mercato caratterizzato da liquidità abbondante, aspettative ottimistiche sugli utili e pochi incentivi alla prudenza.

Investitori e rischio di mercato

Una performance globale così robusta porta benefici evidenti agli azionisti, soprattutto in termini di rendimenti complessivi di portafoglio. Tuttavia, l’insieme di AI come fattore di crescita e animal spirits come motore psicologico solleva anche alcune questioni di rischio.
Valutazioni elevate: con mercati a livelli record, i principali indici mostrano multipli di prezzo-utili (P/E) più alti della media storica, il che può aumentare la vulnerabilità a eventuali correzioni se gli utili non crescono al ritmo atteso.
Dipendenza dalla liquidità: gran parte del rally è sostenuto da condizioni di finanziamento favorevoli e bassi costi del debito; un inasprimento monetario imprevisto o shock esterni (geopolitici, sanitari o economici) potrebbero invertire rapidamente le aspettative.
Concentrazione settoriale: il peso crescente delle big tech e delle aziende più legate all’AI può creare squilibri nel mercato, dove segmenti meno tecnologici vengono dimenticati o penalizzati. Questo aumenta la correlazione fra asset rischiosi, riducendo i benefici di diversificazione nei portafogli.

La visione degli analisti internazionali

Secondo commentatori finanziari globali, come quelli del Financial Times, la combinazione di aspettative di utili trainate dall’AI e il persistere di animal spirits suggerisce un mercato in cui le logiche di rendimento sono strettamente intrecciate alla psicologia degli investitori. In questo contesto, i risultati del 2025 non sono solo numeri da celebrare, ma anche segnali da interpretare con attenzione, perché riflettono un equilibrio delicato tra fiducia razionale e comportamento irrazionale di mercato.

Conclusione: un anno da record, ma con occhi aperti

Il 2025 si chiude con i mercati azionari globali in festa e costi di indebitamento sorprendentemente bassi, un mix che premia gli azionisti e riflette un sentiment di crescita positivo. Tuttavia, la stessa dinamica che alimenta i rendimenti cioè aspettative elevate sulla AI e animal spirits vivaci, può diventare un fattore di rischio se le condizioni di mercato dovessero cambiare improvvisamente.

Per gli investitori, questo scenario richiede un bilanciamento tra entusiasmo per le opportunità future e disciplina nella gestione del rischio, con consapevolezza che i mercati, pur premiando performance eccezionali, possono ritrarsi altrettanto velocemente se le prospettive economiche dovessero deteriorarsi.

Previsioni sui mercati finanziari per il 2026: tra fiducia, rischi e nuovi equilibri

Le prospettive degli analisti globali dopo i record del 2025 — crescita, AI, valutazioni e scenari di rischio

Con i mercati azionari globali in chiusura di 2025 ai massimi storici o vicino a livelli record, le proiezioni per il 2026 vengono seguite con attenzione da investitori, gestori e strategist. In sintesi, il consenso degli analisti descrive un quadro costruttivo ma più moderato rispetto al 2025, con elementi di fiducia sostenuti dai progressi dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dalla prospettiva di politiche monetarie accomodanti, ma anche with attenzione ai rischi strutturali, valutazioni elevate e contesto geopolitico complesso. Reuters+2Banor SIM+2

Rialzo atteso per gli indici azionari, spinto da utili e AI positivo

Secondo un sondaggio di Reuters tra banche e grandi broker, gli analisti prevedono che l’indice S&P 500 americano possa salire di quasi il 12% entro fine 2026, raggiungendo un nuovo massimo potenziale di circa 7.490 punti, continuando un ciclo di rialzi che, se confermato, segnerebbe il quarto anno consecutivo di performance positiva. Questo scenario di base è supportato da aspettative di utili in crescita e da un clima favorevole alle azioni legato soprattutto al ruolo trainante delle società tecnologiche.

Per Investing.com le previsioni sugli utili aziendali sono centrali: la crescita degli utili per azione (EPS) dell’S&P 500 è stimata in un +12,5% nel 2026, riflettendo un panorama di solidi risultati aziendali soprattutto nei settori ad alto contenuto tecnologico, dove l’AI continua a essere spina dorsale della crescita dei ricavi.

Crescita globale solida ma diversificata

Le previsioni macroeconomiche per il 2026 sottolineano un contesto di crescita globale “sturdy”, con Goldman Sachs che vede il PIL mondiale intorno al 2,8% per l’anno prossimo, leggermente superiore alla media prospettata da altri istituti. Questo scenario, combinato con possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, potrebbe sostenere consumi e investimenti, favorendo così le condizioni per mercati azionari favorevoli.

In Europa, secondo l’outlook di Banor per il primo semestre 2026, la crescita dovrebbe restare modesta ma positiva, con un PIL intorno all’1%–1,2% nell’area euro, sostenuto da spesa pubblica in difesa e infrastrutture e da progressi nella digitalizzazione, sebbene la competizione internazionale e costi energetici più elevati rappresentino venti contrari.

Temi di investimento e settori chiave

Le previsioni di mercato per il 2026 indicano alcune tendenze strutturali che potrebbero guidare i portafogli degli investitori:
BlackRock segnala Intelligenza Artificiale e tecnologia: l’AI rimane al centro dell’attenzione, con molte case di investimento che suggeriscono di mantenere esposizioni nei settori legati all’innovazione digitale e alle infrastrutture tecnologiche, pur con un approccio selettivo per evitare sovra-valutazioni.
The Economic Times guarda sia ai mercati emergenti, in particolare India grazie alle dinamiche demografiche, crescita economica e aumento della penetrazione tecnologica, sia alle Small e mid-cap che, in uno scenario di tagli dei tassi e maggiore liquidità, in quanto aziende di media e bassa capitalizzazione potrebbero sovraperformare rispetto alle large cap nel 2026, purché selezionate con attenzione. 

Rischi e segnali di cautela

Nonostante le prospettive complessivamente positive, molti “strategist” evidenziano la presenza di rischi che potrebbero interferire con il percorso dei mercati: valutazioni elevate se i tassi reali dovessero risalire più di quanto atteso. Rischi geopolitici e politici: contesti come guerre commerciali, instabilità politica o tensioni geopolitiche continuano a costituire variabili che potrebbero alimentare volatilità, con impatti differenziati nei mercati regionali. Dipendenza dall’AI e concentrazione settoriale: la forte performance dei titoli legati all’AI porta con sé rischi di concentrazione e volatilità nel caso di un rallentamento improvviso negli investimenti o nei profitti del settore tech. 

Scenari alternativi: verso un disordine controllato

We Wealth segnala che secondo analisti come Amundi, il 2026 potrebbe svilupparsi in uno scenario di “disordine controllato”: uno scenario base con crescita resiliente e mercati in espansione, ma anche possibili scenari avversi (circa 30% di probabilità) in cui tensioni geopolitiche o macroeconomiche causerebbero maggiore volatilità e contrazioni dei rendimenti. C’è anche un modesto scenario di “upside” (circa 10%) dove alle tensioni si sommano sviluppi positivi sui dazi e una forte spinta alla produttività guidata dall’AI.

Le previsioni finanziarie per il 2026 delineano un anno che potrebbe proseguire il trend positivo iniziato nel 2024-25, con mercati azionari stabili o in crescita moderata, utili societari in espansione e un ruolo chiave per l’innovazione tecnologica. Tuttavia, la lettura degli analisti invita a non farsi trascinare dall’euforia: valutazioni elevate, rischi geopolitici e possibili correzioni di mercato richiedono strategia di investimento disciplinata e diversificata, con un occhio attento ai fondamentali e ai cambiamenti nel contesto macro.