Man Group: più crescita ma inflazione sotto controllo in Eurozona nel 2026

Kristina Hooper, chief market strategist di Man Group -

Negli ultimi anni la crescita dell’Eurozona è stata modesta, ma le economie periferiche hanno registrato di recente una crescita economica più forte rispetto a quelle del centro Europa. In particolare, il settore manifatturiero tedesco ha subito una battuta d’arresto. Tuttavia, all’inizio di quest’anno, si è verificato un cambiamento epocale: i paesi dell’Unione Europea (UE) hanno concordato di raggiungere entro il 2035 un livello di spesa pari al 5% del PIL per la difesa e gli investimenti correlati (ad esempio le infrastrutture).

La Germania, l’economia più grande e quindi più influente dell’Eurozona, che rappresenta il 4,7% del PIL globale, ha un basso livello di debito rispetto al PIL e capacità di contrarre debiti per aumentare la spesa per la difesa e ha già iniziato a spendere. Questo sarà probabilmente un importante motore di crescita economica nei prossimi anni e dovrebbe avere un forte impatto positivo sul settore manifatturiero del paese. Sono già in corso riforme a favore della crescita e altre sono in programma.

La Francia deve affrontare sfide legate al deficit di bilancio e agli adeguamenti della spesa pubblica, che potrebbero influire sulla fiducia dei consumatori e sulla crescita economica. Ma è improbabile che tutto questo possa attenuare in modo significativo i venti favorevoli che soffiano sull’intera zona euro.

I consumi delle famiglie, che rappresentano circa il 52% del PIL dell’Eurozona, dovrebbero registrare una crescita modesta nel prossimo anno, sostenuti da un tasso di disoccupazione contenuto (6,2%, che è basso rispetto agli standard dell’Eurozona). I bilanci delle famiglie sono in buona salute: il debito in percentuale al reddito disponibile è al livello più basso dal 2004. I salari reali stanno migliorando, grazie al contenimento dell’inflazione.

Gli investimenti rappresentano circa il 22% del PIL dell’Eurozona. Negli ultimi quindici anni il tasso di investimento delle imprese è stato inferiore rispetto a quello registrato prima della crisi finanziaria globale. Tuttavia, quest’ultimo potrebbe migliorare grazie all’impegno dell’UE per ridurre la regolamentazione delle imprese e realizzare altre riforme strutturali.

Inoltre, l’Eurozona dovrebbe iniziare a vedere i benefici della fuga di cervelli dagli Stati Uniti, già iniziata dopo la riduzione dei finanziamenti alla ricerca scientifica da parte di Washington; questo potrebbe stimolare l’innovazione e gli investimenti delle imprese. Va in questa direzione, fra le altre lanciate dai singoli paesi europei, l’iniziativa da 1,25 miliardi di euro della Commissione Europea per attirare scienziati in Europa denominata “Choose Europe for Science”.

La spesa pubblica dell’Eurozona rappresenta circa il 20% del PIL totale. L’impegno dei Paesi dell’Eurozona ad aumentare la spesa per la difesa e le spese correlate al 5% del PIL entro il 2035 comporterà un aumento della spesa pubblica che dovrebbe avere un forte effetto di stimolo all’economia.

Le esportazioni nette contribuiscono negativamente al PIL e il deficit commerciale potrebbe aumentare nel 2026, dati i dazi statunitensi. La BCE dovrebbe mantenere i tassi stabili nel corso del prossimo anno, tuttavia ha la flessibilità necessaria per allentare la politica monetaria se necessario, dato che l’inflazione è ora sotto controllo.

Regno Unito, BOE espansiva dovrebbe aiutare crescita

Finora l’economia britannica ha mostrato una resilienza sorprendente, riuscendo a resistere a molteplici difficoltà. Questa tendenza dovrebbe continuare anche nel prossimo anno. I consumi delle famiglie rappresentano circa il 61% del PIL e quindi la condizione dei consumatori è fondamentale. Su questo fronte, la politica di bilancio dovrebbe essere più positiva del previsto, con aumenti della spesa in settori specifici con effetti moltiplicatori più elevati. Tuttavia, alcune politiche attuate nel 2025 hanno portato a un aumento della disoccupazione, che dovrebbe frenare la spesa dei consumatori.

In termini di investimenti delle imprese, alcune politiche mirate potrebbero sostenere la crescita, come la spesa per le infrastrutture e le misure per l’edilizia residenziale.

Negli ultimi anni il Regno Unito è stato afflitto da problemi di sostenibilità dei conti pubblici, ma il Cancelliere Reeves sembra essere riuscito a trovare il giusto equilibrio. L’ultima manovra ha messo insieme una vasta gamma di aumenti delle imposte, al fine di garantire entrate adeguate per il Regno Unito, ma questi aumenti non sembrano creare un ostacolo significativo alla crescita economica del Regno Unito. Prevediamo un allentamento della politica monetaria da parte della BoE nel 2026, che dovrebbe sostenere la crescita economica.