Il significato del calo degli spread per Italia e Spagna. Il parere del Financial Times
Il cambiamento di percezione dei mercati sui debiti sovrani si riflette nei minimi dal 2009 dei premi richiesti agli investitori
Il Financial Times ha lanciato un segnale importante sullo stato dei mercati finanziari nell’Eurozona: Italia e Spagna hanno visto i premi di rendimento sui loro titoli di Stato decennali rispetto ai Bund tedeschi scendere ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni, un fenomeno che secondo gli analisti indica un mutamento nella percezione del rischio associato ai due Paesi rispetto al resto dell’area euro.
Come tutti sanno, il concetto chiave ruota intorno a quello di “spread” o differenziale di rendimento ovvero la quantità di rendimento aggiuntivo che gli investitori richiedono per acquistare un titolo di stato di un Paese considerato più rischioso rispetto a un altro considerato più sicuro: in Europa si considerava tipicamente la Germania come riferimento. Ora, non è che un Paese vada meglio di prima solo perché il confronto con la Gerrmania sembra migliorare, se poi si scopre che è invece la Germania ad andare peggio di prima.
Per quasi un decennio e mezzo, dopo la crisi del debito sovrano del 2010-2012, paesi come Italia e Spagna erano spesso catalogati come parte della cosiddetta periferia dell’Eurozona ovvero economie con conti pubblici più fragili e maggiori rischi percepiti dai mercati. In quel periodo lo spread si era ampliato drasticamente, riflettendo timori di default o di instabilità finanziaria.
Tuttavia, secondo quanto pubblicato dall’ANSA ieri, il differenziale dei Btp italiani decennali rispetto ai Bund tedeschi si è ristretto attorno a 0,7 punti percentuali, mentre quello dei Bonos spagnoli è sceso sotto i 0,5 punti, livelli che non si vedevano dal periodo precedente alla crisi dell’euro.

Cambiamenti sia strutturali, sia di percezione
Questo fenomeno, spiega il Financial Times, non è casuale ma riflette una serie di cambiamenti strutturali e di percezione:
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Disciplina fiscale e gestione del debito: sia Roma che Madrid hanno mostrato segnali di maggiore rigore nei conti pubblici, con riduzioni dei deficit e politiche orientate al contenimento della spesa e alla crescita delle entrate. Nel caso italiano, ciò include anche progressi nel contrasto all’evasione fiscale, che ha rafforzato la fiducia degli investitori.
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Crescita economica: la Spagna, in particolare, ha beneficiato di una traiettoria di crescita più robusta rispetto a molti altri paesi europei, sostenuta da fattori demografici, turismo, costi energetici relativamente bassi e fondi comunitari.
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Rischi altrove nell’Eurozona: paradossalmente, la stessa riduzione degli spread per Italia e Spagna è stata favorita anche dal deterioramento della percezione del rischio in paesi tradizionalmente considerati più “sicuri”, come la Francia o in misura diversa la Germania, a causa di crescenti deficit e instabilità politica.
Il termine “periferia”, spesso utilizzato nei mercati finanziari e nel dibattito politico per descrivere paesi con debito più rischioso, non scompare automaticamente con la discesa degli spread, ma la dinamica osservata segnala un ripensamento: gli investitori sembrano valutare il rischio dei titoli italiani e spagnoli in modo più allineato con quello dei loro omologhi europei considerati più stabili.
I costi di indebitamento globali sono ancora alti
Resta però un punto di cautela. Nonostante la riduzione dei differenziali, i livelli assoluti di rendimento dei titoli rimangono relativamente elevati rispetto all’era dei tassi negativi post-pandemia, il che riflette costi di indebitamento globali ancora più alti e aspettative di politica monetaria. Inoltre, come ribadisce il Financial Times, i fondamentali economici interni come tassi di crescita e debito pubblico in rapporto al Pil seguono profili differenti tra Italia, Spagna e altri partner europei, con implicazioni per la sostenibilità a lungo termine del debito. Tuttavia, questa non è una “cancellazione” dei rischi storici, bensì un riconoscimento che la percezione degli stessi è cambiata in modo significativo.

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