INVESCO: ottimismo sotto l’albero – il contesto di mercato resta favorevole
Il contesto di mercato rimane positivo, nonostante le molte incertezze di carattere sia macro che micro, non sembrano svilupparsi elementi di rottura in grado di danneggiare nel breve periodo la tendenza rialzista. Ovviamente ci sono segnali di cautela, ma il regime di mercato è al momento guidato da condizioni finanziarie supportive, dati macroeconomici che tendono a battere le attese degli economisti e che sostengono le aspettative di crescita, una ledareship azionaria che si espande e condizioni tecniche che confermano l’interesse degli investitori per attività pro-cicliche.
Una resilienza che si è confermata settimana scorsa anche in corrispondenza di un evento importante per le dinamiche sottostanti i mercati azionari, come il cosidetto “quadruple witching”, cioè la scadenza contemporanea di quattro tipi diversi di derivati nello stesso venerdi.
La politica europea porta segnali importanti di cooperazione sulla scena globale, con l’emissione di eurobond. Ancora una volta le decisioni arrivano in momenti di crisi, ma l’accordo raggiunto al Consiglio Europeo rimane un passaggio storico molto importante che riposiziona l’economia europea al centro della dinamica geopolitica.
Il prestito di 90 miliardi di euro consente all’Ucraina di proseguire nella propria difesa indipendentemente dagli aiuti americani. Il prestito è garantito da debito comune ma con un meccanismo per cui i paesi contrari possono optare di non partecipare, evitando l’impasse del voto ad unanimità. Gli asset russi confiscati in Belgio non vengono direttamente utizzati ma vengono congelati dall’UE come garanzia a future spese di riscostruzione a carico della Russia, la cui posizione rispetto alla negoziazione di una tregua è fortemente impattata.
Oltre alle implicazioni positive nella decisione di emettere eurobond, la probabilità di una tregua in Ucraina aumenta marginalmente, supportando un aggiustamento al rialzo nelle valutazioni dei mercati europei.
Negli Stati Uniti, i riflettori si sono spostati dal risultato della riunione Fed agli interventi pubblici dei vari governatori, che settimana scorsa hanno portato cautela rispetto alla possibilità di vedere più di un taglio ai tassi nel corso del 2026. L’obiettivo di raffreddare le condizioni di mercato è evidente, ma saranno i dati macroeconomici a stabilire se la Fed corra il rischio di rimanere dietro la curva di un eventuale rialzo della disoccupazione o meno.
Molti commentatori continuano a confondere gli effetti monetari della gestione del bilancio Fed e la decisione introdotta settimana scorsa di stabilizzare le riserve monetarie, con operazioni di politica espansiva o QE. Si tratta di politiche rivolte al funzionamento ordinato dei mercati monetari che stabilizzano le condizioni in cui operano i fondi monetari e quindi non generano di per sè pressioni inflattive. L’ultimo dato sull’inflazione americana conferma tra l’altro una tendenza al ribasso.
É comunque evidente come la maggiore liquidità con cui opera il sistema finanziario vada a supportare le quotazioni di asset reali come l’oro che, insieme ad altri metalli preziosi ed industriali, continua a tracciare una decisa traiettoria rialzista.
Il mercato dei tassi porta maggiore inclinazione sulle curve dei rendimenti che è confermata nella decisione della Bank Of Japan di rialzare i tassi di riferimento soprattutto in concomitanza di una nuova poltica fiscale espansiva. I tassi sui JGB a dieci anni hanno superato il livello del 2%, il movimento al rialzo si allinea a livello globale con una dinamica molto delicata di allargamento del cosidetto term-premium, la richiesta cioè degli investitori di un premio più elevato, riportando il tema della sostenibilità fiscale, comune ormai a tutte le principali economie, in primo piano. Le posizioni a lunga duration rimangono quindi vulnerabili in questo contesto.
In Inghilterra la BOE ha tagliato i tassi di 25 punti base e anche in questo caso, anche se con dinamiche differenti, il risultato è stato di un irripidimento della curva dei tassi. Molti settori azionari prociclici ne hanno beneficiato, una maggiore inclinazione della curva dei rendimenti può segnalare un regime positivo di crescita e condizioni finanziarie, del tutto diverso da un movimento guidato da un forte rialzo del debito pubblico e deterioramento nel rischio di credito governativo.

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