Manovra, verso lo stralcio di cinque misure: il governo corregge il tiro

-

La legge di Bilancio entra in una nuova fase di assestamento. Dopo il via libera della Commissione Bilancio del Senato a una serie di emendamenti, il governo si prepara ora a stralciare cinque misure, nel tentativo di ridurre le criticità politiche e giuridiche emerse nelle ultime ore. La decisione dovrebbe essere formalizzata in una riunione della Commissione convocata per oggi, martedì, alle 8.30: di fatto un parziale passo indietro rispetto a quanto approvato nei giorni scorsi.

Tra le misure destinate allo stralcio, la più controversa riguarda il lavoro e i salari. Il testo prevedeva che i datori di lavoro, pur riconosciuti inadempienti da una sentenza, potessero evitare il pagamento degli arretrati qualora avessero applicato i minimi previsti da alcuni contratti collettivi. Una norma che ha sollevato immediate polemiche, sia sul piano politico sia su quello costituzionale, perché rischiava di depotenziare l’efficacia delle decisioni giudiziarie e di indebolire le tutele dei lavoratori.

Secondo Il Sole 24 Ore, si tratta di una disposizione che avrebbe potuto aprire un “conflitto frontale con la giurisprudenza sul giusto salario”, oltre a creare un precedente delicato nel rapporto tra contrattazione collettiva e sentenze dei tribunali. Sulla stessa linea la Repubblica, che parla di una norma “tecnicamente fragile e politicamente esplosiva”, destinata a incrinare il dialogo con i sindacati.

Oltre al capitolo lavoro, nel pacchetto delle misure a rischio rientrerebbero anche interventi minori ma sensibili sotto il profilo delle coperture e della coerenza complessiva della manovra. Il Corriere della Sera sottolinea come lo stralcio sia il segnale di una strategia più ampia: “meglio alleggerire il testo ora, evitando contenziosi e tensioni sociali, piuttosto che esporre la manovra a rilievi successivi”.

Le norme stralciate

In estrema sintesi, le cinque misure destinate allo stralcio dalla Manovra sono:

Salari e arretrati
La norma che consentiva ai datori di lavoro di non pagare gli arretrati salariali anche in presenza di una sentenza sfavorevole, se avevano applicato i minimi di alcuni contratti collettivi.
Interventi su pensioni e Tfr senza coperture certe
Alcune disposizioni su anticipo pensionistico e trattamento di fine rapporto giudicate tecnicamente deboli e prive di coperture adeguate.
Agevolazioni settoriali a rischio distorsione
Misure di sostegno a comparti specifici considerate potenzialmente discriminatorie o non coerenti con il quadro europeo sugli aiuti di Stato.
Norme di spesa con impatto limitato ma complesso da gestire
Interventi di micro-spesa che avrebbero complicato l’attuazione della manovra senza produrre effetti macroeconomici rilevanti.
Disposizioni giuridicamente controverse
Alcune norme ritenute a rischio.

Una correzione tecnica più che politica

Dal fronte della maggioranza filtra l’idea di una correzione tecnica più che politica. L’obiettivo dichiarato è mettere in sicurezza la legge di Bilancio prima dell’approdo finale in Aula, evitando che singole norme diventino un fattore di instabilità. Tuttavia, secondo La Stampa, il passaggio rivela anche “le difficoltà di tenere insieme esigenze di rapidità, equilibri interni e rispetto dei principi costituzionali”, soprattutto su temi come lavoro, previdenza e diritti sociali.

In sintesi, la manovra prosegue il suo iter con un profilo più prudente. Lo stralcio di cinque misure rappresenta un tentativo di raffreddare le tensioni e di riportare il testo su un terreno più solido, ma conferma anche quanto il percorso della legge di Bilancio resti politicamente delicato. Le prossime ore diranno se la revisione sarà sufficiente a ricompattare il quadro o se emergeranno nuove richieste di modifica.