Regolare l’intelligenza artificiale negli Stati Uniti. Il dibattito entra in una fase sempre più tesa
Il dibattito entra in una fase sempre più tesa dopo la firma, da parte del presidente Donald Trump, di un ordine esecutivo che mira a limitare fortemente il potere degli Stati di legiferare in materia di AI. Il provvedimento, recentemente firmato, punta a rafforzare il principio di preemption: in pratica, impedire che ogni Stato adotti regole proprie sull’intelligenza artificiale, creando un mosaico normativo ritenuto penalizzante per le aziende tecnologiche.

L’ordine esecutivo incarica il Dipartimento di Giustizia di istituire una task force legale con il compito di fare causa agli Stati che approvino leggi giudicate “onerose” per l’industria dell’AI, e apre anche alla possibilità di ridurre i fondi federali a chi non si allinea. Secondo la Casa Bianca, una regolazione frammentata metterebbe a rischio la capacità degli Stati Uniti di competere con la Cina nella corsa globale all’intelligenza artificiale. Una linea sostenuta anche dallo “AI and crypto czar” David Sacks, che insiste sulla necessità di garantire certezze agli investimenti e allo sviluppo delle infrastrutture digitali.
Tensioni all’interno del partito repubblicano
Ma la mossa di Trump ha spaccato il Partito Repubblicano. Numerosi governatori e parlamentari conservatori denunciano un attacco diretto al federalismo. Ron DeSantis, governatore della Florida, parla apertamente di “sussidio a Big Tech” e rivendica il diritto degli Stati di governare una trasformazione tecnologica che avrà enormi effetti economici e culturali. Altri hanno definito il blocco delle leggi statali una violazione dei diritti degli Stati, mentre il senatore Josh Hawley sottolinea la necessità di sperimentare modelli regolatori diversi per tutelare libertà individuali e cittadini.
Anche figure vicine a Trump, come la governatrice dell’Arkansas Sarah Huckabee Sanders, hanno preso posizione contro una moratoria federale sull’AI, ricordando che sottrarre agli Stati la possibilità di intervenire va contro lo spirito costituzionale americano. Dello stesso avviso il governatore dello Utah Spencer Cox, che chiede un equilibrio tra competitività globale e protezione di famiglie e minori.
La vicenda mette in luce una frattura profonda tra due visioni del conservatorismo americano: da un lato chi privilegia crescita, investimenti e leadership tecnologica; dall’altro chi teme che l’assenza di regole locali lasci troppo potere alle grandi piattaforme. L’AI, da tema tecnico, si conferma così uno dei nuovi campi di battaglia politici centrali negli Stati Uniti.

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