T. Rowe Price – Cina: ecco come i tagli alla capacità produttiva potrebbero impattare sull’economia

Arif Husain, Head of Global Fixed Income e CIO, T. Rowe Price -

Negli ultimi anni la Cina ha esportato disinflazione derivante dalla crescita della capacità produttiva orientata alle esportazioni per attenuare il proprio rallentamento interno. Ciò ha aiutato le banche centrali di tutto il mondo a evitare un aumento ancora più marcato dell’inflazione.

Il governo cinese ha annunciato una serie di misure di consolidamento della capacità produttiva, denominate strategia “anti-involuzione” per frenare le perdite delle aziende in diversi settori. C’è chi sostiene che la riduzione della capacità di esportazione della Cina potrebbe essere uno dei fattori macroeconomici più importanti a influenzare i mercati nei prossimi anni. Molti fattori macroeconomici influenzano i fattori inflazionistici e disinflazionistici in tutto il mondo. E le forze disinflazionistiche più deboli provenienti dalla Cina non si tradurranno necessariamente in un aumento dell’inflazione altrove.

Nel complesso, tuttavia, i rischi inflazionistici a lungo e breve termine abbondano, il che dovrebbe in ultima analisi contribuire a far aumentare i rendimenti dei titoli di Stato dei mercati sviluppati. Sebbene la politica commerciale si sia dimostrata altamente mutevole, i dazi USA hanno dato il via a guerre commerciali che sono effettivamente inflazionistiche.

Le dinamiche demografiche in molti mercati sviluppati comportano una contrazione della forza lavoro, che dovrebbe anche spingere al rialzo il costo del lavoro. Questi fattori sono più acuti negli Stati Uniti, dove l’immigrazione limitata sta restringendo ancora di più l’offerta di manodopera.

Con l’insediamento del nuovo presidente della Fed a maggio, la banca centrale potrebbe diventare più sensibile alle pressioni politiche volte ad abbassare i tassi, nonostante l’inflazione sia costantemente superiore all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed stessa. In questo contesto, la minore disinflazione delle esportazioni cinesi sembra destinata a sostenere una lunga serie di impulsi inflazionistici, un fattore che il consenso di mercato continua a sottovalutare.