Fmi: crescita moderata ed effetto Cina
In un documento preparato in vista del G20, il Fondo sottolinea la necessità di mantenere una politica monetaria “accomodante”. In Italia crescita superiore al previsto
Le economie emergenti rallentano, quelle avanzate vivono una “debole ripresa”. E così la crescita globale nel primo semestre dell’anno resta moderata e segna un calo rispetto ai sei mesi precedenti. L’analisi è del Fondo monetario internazionale e si legge in un documento preparato in vista del vertice del G20 che si terrà ad Ankara, in Turchia, domani e sabato.
Il testo parla di rischi crescenti, soprattutto per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo, citando tra le cause la crescente volatilità dei mercati finanziari, la flessione dei prezzi delle materie prime, l’indebolimento dei flussi di capitale in entrata e il deprezzamento delle valute dei mercati emergenti.
La frenata della crescita cinese sembra avere effetti più importanti del previsto sui mercati internazionali, dalle materie prime alle azioni, oltre che sul commercio globale. Il nuovo meccanismo per determinare il tasso di cambio dello yuan è peraltro un passo avanti positivo verso un sistema di tassi di cambio fluttuante.
Per quanto riguarda l’Italia, il nostro paese, insieme con Irlanda e Spagna è citato tra quelli che, nell’Eurozona, sono cresciuti più del previsto nel secondo trimestre dell’anno. “La moderata ripresa dell’area euro è previsto prosegua nel 2015 e nel 2016, sostenuta da prezzi del petrolio più bassi e dall’indebolimento dell’euro”, sottolinea il documento, aggiungendo che la crescita dovrebbe accelerare in Germania, Francia, Italia e, soprattutto, in Spagna”. Per la Grecia le prospettive sono ancora difficili.
Negli Stati Uniti invece il Fmi prevede un’accelerazione della crescita nella seconda metà dell’anno.
L’inflazione resta al di sotto degli obiettivi, nei paesi più avanzati, che dovrebbero quindi, secondo il Fmi, mantenere politiche monetarie “accomodanti”.
“Gestire l’elevato debito pubblico in un contesto di bassa crescita e bassa inflazione resta una sfida chiave”, avverte il Fmi. Che invita le economie avanzate, a cominciare dall’Eurozona, a realizzare riforme strutturali che aumentino la produttività, in particolare nel mercato del lavoro.

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