KraneShares: considerazioni sulle relazioni USA-Cina in vista delle elezioni americane
Prima delle elezioni statunitensi di quasi quattro anni fa avevamo previsto che le politiche americane nei confronti della Cina non sarebbero cambiate in modo sostanziale se Joseph Biden avesse sconfitto l’allora presidente in carica Donald Trump. Pensavamo piuttosto che la differenza principale avrebbe riguardato il tono di Biden (e dell’America) che sarebbe stato più calmo e conciliante nelle comunicazioni pubbliche e con la Cina rispetto a quanto visto durante l’amministrazione Trump. Le nostre previsioni si sono rivelate piuttosto accurate. In effetti, le politiche del Presidente Biden nei confronti della Cina sono state molto simili a quelle del primo mandato Trump, compresa l’imposizione di dazi sui beni esportati negli Stati Uniti. In alcuni casi Biden ha messo in atto politiche ancora più protezionistiche di quelle messe in atto durante l’amministrazione Trump. In particolare, il 14 maggio 2024 Biden ha quadruplicato i dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina portandoli al 100%.
Nonostante il continuo protezionismo della Casa Bianca, il flusso di merci tra Stati Uniti e Cina continua ad essere forte. Nel 2023 il totale degli scambi di merci tra Stati Uniti e Cina ha superato i 573 miliardi di dollari, rispetto ai 555 miliardi di dollari di scambi bilaterali del 2019, l’anno precedente alla pandemia globale. Dunque, nonostante i pesanti dazi, il commercio di beni tra Stati Uniti e Cina rimane solido.
Veicoli elettrici
Riteniamo che le misure draconiane volte a impedire ai veicoli elettrici di produzione cinese di entrare nel mercato statunitense possano avere conseguenze indesiderate. La produzione avanzata di veicoli elettrici in Cina consente alle sue aziende di dominare mercati globali come l’Europa e il Medio Oriente. Inoltre, i produttori cinesi modificheranno la loro catena produttiva per poter gestire efficacemente le “norme di origine” che disciplinano le tariffe commerciali.
La retorica degli Stati Uniti nei confronti della Cina
Nei prossimi mesi sarà importante che gli investitori siano in grado di separare la retorica di democratici e repubblicani dalle azioni e dal loro impatto.
Trump si considera un grande negoziatore, il che potrebbe favorire un compromesso tra le due maggiori potenze economiche. In particolare, riteniamo che all’inizio di un secondo mandato Trump cercherebbe un grande accordo con la Cina incentrato sul commercio che includa alcuni impegni da parte della Cina in merito al suo sostegno alla Russia. Trump sarebbe ben lieto di progettare un accordo globale per affrontare lo squilibrio commerciale dell’America e il conflitto in corso in Ucraina.
Indipendentemente dall’esito delle elezioni, gli Stati Uniti dovranno affrontare due questioni fondamentali legate alla Cina:
- la cooperazione della Cina con la Russia e l’impatto di tale cooperazione sulla NATO, soprattutto per quanto riguarda la guerra in Ucraina;
- l’impatto della massiccia capacità produttiva della Cina sui mercati globali, soprattutto per quanto riguarda i pannelli solari, i veicoli elettrici e i semiconduttori di fascia alta.
Se storicamente erano Taiwan, la penisola coreana e il Mar Cinese Meridionale le questioni principali da monitorare nell’area dell’Asia-Pacifico, ora la cooperazione della Cina con la Russia e la sua capacità produttiva sono cresciute di importanza.
Per quanto riguarda i semiconduttori, secondo molti esperti le “barriere” che i legislatori americani ed europei hanno eretto intorno a questo settore potrebbero aver avuto la conseguenza involontaria di stimolare la determinazione della Cina a sviluppare la capacità interna di semiconduttori di fascia alta. È importante notare che le aziende globali sembrano aver aggirato la maggior parte dei controlli sulle esportazioni e che, per ora, queste misure non hanno avuto un impatto sostanziale sulla capacità della Cina di produrre beni per la domanda globale. Prevediamo una crescita costante del settore manifatturiero cinese, indipendentemente dall’esito delle elezioni statunitensi.
La speranza di Pechino e Washington, dopo il vertice Xi-Biden di San Francisco dello scorso novembre, era lo sviluppo di una base stabile nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina. In particolare, Xi e Biden hanno concordato la ripresa delle comunicazioni tra i vertici militari. Tale accordo ha portato alla ripresa del dialogo ai massimi livelli tra il Pentagono e il Ministero della Difesa cinese.
Prospettive aziendali
Nella prossima amministrazione, i leader delle aziende si aspettano un maggiore accesso alla Casa Bianca per contribuire a sviluppare ulteriormente il piano di relazioni. Altrettanto importante è che i leader delle aziende americane sembrano avere una voce forte a Pechino. Non è una coincidenza che a San Francisco Xi Jinping abbia deciso di parlare con loro a una cena organizzata dalla Cina.
Interdipendenza
L’America ha un forte interesse nel successo economico cinese e viceversa. Entrambe le parti continueranno a tenere gli occhi puntati sulle questioni di sicurezza e sulla competizione per affermare il proprio primato, ma Washington e Pechino sanno di avere bisogno l’uno dell’altro.

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