Manovra, il maxi-emendamento passa al Senato: imprese al centro, previdenza più rigida

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Un equilibrio politico ancora fragile

Con il via libera della Commissione Bilancio del Senato, la Manovra entra nella sua fase decisiva accompagnata da un maxi-emendamento del governo che ridisegna alcune delle misure più delicate del testo. Un intervento che, come hanno sottolineato diversi quotidiani italiani, punta a chiudere i conti e a ridurre le tensioni interne alla maggioranza, ma che lascia aperti nodi strutturali soprattutto sul fronte previdenziale.

Più risorse alle imprese, linea confermata

Uno dei pilastri del maxi-emendamento riguarda il sostegno al sistema produttivo. Vengono rafforzate le misure per le imprese, dal credito d’imposta Transizione 5.0 agli incentivi per le Zone economiche speciali (Zes).

Il Sole 24 Ore legge questa scelta come un segnale di continuità con l’impostazione del ministero dell’Economia: poche misure bandiera, ma strumenti mirati a sostenere investimenti, digitalizzazione ed efficientamento energetico, in una fase di rallentamento dell’economia europea. Secondo Milano Finanza, l’attenzione alle imprese è anche una risposta alle pressioni del mondo produttivo, che chiedeva maggiore chiarezza e stabilità dopo settimane di riscritture e incertezze sul testo della Manovra.

Pensioni e previdenza complementare: svolta graduale dal 2026

Il capitolo più controverso resta quello previdenziale. A questo link l’approfondimento pubblicato oggi dal nostro giornale. La Repubblica parla di una Manovra che “raffredda” le ambizioni previdenziali e sposta il peso dell’aggiustamento sulle scelte individuali dei lavoratori, mentre La Stampa sottolinea come il governo abbia scelto una linea di rigore per evitare effetti strutturali sui conti pubblici.

Secondo Il Sole 24 Ore, si tratta di una scelta che guarda al medio-lungo periodo e tenta di rafforzare il secondo pilastro previdenziale senza interventi traumatici. Altri commentatori, come Domani, osservano però che l’automatismo rischia di diventare una soluzione “silenziosa” a un problema strutturale, spostando la responsabilità della sostenibilità del sistema sempre più sui singoli.

Un compromesso più che una riforma

Nel complesso, la lettura prevalente della stampa è che il maxi-emendamento rappresenti un compromesso politico e contabile, più che una riforma organica. Il Corriere della Sera parla di una Manovra “aggiustata in corsa”, che mette in sicurezza i saldi e ricompone temporaneamente le tensioni nella maggioranza, ma rinvia ancora una volta una riflessione strutturale su pensioni e lavoro.

La sensazione, condivisa da molti osservatori, è che il governo abbia scelto di chiudere rapidamente il dossier per evitare nuovi strappi, lasciando però irrisolti alcuni nodi di fondo. Una Manovra che passa, dunque, ma che difficilmente chiude il dibattito.