Modern Slavery Act: la trasparenza sulle filiere è diventata centrale per le imprese che operano nel Regno Unito

Redazione -

Nel Regno Unito la lotta contro il lavoro forzato e la tratta di esseri umani non è più solo una questione etica, ma un obbligo normativo sempre più stringente per le imprese. Con il Modern Slavery Act (MSA), Londra ha introdotto uno dei primi quadri legislativi europei che impongono alle grandi aziende di rendere conto pubblicamente delle azioni intraprese per prevenire forme di schiavitù moderna all’interno delle proprie attività e catene di fornitura.

Il cuore della normativa è rappresentato dai Modern Slavery Act compliance statements, report annuali obbligatori per le imprese con fatturato superiore a 36 milioni di sterline che operano nel mercato britannico. Non si tratta di semplici dichiarazioni di principio: i documenti devono descrivere in modo puntuale come l’azienda identifica, valuta e mitiga i rischi legati a lavoro forzato, sfruttamento e traffico di persone.

Cosa deve contenere un MSA statement

Un report conforme al Modern Slavery Act deve innanzitutto chiarire la posizione dell’organizzazione contro ogni forma di schiavitù moderna. A questo si affianca una descrizione della struttura aziendale e delle filiere, con indicazione delle attività svolte, delle aree geografiche coinvolte e dei settori più esposti al rischio.

Fondamentale è poi la sezione dedicata alle politiche interne, che include codici di condotta, procedure disciplinari e meccanismi di controllo. Le aziende sono chiamate a spiegare come conducono la due diligence sui fornitori, attraverso audit, valutazioni di rischio e sistemi di monitoraggio, e in che modo gestiscono le criticità emerse.

Non meno rilevante è il tema della formazione: il legislatore britannico chiede di rendere esplicite le attività di training rivolte soprattutto ai team di acquisti e supply chain, affinché siano in grado di riconoscere segnali di sfruttamento. Infine, i report devono indicare obiettivi misurabili (KPI) e mostrare progressi concreti anno su anno, per dimostrare che l’impegno non è statico ma in evoluzione.

Obblighi formali e prospettive future

Dal punto di vista procedurale, lo statement deve essere approvato e firmato da una figura apicale come un amministratore o un direttore, e pubblicato sul sito aziendale entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio finanziario. Il governo britannico ha già annunciato l’intenzione di rafforzare ulteriormente il sistema, introducendo contenuti obbligatori standardizzati, un registro pubblico centralizzato e sanzioni economiche per le imprese inadempienti.

Oltre l’adempimento: una leva strategica

Per molte aziende, il Modern Slavery Act rappresenta oggi molto più di un obbligo di compliance. Aggiornare annualmente lo statement, essere trasparenti anche sulle difficoltà e integrare il tema della schiavitù moderna nei processi di procurement e controllo dei fornitori è diventato un fattore di reputazione, competitività e gestione del rischio. In un contesto globale in cui investitori, clienti e autorità chiedono maggiore responsabilità sulle filiere, il MSA segna un passaggio chiave: la sostenibilità sociale non è più opzionale, ma parte integrante del fare impresa nel Regno Unito.