Ipo Poste: prezzo a 6,75 euro, a metà della “forchetta”

-

Le domande, ha detto il ministro Padoan, sono state pari a più di tre volte l’offerta. Il Tesoro incasserà 3,4 miliardi

Il prezzo dell’Ipo di Poste Italiane è stato fissato a 6,75 euro, a metà della “forchetta” di prezzo indicata dal ministero del Tesoro. Lo ha annunciato lo stesso ministro Carlo Padoan in una conferenza stampa.

Il controvalore complessivo dell’Ipo è stato di 3.058 milioni (al lordo delle commissioni, pari a 15 milioni). La cifra esclude l’operazione “greenshoe” a favore del Consorzio di collocamento: se le banche che ne fanno parte la eserciteranno integralmente, al Tesoro andranno quasi 3,4 miliardi (3.364 milioni di euro).

Sulla base del prezzo di 6,75 euro, la capitalizzazione di Poste Italiane è di 8.816 milioni.

La somma ricavata dall’Ipo, ha spiegato Padoan, verrà destinata alla riduzione del debito pubblico, anche se la stretagia più importante per ottenere questo obiettivo “è  la crescita economica”. Il ministro dell’Economia ha confermato che la strategia di privatizzazioni del governo proseguirà nei prossimi mesi con Enav e Ferrovie dello Stato.

Sono pervenute richieste per 1,52 miliardi di azioni da parte di 303.536 richiedenti, di cui 26.234 dipendenti del Gruppo. 

Al pubblico indistinto e ai dipendenti è destinato il 30% dell’offerta, mentre agli investitori istituzionali va il 70%. Nessun investitore istituzionale potrà ave una partecipazione superiore al 2%.

Secondo l’agenzia Radiocor, tra gli investitori più imporanti ci sono i fondi sovrani cinesi China Investiment Corporation e Safe, il Kuwait Investment Office e Norges Bank. Non sono mancati all’appello i grandi gestori internazionali, tra cui gli americani di Blackrock e George Soros.