Assicurazioni e invecchiamento della popolazione. Il welfare integrativo
Assicurazioni e invecchiamento della popolazione
Intervenendo al recente convegno virtuale organizzato da Itinerari Previdenziali, Giovanni Liverani, Presidente ANIA, ha affrontato il tema del come le assicurazioni possano fornire risposta all’invecchiamento della popolazione
La combinazione di un aumento della longevità, da un lato, e di una bassa fecondità, dall’altro, hanno portato a una struttura della popolazione che pone il nostro Paese fra quelli in cui gli effetti dell’invecchiamento sono più tangibili. E questa tendenza è in fase di accelerazione.
Le previsioni demografiche per l’Europa e per l’Italia indicano una diminuzione della popolazione residente, con un invecchiamento progressivo della stessa (nonostante una lieve ripresa del tasso di fecondità). Secondo le proiezioni della Commissione europea, la popolazione dell’UE scenderebbe, tra il 2022 e il 2070, da 448 milioni a 432 milioni. Il tasso di dipendenza degli anziani – ossia il rapporto tra individui oltre i 65 anni e quelli in età lavorativa (15-64 anni) – aumenterebbe dal 36% al 59%. E se andiamo a vedere i dati relativi al nostro Paese, le tendenze sono ancora più accentuate: la popolazione scenderebbe del 10% (da 59 milioni a 53 milioni) e il tasso di dipendenza salirebbe dal 41% al 66%: ci saranno cioè due persone oltre la soglia dei 65 anni per ogni tre persone in età lavorativa.
Una popolazione che invecchia
Una popolazione che invecchia presenta nuovi e maggiori bisogni di protezione contro i rischi e di tutela nelle fragilità legate all’età avanzata. Ma, più che di bisogni, viene sottolineato, in questi casi si può o si deve parlare della necessità di individuare soluzioni di sistema per problemi di gigantesca portata per la società.
Nel 2023 , ultimo anno disponibile , proprio Itinerari Previdenziali ha stimato che la spesa lorda delle famiglie destinata all’integrazione delle prestazioni pubbliche per pensioni, sanità e assistenza (soprattutto alla non autosufficienza) è stata pari a circa 108 miliardi di euro, che si traducono in 83 miliardi e mezzo al netto delle deduzioni e detrazioni previste dalla normativa fiscale vigente, per una spesa netta pro capite pari a 1.391 euro.
La prima voce per il 47,4% della spesa totale lorda, è relativa ai costi sostenuti per la spesa sanitaria, sia direttamente da famiglie e individui (per 44,7 miliardi di euro) sia intermediata da fondi sanitari integrativi, società mutue e casse sanitarie o compagnie di assicurazione (per circa 6,5 miliardi). La “non autosufficienza”, intesa come oneri sostenuti per l’assistenza domiciliare o residenziale, è la seconda voce, per una quota del 31,7% del totale ed è in crescita.
Le soluzioni assicurative
Le soluzioni assicurative hanno una caratteristica peculiare, che le rende un complemento estremamente utile rispetto al welfare pubblico. Come sottolineato di recente dal Governatore della Banca d’Italia, il Governatore Panetta, il welfare pubblico è molto efficace nel ridurre le disuguaglianze economiche e sociali, ma tipicamente funziona bene nell’ipotesi di un’economia che cresce e che genera gettito fiscale. L’assicurazione – e, più in generale, il welfare privato – consente anch’essa, grazie al principio di mutualità, di mitigare le disuguaglianze, ma non richiede necessariamente, per il suo buon funzionamento, un’economia in crescita. Anzi, l’assicurazione, con la sua attività di protezione dai rischi e di gestione degli investimenti derivanti dal risparmio degli assicurati, è in grado di rendere più resiliente il sistema di welfare e più solido lo sviluppo dell’economia.
Attualmente, le assicurazioni in Italia possono svolgere un ruolo chiave nel cosiddetto welfare integrativo ed in particolare in tre ambiti: la previdenza integrativa, la sanità e la gestione della non-autosufficienza. Nella previdenza integrativa hanno già un ruolo non trascurabile. Esso sono infatti responsabili della gestione di una ampia fetta dei fondi pensione complementari, dei piani individuali pensionistici (PIP) di terzo pilastro e dell’erogazione delle rendite pensionistiche complementari. Nel settore della sanità, le imprese assicuratrici operano principalmente attraverso polizze collettive, sottoscritte in prevalenza tramite fondi sanitari, e polizze individuali. I premi del ramo malattia mostrano un trend in crescita e, negli ultimi anni, rappresentano oltre il 70% della spesa sanitaria intermediata3, che rimane però molto contenuta rispetto alla cosiddetta spesa out of pocket dei cittadini. In sostanza sono uno strumento ancora poco utilizzato.
Infine, in un contesto in cui la protezione contro la non autosufficienza è assai poco diffusa, le polizze Long Term Care possono rappresentare una soluzione sostenibile ed efficace. Qui c’è un esempio collaudato: il Fondo Long Term Care è stato istituito circa vent’anni fa per i dipendenti del settore assicurativo con caratteristiche molto interessanti e sottolinea l’importanza di incentivare l’accantonamento di risorse sin dalla giovane età per proteggersi dalla non autosufficienza. Risorse gestite con un solido approccio tecnico-attuariale che generano protezione ed assistenza ma anche supporto all’economia reale, perché nel periodo di accumulo devono necessariamente essere investite nel circuito economico-finanziario del Paese
Mediante prodotti assicurativi più aderenti alle esigenze dei cittadini e mirati sui bisogni della popolazione che invecchia, è possibile ridurre la necessità di accumulare risparmi finanziari liquidi e destinare al tempo stesso maggiori risorse alla protezione. Questo processo può essere accelerato e reso più efficace attraverso un modello di welfare riformato e innovativo che, sfruttando anche la leva fiscale, integri in modo ottimale le risorse pubbliche e quelle private, assegnando un ruolo più definito e specifico alla componente integrativa.

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