Boom delle pratiche edilizie a Milano: +20% di permessi di costruire, ma la situazione si complica con il “caso” Giancarlo Tancredi

Redazione Cordusio -

Il nodo delle compensazioni urbanistiche a Milano sembrava risolto, ma ora…

Gli arresti domiciliari dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi riaprono il problema e rischiano di rinviarne ancora la soluzione.

I PM Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e l’aggiunta Tiziana Siciliano contestano a Giancarlo Tancredi, insieme all’imprenditore Manfredi Catella (Coima) i reati di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Il filone attuale segue quello dello scorso marzo, quando l’ex vicepresidente della Commissione Paesaggio, Giovanni Oggioni, fu arrestato per aver favorito speculazioni edilizie in cambio di compensi e incarichi destinati ai familiari.

Il gip Mattia Fiorentini ha fissato al 23 luglio 2025 gli interrogatori preventivi. In quella sede verrà valutata l’eventuale applicazione di misure cautelari sia per Tancredi e Catella (domiciliari), sia per altri indagati.

Se la richiesta di arresto venisse confermata, si tratterebbe di un evento senza precedenti nella Milano contemporanea: un assessore alla rigenerazione urbana finito coinvolto in un’inchiesta che travolge la governance sull’edilizia della città. Le conseguenze politiche potrebbero essere profonde, con ripercussioni sulla giunta del sindaco Sala e potenziali revisioni nelle strategie di sviluppo urbano.

Il boom nelle pratiche edilizie

Negli ultimi mesi, a Milano si registra un vero e proprio boom nelle pratiche edilizie: secondo quanto dichiarava solo pochi giorni fa al quotidiano “La Repubblica” l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, i permessi di costruire sono aumentati del 20%. Un dato significativo, che segna una netta inversione di tendenza dopo il rallentamento causato dai sequestri giudiziari e dalle indagini che avevano investito alcuni importanti cantieri cittadini.

Scia e permesso di costruire

Il punto critico su cui si era concentrata l’attenzione della Procura riguarda la distinzione tra Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e permesso di costruire, due strumenti giuridici differenti per avviare interventi edilizi. La Scia è una comunicazione che consente al privato di iniziare i lavori quasi immediatamente, sotto la propria responsabilità; il permesso di costruire, invece, è un’autorizzazione formale che richiede una valutazione più approfondita da parte dell’amministrazione. Proprio l’uso improprio della Scia per operazioni che avrebbero richiesto un permesso formale ha sollevato sospetti e determinato l’intervento della magistratura.

Ora, con l’aumento dei permessi di costruire, sembra che il settore stia tornando su binari più regolamentati. Tuttavia, resterebbe aperta una questione fondamentale: le compensazioni urbanistiche.

Ogni nuova costruzione che comporta l’arrivo di un numero consistente di nuovi residenti impone costi indiretti alla collettività. Per questo motivo, le norme urbanistiche prevedono che la proprietà privata – in fase di approvazione del progetto – versi al Comune una somma destinata a finanziare opere pubbliche che compensino l’impatto del nuovo insediamento: parcheggi, aree verdi, scuole, asili, infrastrutture per la mobilità dolce.

Un principio di equità urbana

È un principio di equità urbana: chi guadagna costruendo in una città già densa e complessa come Milano, deve contribuire a mitigare gli effetti dell’aumento demografico e garantire la qualità della vita per tutti, anche per chi già abita nella zona interessata.

Secondo fonti tecniche, uno dei nodi ancora da sciogliere riguarda proprio la determinazione e la riscossione effettiva di queste somme: in alcuni casi, infatti, gli importi vengono negoziati, scontati o spalmati nel tempo, riducendo l’efficacia dello strumento compensativo.

Il rischio, in assenza di controlli e trasparenza, è che i nuovi quartieri crescano senza un adeguato supporto infrastrutturale, aggravando i problemi di traffico, carenza di servizi e congestione sociale. La rigenerazione urbana non può ridursi a una somma di cantieri: deve essere un progetto complessivo che mette al centro la vivibilità dei quartieri e la sostenibilità degli interventi.

Nel frattempo, l’aumento delle pratiche edilizie può essere letto come un segnale positivo per il mercato immobiliare e per l’indotto economico, ma chi amministra la città ha il dovere di assicurare che lo sviluppo sia coerente con le esigenze della comunità. Come ha ricordato lo stesso Tancredi, la vera sfida non è costruire di più, ma costruire meglio – e per tutti.