La promozione dei prodotti agroalimentari europei sostenibili e di qualità. Le priorità del bando 2026
Nel 2026 la Commissione europea metterà a disposizione 205 milioni di euro per sostenere la promozione dei prodotti agroalimentari europei sostenibili e di qualità, rafforzando una delle leve strategiche della politica agricola comune: la valorizzazione del modello produttivo UE dentro e fuori i confini europei.
Un investimento politico oltre che economico
Lo stanziamento rientra nei programmi di promozione dei prodotti agricoli dell’Unione, strumenti pensati per aumentare la competitività del settore, sostenere il reddito degli agricoltori e accompagnare la transizione verso sistemi alimentari più sostenibili. La Commissione punta in modo esplicito su qualità certificata, sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e tracciabilità, elementi che distinguono l’agroalimentare europeo sui mercati internazionali.
Una quota rilevante delle risorse sarà destinata a campagne di promozione nei Paesi extra-UE, dove cresce la domanda di prodotti premium, mentre un’altra parte finanzierà iniziative all’interno del mercato unico, per rafforzare la consapevolezza dei consumatori europei su DOP, IGP, biologico, produzioni a basso impatto ambientale e filiere corte.
Le priorità del bando 2026
Secondo gli orientamenti della Commissione, i programmi 2026 daranno particolare rilievo a:
prodotti biologici e sistemi di produzione sostenibili;
indicazioni geografiche (DOP, IGP, STG);
regimi di qualità europei e standard elevati di benessere animale;
campagne coerenti con gli obiettivi del Green Deal e della strategia Farm to Fork;
promozione di diete sane ed equilibrate, con attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale.
Come accedere ai finanziamenti in Italia
In Italia, l’accesso ai fondi europei per la promozione agroalimentare avviene attraverso le call ufficiali pubblicate dalla Commissione europea, gestite operativamente dall’agenzia esecutiva HaDEA (European Health and Digital Executive Agency).
I soggetti che possono presentare domanda sono le organizzazioni di produttori, consorzi di tutela, cooperative; le associazioni di settore e organismi rappresentativi; in alcuni casi, anche enti pubblici con funzioni di promozione. I progetti possono essere semplici (presentati da uno o più soggetti dello stesso Stato membro); multipli (con partenariati tra organizzazioni di diversi Paesi UE).
Il cofinanziamento europeo può arrivare fino al 70–80% dei costi ammissibili, a seconda del tipo di programma e del mercato di destinazione. Le domande vanno presentate in lingua inglese tramite il Funding & Tenders Portal della Commissione UE, rispettando criteri stringenti su strategia di comunicazione, impatto atteso, misurabilità dei risultati e coerenza con le priorità europee.
In Italia, un ruolo di supporto informativo è svolto dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (MASAF), che fornisce orientamento tecnico e aggiornamenti sui bandi, spesso in collaborazione con ICE e Regioni.
Un’opportunità strategica per le filiere italiane
Per l’Italia, che è il primo Paese europeo per numero di prodotti DOP e IGP, il programma rappresenta una leva cruciale per rafforzare l’export, difendere il valore delle denominazioni contro l’Italian sounding e accompagnare le imprese, soprattutto PMI e consorzi, verso una competitività fondata su qualità e sostenibilità, non solo su prezzo.
In un contesto globale segnato da tensioni commerciali e crescente attenzione dei consumatori all’impatto ambientale e sociale del cibo, i 205 milioni messi in campo dall’UE nel 2026 non sono solo un sostegno economico, ma un segnale politico chiaro: il futuro dell’agroalimentare europeo passa dalla credibilità delle filiere e dalla capacità di raccontarle in modo strutturato sui mercati mondiali.

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