Reuters. Petrolio sostanzialmente stabile, preoccupazioni sulla domanda

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Petrolio sostanzialmente stabile a causa dell’incertezza sul taglio dell’offerta da parte dell’OPEC+, preoccupazioni sulla domanda
di Shadia Nasralla (Reuters)

I prezzi del petrolio sono rimasti stabili venerdì, poiché il mercato ha soppesato messaggi contrastanti sull’offerta da Russia e Arabia Saudita in vista della prossima riunione politica dell’OPEC+, un dollaro USA più forte e timori di una crescita della domanda inferiore alle attese.

Il greggio Brent è salito di 40 centesimi a 76,66 dollari al barile alle 0959 GMT, mentre il West Texas Intermediate degli Stati Uniti è salito di 54 centesimi a 72,37 dollari al barile. Giovedì, i benchmark si sono abbassati di oltre 2 dollari al barile, dopo che il vice primo ministro russo Alexander Novak ha minimizzato la prospettiva di ulteriori tagli alla produzione dell’OPEC+ durante la riunione di Vienna del 4 giugno.

Entrambi i prezzi erano ancora pronti a registrare una seconda settimana di guadagni leggermente inferiori all’1%. Un accordo per aumentare il tetto del debito degli Stati Uniti, che sembra in vista, aumenterebbe probabilmente i prezzi del petrolio.

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato mercoledì che i prezzi dell’energia si stanno avvicinando a livelli “economicamente giustificati”, indicando anche che non potrebbero esserci cambiamenti immediati nella politica di produzione del gruppo.

Le loro osservazioni contrastavano con i commenti di questa settimana del ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, il leader de facto dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), che ha avvertito i venditori allo scoperto di “stare attenti”.

Alcuni investitori lo hanno interpretato come un segnale che l’OPEC+ potrebbe prendere in considerazione ulteriori tagli alla produzione. Anche i timori di una crescita della domanda inferiore alle attese a livello globale hanno pesato sulle prospettive degli investitori in vista di un aumento previsto nella seconda metà dell’anno, soprattutto dalla Cina.

Nel frattempo, le scommesse sul calo dei prezzi del petrolio sono in aumento.

Il dollaro si è rafforzato questo mese contro un paniere di importanti pari, rendendo le materie prime denominate in dollari come il petrolio più costose per coloro che detengono altre valute.