Economia USA: prospettive di crescita difficili, mentre la Fed resta concentrata a contenere l’inflazione

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Le stime del consensus prevedono un’inflazione mensile dell’1,1% (8,8% su base annuale, un nuovo massimo), con un range di previsioni che oscilla tra lo 0,6% e l’1,3%. Data la resistenza dei prezzi della benzina e dei generi alimentari e il fatto che l’inflazione core continua a mantenersi su livelli elevati, è difficile immaginare che le previsioni al ribasso si concretizzino.

Come si comporterà la Fed?

Un elevato Indice dei Prezzi al Consumo (IPC), dopo la sorpresa al rialzo del report sui salari di giugno, aumenterebbe la pressione sulla Fed per un rialzo di 75 pb nella riunione di luglio. Il FOMC ha urgenza di portare la politica monetaria in territorio restrittivo il prima possibile (ossia sopra il 2,5%) per recuperare il ritardo rispetto alla curva e lasciare che l’inflazione raggiunga gli attuali massimi storici con i tassi di interesse ancora vicini allo zero.

La Fed potrebbe aumentare di 100 pb se l’IPC dovesse sorprendere al rialzo?

Avremmo bisogno di un superamento significativo, ad esempio di almeno l’1,5% su base mensile per l’inflazione complessiva e di un’accelerazione dell’inflazione core, cosa che chiaramente non è prevista prima del rapporto. Il consensus e i mercati si aspettano che l’inflazione core rallenti, il che significa che l’inflazione complessiva sarà trainata da cibo ed energia. Altri fattori contro un rialzo di 100 pb sono il calo dei prezzi della benzina di questo mese, che fa pensare a un’inflazione complessiva contenuta per il mese di luglio e le aspettative di inflazione a 3 anni della Fed di New York che sono diminuite all’inizio di questa settimana. Entrambi i fattori suggeriscono che non è necessario accelerare ulteriormente il ritmo della stretta.

Quali sono le prospettive di crescita per l’economia USA?

Di recente lo slancio della crescita dell’economia statunitense è rallentato, riflettendo in parte il colpo inferto ai consumatori e alle imprese dall’elevata inflazione, in particolare dai prezzi dell’energia. Inoltre, con la politica della Federal Reserve sempre più falco, le condizioni finanziarie si sono ancora più inasprite, creando un ulteriore freno all’attività. I settori sensibili ai tassi d’interesse, come quello immobiliare, sono stati i primi a risentirne, con un calo delle vendite di case in risposta all’aumento dei tassi ipotecari.

I dati emersi dalle indagini sul settore manifatturiero, come l’ISM e i PMI, si sono abbassati, indicando un contesto difficile per il settore manifatturiero statunitense, corroborato anche dai dati sulla produzione industriale. Il PMI dei servizi si mantiene ancora saldamente al di sopra di 50, se si attestasse al di sotto di questo livello sarebbe coerente con una contrazione della produzione. Ma ci sono altri segnali che indicano che i consumatori stanno sentendo la pressione dell’inflazione, nonostante la solidità del mercato del lavoro. Ciò è evidente nel rallentamento dei dati sulle vendite al dettaglio da gennaio.

Prevediamo una crescita modesta del PIL nel secondo trimestre del 2022, che potrebbe essere inferiore all’1% trimestre su trimestre (tasso annuale destagionalizzato), soprattutto a causa della difficoltà nella ricostruzione delle scorte e delle forti importazioni, simili a quelle registrate all’inizio dell’anno. Tuttavia, con il tasso di disoccupazione ai minimi storici e i redditi aggregati dell’economia ancora in crescita, ci aspettiamo che la spesa dei consumatori rimanga positiva e continui a guidare l’economia verso una modesta espansione.

Intanto la Federal Reserve rimane concentrata sulla riduzione dell’inflazione da un livello storicamente elevato, il che significa che probabilmente guarderà al recente rallentamento dell’attività per perseguire un inasprimento della politica monetaria. Inoltre, la Fed sta cogliendo il segnale del forte slancio del mercato del lavoro come segno che l’economia può sopportare il recente inasprimento delle condizioni finanziarie. Prevediamo un aumento dei tassi di interesse di 75 pb nella riunione di luglio, un altro rialzo consistente che porterebbe il Federal Funds Rate al 2,5%. Secondo le nostre previsioni, i tassi di interesse saliranno al 4% entro la fine del 2022, quando il rallentamento dell’inflazione e dell’attività consentirà probabilmente alla Fed di sospendere il suo ciclo di inasprimento.