Federalismo fiscale. Trasferimenti fiscali intergovernativi: in tutta l’OCSE sono aumentati
Il federalismo fiscale nei Paesi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) presenta una serie di complessità che derivano dall’interazione tra i diversi livelli di governo (nazionale, regionale e locale) e dalla necessità di equilibrare la distribuzione delle risorse e delle responsabilità fiscali. Nei sistemi federali, le entrate fiscali possono essere suddivise tra i vari livelli di governo. La sfida principale è trovare un equilibrio tra l’autonomia fiscale dei governi subnazionali e la necessità di garantire un livello uniforme di servizi pubblici in tutto il Paese. Alcuni Paesi utilizzano trasferimenti fiscali e meccanismi di perequazione per raggiungere questo equilibrio.
Un’altra complessità riguarda la necessità di garantire l’equità nella distribuzione delle risorse fiscali, evitando al contempo inefficienze economiche. L’autonomia fiscale può portare a disparità regionali, ma una centralizzazione eccessiva può ridurre l’efficienza e la responsabilità dei governi locali. Il coordinamento tra i diversi livelli di governo è essenziale per evitare duplicazioni di compiti e conflitti di competenze. Nei paesi dell’OCSE, vengono spesso utilizzati meccanismi istituzionali come consigli di governo, conferenze intergovernative e comitati tecnici per facilitare la cooperazione.
Trasferimenti fiscali e perequazione
I trasferimenti fiscali, sia verticali (dal governo centrale ai governi locali) sia orizzontali (tra governi locali), sono strumenti cruciali per bilanciare le risorse. Tuttavia, la loro progettazione e implementazione sono complesse e spesso fonte di dibattito politico, poiché devono tenere conto di variabili come il costo dei servizi pubblici e le capacità fiscali locali. Garantire che i governi subnazionali siano responsabili delle loro finanze è fondamentale per promuovere una gestione fiscale prudente. Ad un tempo, la tensione tra autonomia regionale e sovranità nazionale è una caratteristica intrinseca del federalismo fiscale.
La globalizzazione
La globalizzazione pone ulteriori sfide al federalismo fiscale, dato che le attività economiche e le basi imponibili possono spostarsi tra le aree di applicazione. I paesi dell’OCSE devono quindi affrontare il problema della competizione fiscale e della mobilità dei capitali e delle persone.
I trasferimenti fiscali intergovernativi (IFT) svolgono un ruolo cruciale nell’affrontare gli squilibri verticali e orizzontali, nel promuovere un’erogazione equa dei servizi e nell’allineare la spesa locale con le priorità nazionali nei Paesi OCSE. Tuttavia, come dicevamo, la loro progettazione implica la navigazione di complessi compromessi tra equità, efficienza, trasparenza e autonomia. Il rapporto pubblicato da “No. 49, OECD Publishing” esamina il quadro teorico degli IFT, allo scopo di analizzarne obiettivi, incentivi e risultati e di chiarirne la classificazione. Un contributo significativo di questo studio riguarda nuovi dati che tracciano gli IFT in tutta l’OCSE, rivelando che i trasferimenti dai governi centrali a quelli subnazionali sono aumentati in tutti i Paesi studiati durante la pandemia di COVID-19. Qui i dettagli: Dougherty, S., A. Montes Nebreda and T. Mota (2024), “Adapting intergovernmental fiscal transfers for the future: Emerging trends and innovative approaches”, OECD Working Papers on Fiscal Federalism, No. 49, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/6389ca23-en.
Sebbene non ci siano stati cambiamenti radicali negli IFT negli ultimi anni, tendenze emergenti come le sovvenzioni basate sulla performance, i trasferimenti fiscali ecologici, i collegamenti con la politica regionale e le nuove tecniche di bilancio suggeriscono potenziali strade per la riforma. Comprendendo le dinamiche e le tendenze attuali, questo studio aspira ad aprire la strada a politiche di trasferimento fiscale più informate, strategiche e vantaggiose negli anni a venire, garantendo che questi trasferimenti continuino a servire efficacemente gli scopi previsti, adattandosi al tempo stesso ai cambiamenti economici e sociali e alle condizioni nei Paesi OCSE.
Le sentenze delle corti costituzionali
Utilizzando un approccio di studio di casi e strumenti di intelligenza artificiale, un’altra ricerca analizza le sentenze delle corti costituzionali e la loro influenza sullo sviluppo del federalismo fiscale. Si tratta di Dougherty, S. and T. Mota (2024), “Navigating conflict and fostering co-operation in fiscal federalism”, OECD Working Papers on Fiscal Federalism, No. 48, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/3d5c8c20-en.
L’analisi è svolta in sette Paesi: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Germania, India e Stati Uniti, con approfondimenti aggiuntivi da Spagna, Paesi Bassi e Unione Europea. I risultati rivelano variazioni significative nella natura e nella frequenza delle controversie e degli interventi giudiziari, evidenziando il ruolo cruciale delle decisioni dei tribunali nel dare forma al federalismo fiscale, in particolare nel settore fiscale. Sebbene i conflitti siano inerenti ai sistemi decentralizzati, la loro natura e frequenza variano in base al contesto costituzionale, politico ed economico specifico di ciascun Paese. Il documento raccomanda strategie per gestire le controversie e promuovere la cooperazione, compresa la definizione chiara di poteri e responsabilità, il rafforzamento del ruolo dei tribunali nel fornire indicazioni fiscali, il rafforzamento delle istituzioni intergovernative e la garanzia dell’adattabilità alle mutevoli condizioni. Lo studio conclude che un approccio proattivo e collaborativo che coinvolga tutti i livelli di governo è fondamentale per affrontare le complessità del federalismo fiscale e promuovere una governance efficace.

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