Contratti assicurativi e rendita vitalizia
L’ Ania ha pubblicato la rilevazione statistica annuale sul ricorso alla rendita vitalizia relativamente agli anni di esercizio 2020-2022 che ha coinvolto tutte le imprese italiane ed extra-UE operanti nel settore vita.
Sono state analizzate distintamente tre tipologie di contratto: quelli di capitale con opzione di conversione in rendita (1° gruppo), quelli di rendita differita (2° gruppo) e i contratti previdenziali – fondi aperti e PIP (3° gruppo).
Quali sono le principali evidenze ? Nel triennio 2020-2022 il numero complessivo dei contratti giunti a scadenza è stato pari a 1,8 milioni, a fronte di un ammontare di capitali pari a 54,8 miliardi di euro (di cui circa l’85% relativo a contratti di capitale sia in termini di numero sia in termini di importo).
Il capitale medio maturato è stato pari a 30.000 euro, di cui 30.696 euro relativamente a contratti di capitale, 40.621 euro relativamente a capitali di copertura di contratti di rendita differita e 21.196 euro relativamente a contratti previdenziali.
In merito ai contratti che hanno dato luogo al pagamento della rendita, l’importo medio complessivo dei capitali maturati è stato pari a 55.943 euro: nel dettaglio, i contratti di capitale hanno registrato un ammontare medio pari a 81.486 euro, superiore di quasi 30.000 euro a quello dei contratti di rendita differita (52.705 euro) e a quello dei contratti previdenziali (53.610 euro).
Analizzando le serie storiche si osserva che l’importo medio dei contratti di capitale risulta essere pari nel 2022 a 81.577 euro, inferiore nel decennio precedente solo al 2016 e al 2021 quando tale importo si attestava sugli 84.000 euro.
Trend simile anche per l’importo medio dei contratti di rendita differita, pari nel 2022 a 54.912 euro, in diminuzione rispetto agli oltre 56.000 euro registrati nel 2021, ma superiore a tutti gli altri anni analizzati. Più marcato invece il calo dell’importo medio dei contratti previdenziali, pari nel 2022 a 48.883 euro, circa 7.000 euro in meno rispetto al triennio precedente ma ancora nettamente superiore agli anni precedenti.
La propensione alla rendita – cioè il rapporto tra le rendite attivate (sia come numero sia come importo) e i contratti in scadenza – registra nel triennio analizzato andamenti diversi per le tre forme di contratto rilevate.
In termini di numero di contratti complessivi, nel triennio 2020-2022 la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata pari allo 0,457% (0,407% registrato nella precedente edizione della statistica per gli esercizi 2019-2021), come conseguenza di un aumento del tasso nel 2022 che si attesta a 0,523% (era 0,490% nel 2021 e 0,382% nel 2020).
In termini di importi complessivi, la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata dello 0,852% (0,772% nella precedente edizione della statistica per gli esercizi 2019-2021), con l’esercizio 2022 che registra un tasso annuo dello 0,952%, in lieve diminuzione rispetto allo 0,960% del 2021 ma in netto aumento rispetto allo 0,689% del 2020.
Nel dettaglio, in merito al numero dei contratti di capitale maturati, pari nel triennio 2020- 2022 a 1,6 milioni, la propensione alla rendita è stata dello 0,054%; nel 2020 si attestava allo 0,040%, per poi salire a 0,059% nel 2021, fino a raggiungere nell’ultimo anno lo 0,069%. In termini di importi, la somma dei capitali maturati nel triennio 2020-2022 è stata pari a 47,6 miliardi di euro, di cui solo lo 0,142% ha dato luogo all’erogazione in rendita; nel 2022 la propensione alla rendita è stata pari a 0,181%, in aumento rispetto allo 0,158% registrato l’anno precedente e ancor più rispetto allo 0,103% del 2020.
Riguardo ai contratti di rendita differita, a fronte di 70 mila polizze maturate, il 5,835% ha visto l’erogazione di una rendita; tale percentuale è determinata da una propensione in progressivo aumento nel triennio analizzato, che registra il suo valore massimo nel 2022 con il 6,685%, dal 5,285% nel 2020. In termini di importi, invece, dei 2,9 miliardi di euro costituenti i capitali di copertura, il 7,571% ha effettivamente dato luogo all’erogazione in rendita, con il valore del 2022 sceso al 7,532%, dall’8,289% del 2021 (il valore più alto del triennio analizzato).
Riguardo ai contratti previdenziali, nel triennio 2020-2022 sono giunte a scadenza 207 mila polizze e di queste l’1,651% ha optato per l’erogazione di una rendita, con una propensione altalenante che ha visto il suo valore più alto nel 2021 con 1,700% e quello più basso l’anno seguente con 1,596%.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa