I fondi pensione nel panorama internazionale

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La dinamica positiva sui mercati finanziari nel 2023 si è riflessa sulle risorse accumulate dalle forme pensionistiche delle principali economie. Le attività dei fondi pensione degli Stati Uniti, che rappresentano circa il 70 per cento delle attività complessive dei fondi pensione dell’area OCSE, sono aumentate nel 2023 del 15 per cento circa. In Europa, secondo i dati pubblicati dall’EIOPA, le attività dei fondi pensione occupazionali sono cresciute di circa il 9 per cento.

Lo ricorda la Covip nella sua Relazione annuale in cui evidenzia come dal punto di vista strutturale, i dati OCSE evidenziano che le dimensioni della previdenza complementare,  espresse in termini di attività rispetto al PIL, sono assai eterogenee fra i diversi paesi.

Il risparmio previdenziale è accumulato nei paesi OCSE prevalentemente tramite lo strumento dei fondi pensione e in alcuni paesi (Australia, Svizzera, Paesi Bassi, Islanda) le attività detenute superano il valore del rispettivo prodotto interno lordo nazionale. Tuttavia, nella maggior parte dei paesi dell’area OCSE, tali attività risultano ancora di dimensione limitata in confronto al rispettivo valore del PIL.

In alcuni paesi sono diffusi anche altri strumenti, come le book reserves in Germania, Austria e Svezia, le polizze assicurative con finalità pensionistiche in Francia, Svezia e Danimarca, e altri strumenti finanziari esplicitamente connotati da finalità previdenziali, in particolare negli Stati Uniti.

Considerando anche tali strumenti, in alcuni paesi le complessive risorse accumulate nel sistema previdenziale assumono livelli in rapporto al PIL ben maggiori: 192,3 per cento in Danimarca, 152,8 in Canada, 137,5 negli Stati Uniti, 97,5 per cento in Svezia. Il ruolo che la previdenza complementare svolge nel complessivo sistema pensionistico dei diversi paesi è quindi molto diversificato. Un fattore di grande rilievo nel determinare tali differenze è costituito dalle caratteristiche del sistema di sicurezza sociale e in particolare dallo spazio occupato in tale sistema dalla previdenza pubblica, sia in termini di livelli di contribuzione sia di prestazioni pensionistiche offerte.

Dove il sistema pensionistico pubblico ha una dimensione maggiore (misurata in termini di aliquote contributive a fini previdenziali), la previdenza complementare ha uno sviluppo inferiore; viceversa, laddove il sistema pensionistico pubblico svolge un ruolo più circoscritto, il sistema privato assume più spesso dimensioni significative. I sistemi dei fondi pensione dell’OCSE risultano assai eterogenei anche rispetto all’allocazione degli investimenti nei portafogli .

La percentuale di attività investite in azioni varia da oltre l’80 per cento in Polonia a percentuali sotto il 10 per cento in alcuni paesi.

Anche la quota di investimenti in titoli obbligazionari mostra un campo di variazione ampio , tra il 10 e l’80 per cento. Molto significative inoltre risultano le differenze tra i diversi paesi del peso e del ruolo degli investimenti classificati nella categoria “altri”, sia in termini di quota sul totale, variabile da pochi punti percentuali fino a oltre la metà dell’attivo, sia in termini di tipologia. Tale categoria di investimenti, infatti, può comprendere attività tradizionali, quali gli immobili detenuti direttamente e le polizze assicurative, ma anche investimenti alternativi e innovativi quali veicoli specializzati in investimenti in imprese non quotate, investimenti diretti in infrastrutture e in risorse naturali, prestiti diretti e altro.

Con riferimento alla ripartizione geografica, i fondi pensione in generale mostrano una preferenza per gli investimenti domestici (cosiddetto home bias), in particolare nei casi in cui i mercati dei capitali domestici sono ben sviluppati, ma anche allo scopo di limitare l’esposizione al rischio di cambio ovvero a causa di vincoli regolamentari