Il panorama dei fondi sanitari
Sono stati resi noti i risultati della Survey sulla sanità integrativa elaborata dal Mefop cui hanno partecipato 21 fondi sanitari su un totale di 48 soci. Tali fondi rappresentano circa più del 40% del totale degli iscritti alla sanità integrativa in rapporto agli ultimi dati pubblicati dall’Anagrafe dei fondi sanitari e relativi all’anno 2019. Quali sono le principali evidenze, consultando lo specifico approfondimento pubblicato sul Blog del Mefop ?
Per quel che riguarda le informazioni generali sull’ente è emerso che il 48,8% dei fondi rispondenti ha natura negoziale. Quasi il 30% dei rispondenti ha dichiarato di essere un fondo interaziendale aperto (dato in netta crescita rispetto al 9,4% registrato nell’edizione precedente della survey), mentre il 22 % si è definito quale fondo aperto all’adesione sia in via individuale che in via collettiva. L’onere contributivo per i lavoratori attivi è per lo più distribuito tra iscritto e datore di lavoro (53,7%) o rimane in capo al solo datore di lavoro (43,9%). Per i pensionati è generalmente riconosciuto in capo al solo soggetto iscritto (76,7%), più raramente – ma comunque con una percentuale rilevante (23,3%) – è condiviso tra iscritto ed ex datore di lavoro. Per quel che riguarda l’estensione soggettiva delle coperture, solo il 7,3% dei fondi limita la copertura al lavoratore attivo. La quasi totalità dei fondi (90%) prevede coperture che includono i familiari a carico dell’iscritto principale. Il 47,5% dei fondi rispondenti include nella copertura i familiari a carico, i familiari non a carico e pensionati.
Con riferimento alle tipologie di prestazioni tutti i fondi sanitari analizzati prevedono coperture odontoiatriche, l’86% dei fondi le prevede in tutti i piani a prescindere dalle motivazioni legate all’attivazione, il 7% dei fondi prevede la copertura ma non in tutti i piani sanitari offerti o la prevede solo se collegata ad un infortunio. Già da diversi anni i sempre più bassi tassi di natalità e la più alta aspettativa di vita stanno trasformando la forma della piramide dell’età; la conseguenza più importante sarà la marcata transizione verso una struttura demografica molto più anziana, uno sviluppo che è già evidente in diversi Stati membri dell’Ue e ancor di più nel nostro paese. Il 76% dei fondi offre delle coperture legate alla prevenzione, nella maggior parte dei casi tali prestazioni sono inserite all’interno del piano sanitario (base oppure integrativo), una modesta percentuale dei soggetti intervistati ha invece previsto iniziative periodiche di volta in volta dedicate a particolari temi/prestazioni; sia nel primo che nel secondo caso, quando tali coperture sono previste, prendono a riferimento l’attività di screening prevista dal servizio sanitario nazionale. Il 93% dei fondi dichiara poi di offrire coperture di non autosufficienza, il 79% dei fondi lo fa con un modello gestionale auto assicurato e il 21% con un modello gestionale assicurato, alcuni di questi sono fondi che hanno dichiarato di aver adottato un modello di gestione del rischio misto e che hanno optato per l’esternalizzazione della sola copertura di non autosufficienza. Le prestazioni offerte dai fondi sanitari in tema di non autosufficienza si dividono in due macrocategorie, prestazione di natura monetaria e quindi rendita o rimborso e la erogazione diretta di servizi e attività in generale da parte dei fondi sanitari. In generale sembrerebbe prevalere il supporto monetario alla cura, guardando però ai dati relativi ai fondi che affidano la copertura ad un soggetto assicurativo sembra emergere una tendenza nell’offerta di coperture combinate che prevedono sia una parte di erogazione monetaria sia una parte di assistenza e servizi rientranti nell’ambito della cd “presa in carico” e della telemedicina.

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