Edmond de Rothschild AM: l’esempio della regola di Sahm
Gli investitori mostrano un crescente interesse per la regola di Sahm, che ha sempre dimostrato come la fase iniziale di una recessione inizi quando la media mobile a tre mesi del tasso di disoccupazione statunitense supera di almeno mezzo punto percentuale il minimo da 12 mesi. E secondo i dati più recenti sul lavoro, questo è il caso attuale. Tuttavia, è importante relativizzare questi dati. Non abbiamo osservato una ripresa dei licenziamenti, ma forti variazioni nella popolazione attiva, tra cui una recrudescenza di nuove persone in cerca di lavoro, in particolare a causa dell’immigrazione, e nell’ultimo mese un gran numero di lavoratori impossibilitati a recarsi al lavoro a causa delle avverse condizioni meteorologiche (uragano Beryl). La disoccupazione a lungo termine è rimasta stabile nell’ultimo anno. Sebbene sia vero che c’è stato un rallentamento delle nuove assunzioni, l’aumento della disoccupazione è dovuto principalmente a un maggior numero di offerte di lavoro. Questo fenomeno non può che essere positivo per le aziende statunitensi, che hanno sofferto per la carenza di manodopera e che finalmente vedono ridursi i costi salariali.
Dall’inizio della crisi pandemica, l’economia statunitense è diventata molto più difficile da decifrare. I settori si evolvono secondo cicli diversi e riteniamo che sia importante non reagire a singoli dati. A questo proposito, è interessante osservare i nowcast che aggregano i dati trimestrali. Le metodologie differiscono, ma secondo Bloomberg, la FED di New York o la FED di Atlanta, le statistiche sono compatibili con un tasso di crescita trimestrale dell’1,17%, del 2,11% e del 2,54%, livelli generalmente inferiori a quelli del secondo trimestre, ma che non sono comunque in calo. Ma soprattutto, al di là dei disaccordi sui dati statistici, non sono evidenti i fattori che porterebbero l’economia ad entrare in recessione: il deterioramento dei margini aziendali che porta a ristrutturazioni e crisi finanziarie. Ci troviamo quindi in una fase di rallentamento definita “ciclo tardivo” che, storicamente, implica tagli dei tassi e performance discrete per i mercati azionari. Secondo la nostra lettura del ciclo, riteniamo sia ancora troppo presto per preoccuparsi del rischio economico, soprattutto perché la FED ritiene che l’inflazione si sia indebolita abbastanza da indurre la Banca centrale a rafforzare il ciclo.
Certo, i sondaggi hanno evidenziato una certa tranquillità degli investitori e un’elevata allocazione degli investimenti azionari. Alla luce delle performance registrate da inizio anno, l’indebolimento del contesto economico ha innescato alcune prese di profitto durante i mesi estivi, quando i mercati erano meno liquidi. Queste prese di profitto hanno avuto un impatto così forte da generarne altre. In questo contesto, non abbiamo rivisto le nostre allocazioni, ma ci siamo limitati a prendere profitto sulle obbligazioni sovrane che hanno beneficiato della fuga verso la qualità. Continueremo ad analizzare le dinamiche di questo contesto fluttuante e terremo d’occhio i flussi, poiché la pulizia delle sovraponderazioni passate sarà determinante per consentire ai mercati di ritrovare una base più solida.

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