Il mercato dei depositi strutturati in Europa. La relazione dell’EBA
Il mercato dei depositi strutturati in Europa rappresenta un segmento importante e complesso del settore finanziario. Questi strumenti finanziari sono generalmente offerti da banche e istituzioni finanziarie e combinano un deposito a capitale garantito con un’opzione o un derivato legato a un indice di riferimento, come un indice azionario, una valuta o un tasso d’interesse. Il rendimento di questi prodotti è quindi legato alla performance dell’attività sottostante, offrendo potenzialmente rendimenti più elevati rispetto ai depositi tradizionali, ma con una maggiore complessità e, in alcuni casi, con dei rischi associati alla struttura stessa del prodotto.
Caratteristiche principali dei depositi strutturati
Una delle caratteristiche principali dei depositi strutturati è che, alla scadenza del contratto, il capitale iniziale è garantito, indipendentemente dall’andamento dell’attività sottostante. mentre il rendimento è normalmente legato a un’attività di mercato sottostante, come un indice azionario o un paniere di azioni. Questo significa che, a seconda dell’andamento di questi strumenti, il rendimento può variare. L’orizzonte temporale è generalmente a medio o lungo termine, con una durata tipica che varia da 3 a 5 anni.
Per gli investitori prudenti, la garanzia del capitale rende questi strumenti attrattivi, ma in realtà, grazie alla componente derivata, questi depositi possono offrire rendimenti superiori rispetto ai depositi a tasso fisso tradizionali, soprattutto in periodi di bassa volatilità.
Ci sono alcuni svantaggi: la struttura dei depositi è spesso complessa, e la comprensione piena dei rischi associati richiede una conoscenza approfondita del mercato. Anche se il capitale è garantito, il rendimento non lo è; in alcuni casi, l’investitore potrebbe ottenere solo il capitale iniziale, senza alcun guadagno: inoltre, questi prodotti non sono liquidabili prima della scadenza, o lo sono solo a condizioni molto sfavorevoli.
La situazione del mercato in Europa
Il mercato dei depositi strutturati in Europa è abbastanza sviluppato, ma solo in alcune delle piazze finanziarie principali, con un’ampia offerta da parte di banche e istituti finanziari in Francia, Germania, Italia, e Spagna. La regolamentazione su questi prodotti è severa, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008, con l’obiettivo di proteggere gli investitori e garantire la trasparenza delle informazioni.
Negli ultimi anni, la crescita di questo mercato è stata sostenuta dall’interesse degli investitori per prodotti che combinano la sicurezza del capitale con un potenziale rendimento maggiore. Tuttavia, l’evoluzione delle normative e l’aumento della consapevolezza dei rischi tra gli investitori ha portato a un maggiore scrutinio e a una maggiore enfasi sulla trasparenza e l’informazione al cliente.
Le critiche dell’Autorità bancaria europea (EBA)
Secondo l’EBA, il mercato UE sui depositi strutturati è di dimensioni limitate rispetto alle aspettative, concentrato solo in pochi Stati membri, con una certa disparità di prodotti e rendimenti netti variabili, che non mostrano un particolare coordinamento. Infatti, l’Autorità bancaria europea ha pubblicato pochi giorni fa un rapporto sui depositi strutturati nell’Unione europea (UE), ai sensi del regolamento sui mercati degli strumenti finanziari (MiFIR) per monitorare questo particolare segmento di mercato. Il rapporto rileva che in più della metà dei 27 mercati nazionali nell’UE non esistono depositi strutturati e che il mercato UE rimane molto piccolo a livello aggregato, con solo 16,7 miliardi di € di depositi strutturati venduti tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2023, il periodo di riferimento del rapporto, e il 95% dei quali era concentrato in soli 4 Stati membri dell’UE.
Francia, Germania, Italia, e Spagna
Questi 4 Stati membri dell’UE erano anche le poche giurisdizioni per le quali sono stati segnalati aumenti nel numero di prodotti offerti e nei volumi venduti, sebbene a un livello molto basso. In tutta l’UE, il valore totale dei depositi strutturati venduti in un dato Stato membro varia da 2 milioni a 10 miliardi di euro, mostrando una disparità nella penetrazione del mercato e nell’interesse degli investitori.
Il rapporto misura anche il costo e la performance passata dei depositi strutturati, in risposta a una richiesta della Commissione UE di segnalare queste informazioni. I dati limitati sulle performance disponibili indicano che i rendimenti netti annuali per i depositi strutturati variano in modo significativo, con alcuni depositi strutturati che non offrono alcun rendimento, mentre altri mostrano rendimenti positivi, in un caso fino al 24%.
Il rapporto conferma anche un’osservazione che l’EBA aveva fatto in precedenza quando aveva svolto un esercizio simile i cui risultati sono stati pubblicati nel 2019, ovvero che è difficile ottenere dati solidi sui mercati nazionali per i depositi strutturati a causa delle loro caratteristiche specifiche. In particolare, i depositi strutturati, a differenza della maggior parte degli strumenti finanziari, sono accordi non trasferibili tra il fornitore e il depositante, il che li rende meno liquidi. Inoltre, le informazioni su questi prodotti sono meno accessibili al pubblico.
Contesto e base giuridica
Gli articoli 39(2) e 41(1) del MiFIR impongono all’EBA di monitorare il mercato dei depositi strutturati e di vietare o limitare temporaneamente la commercializzazione, la distribuzione o la vendita di depositi strutturati. Inoltre, la Commissione europea ha richiesto che l’EBA pubblichi relazioni ricorrenti sui costi e sulle performance passate dei depositi strutturati. Con questa relazione, l’EBA adempie al suo mandato ai sensi del MiFIR e alla richiesta della Commissione europea.
Simile alla relazione EBA 2019, questa relazione descrive le caratteristiche tipiche dei depositi strutturati, i requisiti di informativa e segnalazione e le fonti dei dati. Valuta i mercati nazionali dei depositi strutturati, comprese le loro dimensioni, i costi e le performance passate e fornisce una panoramica dei rischi per gli investitori nonché delle attività di vigilanza intraprese dalle autorità nazionali competenti. La relazione delinea inoltre le misure che l’EBA potrebbe adottare per migliorare le potenziali iterazioni future di questa valutazione.

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