Fed: 50pb di taglio dei tassi per scongiurare il rischio recessione

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La Federal Reserve vuole raggiungere rapidamente la neutralità dei tassi di interesse, dando sempre più priorità alla potenziale debolezza dei posti di lavoro in un momento in cui si sente più a suo agio con lo scenario dell’inflazione. Prevediamo ulteriori tagli di 150 pb entro la prossima estate, ma i rischi sono orientati verso la necessità che la Fed faccia di più e più rapidamente.

Alla fine, è arrivato il taglio dei tassi di interesse di 50 pb che il mercato aveva auspicato, nonostante l’economia sia stata descritta come in espansione ad un “ritmo solido” nella dichiarazione di accompagnamento della decisione da parte della Federal Reserve.

Le aspettative di una mossa più ampia erano cresciute nel corso dell’ultima settimana, nonostante l’inflazione di fondo si fosse attestata su un relativamente “caldo” 0,3% mensile e il rapporto sui posti di lavoro di agosto avesse delineato un quadro più solido di quanto molti ritenessero probabile.

L’assenza di reazioni ai prezzi di mercato da parte della Fed negli articoli pubblicati dai media ha suggerito che la Fed era incline a procedere con coraggio e alla fine c’è stato un solo dissenso, quello della governatrice Michelle Bowman, che ha votato per un taglio di 25 pb. Il tema del “forte impegno” a sostenere la massima occupazione e a riportare l’inflazione al target continua ad essere presente, ma è chiaro quali siano le priorità: riportare la politica ad un assetto più neutrale per scongiurare il rischio di recessione, visto che l’inflazione è sempre più vicina al 2%.

Negli ambienti degli economisti si è diffusa la sensazione che la maggioranza dei funzionari della Fed sarebbe stata riluttante a intraprendere un’azione così audace in un contesto in cui l’economia cresce a un tasso del 2,5-3%, i titoli azionari sono ai massimi storici, l’inflazione è al di sopra dell’obiettivo e la disoccupazione è bassa, appena il 4,2%. E in assenza di stress del sistema finanziario, a differenza del 2007, tutto suggeriva un più cauto taglio di 25 pb.

Uno dei principali catalizzatori della mossa è stato probabilmente il recente Beige Book della Federal Reserve. Questa indagine aneddotica sullo stato dell’economia ha suggerito che solo tre dei 12 distretti della Federal Reserve Bank hanno segnalato una crescita nelle otto settimane precedenti, contro i sette del precedente rapporto di luglio. Con il 75% delle banche della Fed che hanno segnalato un’attività piatta o in contrazione, corroborata dalla debolezza delle indagini ISM e NFIB sulle imprese, la Fed ha ritenuto di dover spostare rapidamente la politica dal territorio “restrittivo” a quello “neutrale”.

Le nuove previsioni della Fed indicano che l’economia continuerà a crescere al 2% e che il tasso di disoccupazione salirà al 4,4% dal 4,2% entro la fine dell’anno e vi rimarrà per 18 mesi, ma hanno ridotto le stime sull’inflazione. La banca centrale suggerisce ulteriori 50 pb di tagli quest’anno, altri 100 pb nel 2025 e 50 pb nel 2026, portando il tasso di policy al 2,75-3%. Il mercato, tuttavia, ritiene che il taglio sarà più forte e più rapido, con un tasso sui Fed funds del 2,9% prezzato con ben 12 mesi di anticipo rispetto a quando la Fed pensa di farlo. Si noti l’ennesimo incremento del tasso di politica “neutrale” di lungo periodo.

Le nostre previsioni sono sostanzialmente in linea con le indicazioni della Fed: abbassare i tassi al 3,5% o poco sotto entro la prossima estate, sulla base del fatto che un’azione tempestiva da parte della Fed consente all’economia statunitense di evitare la recessione, proprio come è avvenuto a metà degli anni ’90 sotto Alan Greenspan. Questo punto di vista è ancora valido, ma riconosciamo che le prospettive del mercato del lavoro sono più preoccupanti e i rischi sono effettivamente orientati verso la necessità che la Fed faccia di più e più rapidamente. Ricordiamo che il 3% non rappresenta un tasso da territorio di stimolo, quindi se la storia di crescita dovesse indebolirsi in modo più marcato, sappiamo che la Fed scenderà al di sotto di quella soglia.