Generali Asset Management: commento mercati bond

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I tassi di interesse sono scesi ai livelli più bassi dell’anno sia negli Stati Uniti che nella zona euro dalla fine di giugno, sostenuti dalle aspettative di tagli dei tassi da parte delle banche centrali e da un rallentamento macroeconomico, oltre che dal calo dell’inflazione. La Fed ha deciso di tagliare i tassi di 50 punti base il 18 settembre, più di quanto previsto dal consenso, attuando una sorta di “taglio assicurativo” per garantire un atterraggio morbido per l’economia statunitense.

Il Treasury americano dai livelli del 4.5% di fine giugno è arrivato a toccare il 3.6% dopo dati del lavoro più deboli del previsto. Il tasso di disoccupazione al 4.2% potrebbe essere un primo campanello d’allarme che l’economia americana possa rischiare una fase di rallentamento più forte di quello ipotizzato sinora, il cosiddetto soft landing (atterraggio morbido). Il tasso di inflazione sembra invece scendere come previsto, dopo che in agosto si è registrato un livello del 2.5%. Il mercato è in un contesto di incertezza, alimentato anche dai rischi geopolitici e approssimarsi delle elezioni presidenziali USA,. Questo si traduce in una aspettativa superiore ai 4 tagli entro la fine dell’anno, cioè la possibilità che la FED sia pronta a tagliare anche di 50 bps in uno dei prossimi meeting per evitare un rallentamento economico troppo marcato. Oltra far scendere i tassi US decennali, questo contesto ha fatto dis-invertire la curva dei rendimenti: lo spread tra il tasso a 10 anni e quello a 2 anni è tornato positivo dopo più di due anni.

La BCE, come atteso, ha abbassato i tassi ufficiali di 25 bps nel meeting di settembre ma non ha dato indicazioni su cosa aspettarci nelle riunioni successive, ribadendo il loro approccio meeting per meeting e data-dependent. Nelle loro revisioni delle stime di inflazione, hanno confermato la convergenza dell’inflazione al 2% ma solo nella seconda metà del 2025, aspettandosi un livello dei prezzi ancora relativamente alto tra la fine del 2024 e l’inizio del prossimo anno. Anche le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso, in linea con i dati che confermano un rallentamento macroeconomico dell’Eurozona, soprattutto per il manifatturiero tedesco. Il prossimo taglio dovrebbe essere atteso per Dicembre, ma poi la BCE potrebbe accelerare il passo nel prossimo anno, soprattutto se la FED dovesse decidere per dei tagli di 50 bps.

Le obbligazioni a breve e medio termine dovrebbero ora beneficiare

Nell’ultimo trimestre dell’anno, le aspettative indicano tassi di interesse stabili o in diminuzione. Tuttavia, il calo dei rendimenti sarà probabilmente più pronunciato per le scadenze a breve e medio termine, grazie al supporto che questa parte della curva riceverà dai previsti tagli dei tassi. A nostro avviso, una strategia obbligazionaria adeguata dovrebbe concentrarsi sul mantenimento di un’esposizione alla duration appropriata, posizionandosi correttamente lungo la curva dei rendimenti, poiché la curva potrebbe consolidare la sua pendenza positiva nei prossimi mesi dopo un lungo periodo di inversione.

Gli investitori dovrebbero inoltre considerare che, in un contesto di tassi di interesse chiaramente positivi, la tradizionale correlazione negativa tra azioni e obbligazioni — dove le azioni scendono e le obbligazioni salgono — ritorna durante periodi di forte volatilità. Pertanto, una posizione a lunga durata fornisce una copertura naturale per i portafogli durante le fasi di avversione al rischio sul mercato.

Una strategia simile può essere applicata ai portafogli che investono in obbligazioni societarie. Concentrarsi sul posizionamento corretto della duration può mitigare gli effetti negativi dell’ampliamento degli spread creditizi, che tendono a verificarsi durante i periodi di avversione al rischio di mercato. La volatilità del mercato di agosto, ad esempio, ha visto un ampliamento degli spread, ma l’impatto di questi spread più ampi sarà probabilmente attenuato dai tassi più bassi.

La nostra posizione sulle obbligazioni societarie rimane neutrale/positiva. Sebbene gli spread creditizi possano essere soggetti a volatilità, in particolare per le obbligazioni investment grade, questo segmento rimane attraente, soprattutto considerando i tagli dei tassi previsti nei prossimi trimestri. Dato il livello compresso degli spread creditizi durante questo periodo, preferiamo lavorare sul profilo di rischio dei portafogli di credito, riducendo il beta o, in altre parole, riducendo le posizioni più rischiose, piuttosto che ridurre l’esposizione al credito.