La visione di un’Europa protagonista nella produzione tecnologica. Anche Mario Draghi è d’accordo

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Mentre alcuni settori digitali sono probabilmente già ‘persi’ come il cloud computing, l’Europa ha ancora l’opportunità di capitalizzare sulle future ondate di innovazione digitale”, ha affermato Mario Draghi nel Rapporto Il Futuro della Competitività per la Ue “In primo luogo, è importante che le aziende dell’UE mantengano un punto d’appoggio in aree in cui è richiesta la sovranità tecnologica, come la sicurezza e la crittografia (soluzioni come il “cloud sovrano”). Sebbene le ambizioni del GDPR e dell’AI Act siano lodevoli, la loro complessità e il rischio di sovrapposizioni e incongruenze possono minare gli sviluppi nel campo dell’AI da parte dei player dell’industria dell’UE”. 

Non esiste alcuna azienda Ue con una capitalizzazione di mercato superiore a 100 miliardi di euro – ha aggiunto Draghi – che sia stata fondata da zero negli ultimi cinquanta anni, mentre negli Stati Uniti tutte e sei le aziende con una valutazione superiore a mille miliardi di euro sono state create in questo periodo

Un ruolo attivo nella produzione di tecnologia

“L’Europa non può limitarsi a essere un semplice utilizzatore della tecnologia. Deve ambire a un ruolo attivo nella sua produzione” affermava pochi giorni fa al Meeting di Rimini anche il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta.

Questa affermazione riflette una posizione strategica che molti leader europei hanno espresso in merito all’autonomia tecnologica del continente. L’idea è che l’Europa non debba dipendere esclusivamente dalle tecnologie sviluppate da altre aree, come gli Stati Uniti o la Cina, ma debba invece investire e promuovere la propria innovazione tecnologica.

In concreto, ciò potrebbe significare sostenere la ricerca e lo sviluppo, incentivare le startup tecnologiche, e creare un ecosistema che favorisca la produzione di tecnologie all’avanguardia in Europa. Questo approccio contribuirebbe non solo a garantire maggiore sicurezza e indipendenza in settori chiave come il digitale e l’intelligenza artificiale, ma anche a rafforzare la competitività economica e industriale del continente a livello globale.

Questa visione è realizzabile nel contesto attuale?

La visione di un’Europa protagonista nella produzione tecnologica è ambiziosa, ma realizzabile con le giuste strategie e investimenti, nonostante il contesto attuale presenti problematiche significative.

L’UE ha già avviato progetti per promuovere la sovranità tecnologica, come il piano “Digital Compass” che mira a sviluppare infrastrutture digitali europee, o il programma Horizon Europe, che finanzia ricerca e innovazione. Alcuni Paesi europei, come Germania e Francia, hanno settori tecnologici avanzati, soprattutto nel campo della robotica, dell’automazione e delle energie rinnovabili. L’Europa ha anche grandi aziende tecnologiche e università di eccellenza.

Regolamentazione innovativa

L’UE è un leader globale nella regolamentazione del settore tecnologico, come dimostra il GDPR. Questo può dare all’Europa un vantaggio nella creazione di standard globali, in particolare in settori emergenti come l’IA etica. Una maggiore cooperazione tra settori pubblici e privati, università e Paesi membri è essenziale per sviluppare una base tecnologica solida. L’Europa deve attrarre e trattenere talenti nel settore tecnologico, migliorando le condizioni di lavoro e le opportunità di innovazione per ricercatori e imprenditori.

Questa visione è realizzabile, ma richiede una chiara volontà politica, un forte impegno finanziario e una collaborazione a livello europeo. Il successo dipenderà dalla capacità di mobilitare risorse e talenti e di creare un ecosistema favorevole all’innovazione e alla produzione tecnologica.

I valori europei di trasparenza, protezione dei dati e diritti umani

L’Unione Europea ha adottato un ruolo di leadership globale nella regolamentazione della tecnologia, cercando di stabilire standard che riflettano i valori europei di trasparenza, protezione dei dati e diritti umani. Questa regolamentazione innovativa si estende a vari settori, inclusi la privacy, l’intelligenza artificiale, la concorrenza e la responsabilità delle piattaforme digitali.

Il GDPR, introdotto nel 2018, è probabilmente la regolamentazione tecnologica più conosciuta a livello mondiale. Stabilisce regole severe per la raccolta, l’elaborazione e la conservazione dei dati personali dei cittadini europei. Ha influenzato le pratiche globali di gestione dei dati, costringendo le aziende a essere più trasparenti e a garantire un maggiore controllo agli utenti sui propri dati. Il GDPR ha introdotto concetti come il “diritto all’oblio” e il “consenso informato”, ridefinendo come le organizzazioni possono interagire con i dati personali.

Regolamentazione delle piattaforme digitali: Digital Services Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA)

Nel 2022, l’UE ha adottato il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA) per regolare le grandi piattaforme digitali.
Il DSA mira a rendere le piattaforme online più responsabili, richiedendo maggiore trasparenza sugli algoritmi, combattere i contenuti illegali e proteggere meglio i consumatori e i loro diritti fondamentali online. Le grandi piattaforme sono soggette a obblighi più severi in termini di moderazione dei contenuti e controllo.
Il DMA si concentra sulla promozione della concorrenza nei mercati digitali, limitando il potere dei cosiddetti “gatekeeper” (grandi piattaforme che controllano l’accesso a servizi o mercati digitali). Mira a evitare comportamenti anticoncorrenziali e a promuovere l’innovazione.

Intelligenza Artificiale: AI Act

L’UE sta sviluppando una legge pionieristica sulla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale (AI Act), che sarebbe la prima del suo genere al mondo. Il regolamento classifica le applicazioni di IA in base al rischio, imponendo restrizioni o vietando tecnologie ad alto rischio, come il riconoscimento facciale in tempo reale in spazi pubblici.

L’AI Act si basa su un approccio basato sul rischio, imponendo requisiti più severi per le applicazioni di IA che potrebbero influire sulla sicurezza, sui diritti fondamentali o sulla privacy, ma non si limita a stimolare l’innovazione: cerca anche di bilanciare l’uso di tecnologie avanzate e la protezione dei diritti umani con nuovi standard etici e normativi.

Cybersecurity. Direttiva NIS2

La Direttiva NIS2, adottata nel 2022, mira a rafforzare la resilienza cibernetica in Europa: impone requisiti più stringenti in termini di sicurezza informatica per le aziende e le infrastrutture critiche, e stabilisce standard comuni per la protezione contro le minacce informatiche. La NIS2 amplia il campo di applicazione rispetto alla direttiva precedente (NIS1), includendo più settori e migliorando la capacità di risposta e prevenzione degli attacchi informatici.

Green Tech e Digitalizzazione sostenibile

L’UE sta anche promuovendo una digitalizzazione più sostenibile, attraverso iniziative come il Green Deal europeo, che incoraggia lo sviluppo di tecnologie digitali che riducano l’impatto ambientale. L’integrazione di tecnologie come l’IA e l’Internet of Things (IoT) per monitorare e ridurre le emissioni di carbonio, possono migliorare l’efficienza energetica e creare sinergia tra transizione digitale e transizione ecologica.

Etica e responsabilità. Regolamento sulla disinformazione

L’UE ha anche affrontato la questione della disinformazione online, collaborando con le piattaforme per sviluppare codici di condotta per limitare la diffusione di notizie false. La Code of Practice on Disinformation include impegni volontari da parte delle aziende tecnologiche per monitorare e rimuovere i contenuti dannosi, con sanzioni in caso di mancato rispetto.