Tagli dei tassi a breve termine con rischi di recessione negli Stati Uniti bassi a supporto di un sovrappeso in asset rischiosi.
All’inizio di agosto, il deterioramento del sentiment manifatturiero e i dati sull’occupazione più critici del previsto hanno alimentato i timori che la Fed sia rimasta indietro nel fornire supporto a un’economia al limite della recessione. Inoltre, i deludenti dati sul sentiment (ad esempio, gli indici PMI) e ulteriori prove di una economia tedesca in difficoltà hanno sollevato preoccupazioni sulla sostenibilità della ripresa dell’Eurozona. Di conseguenza, il mercato ha subito un crollo e il VIX è salito a 40 nella prima settimana di agosto, anche a causa dell’elevato posizionamento degli investitori. Dalla fase più bassa del mercato del 5 agosto, le azioni hanno guadagnato circa l’8%, superando leggermente i livelli precedenti all’aumento dell’incertezza. Ulteriori dati statunitensi hanno rassicurato riguardo a un atterraggio morbido, limitando i timori di recessione negli Stati Uniti, mentre le banche centrali si sono mostrate decisamente più accomodanti, affermando di essere più fiduciose nel raggiungere la vittoria sull’inflazione. Poiché i rischi per la crescita derivanti dall’inasprimento della politica monetaria sono aumentati e la fiducia nel processo di disinflazione è cresciuta, i mercati hanno aumentato le speranze di rapidi tagli dei tassi in autunno. Ci aspettiamo che la Fed tagli i tassi di 25 punti base tre volte entro la fine dell’anno (anziché i quattro previsti dal mercato). La crescita globale è diventata più incerta, ma riteniamo che la tendenza a un’espansione moderata sia ancora intatta e che i rischi di recessione negli Stati Uniti siano bassi. Questo, insieme all’allentamento delle condizioni monetarie, favorisce un sovrappeso prudente in asset rischiosi.

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