La finanziarizzazione dell’economia in Italia e la supremazia del settore terziario

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La finanziarizzazione dell’economia e la supremazia del settore terziario rispetto a quello industriale in Italia rappresentano fenomeni interconnessi, che hanno segnato profondamente l’evoluzione del sistema economico italiano negli ultimi decenni. La finanziarizzazione si riferisce al crescente peso dei mercati finanziari, delle istituzioni finanziarie e delle logiche finanziarie sull’economia reale. Questo processo ha trasformato il ruolo del capitale, privilegiando i rendimenti finanziari rispetto agli investimenti produttivi. In Italia, come in altri Paesi occidentali, questo fenomeno si è manifestato in vari modi.

Aumento degli investimenti finanziari: le imprese e le famiglie italiane hanno progressivamente spostato risorse verso strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni e fondi, piuttosto che verso investimenti produttivi o consumi. Riduzione del peso dell’industria: il focus sui rendimenti finanziari ha portato a una minore attenzione agli investimenti nel settore manifatturiero, tradizionalmente un pilastro dell’economia italiana. Ristrutturazioni aziendali: molte imprese italiane hanno adottato strategie orientate al breve termine, come tagli dei costi e riduzioni del personale, per soddisfare le aspettative degli investitori.

Supremazia del terziario

Negli ultimi decenni, il settore terziario ha assunto un ruolo dominante nell’economia italiana, superando il settore industriale in termini di contributo al PIL e occupazione. Questa trasformazione è stata influenzata da diversi fattori, dalla deindustrializzazione con un declino della produzione industriale, in parte dovuto alla delocalizzazione in paesi con costi del lavoro più bassi, alla crescita del terziario, che include commercio, turismo, trasporti, finanza e servizi alle imprese, fenomeno cresciuto rapidamente grazie all’urbanizzazione, all’espansione del turismo e all’aumento della domanda di servizi professionali e tecnologici.

Impatti sull’economia italiana

Negli anni, le politiche economiche hanno spesso favorito lo sviluppo del settore terziario, anche a scapito dell’industria, attraverso incentivi e deregulation. La supremazia del terziario e la finanziarizzazione hanno avuto implicazioni significative. Declino della competitività industriale: la riduzione degli investimenti nel settore manifatturiero ha indebolito la competitività internazionale dell’Italia, con conseguente perdita di quote di mercato in settori chiave. Crescita del precariato: il terziario è caratterizzato da una maggiore presenza di lavoro precario e meno tutelato rispetto all’industria, contribuendo a una maggiore instabilità lavorativa. Disuguaglianze economiche: la finanziarizzazione ha accentuato le disuguaglianze, favorendo le classi sociali con accesso al capitale finanziario, mentre il declino industriale ha penalizzato le aree tradizionalmente manifatturiere.

Prospettive future

Per riequilibrare l’economia italiana, è necessario:

  • Promuovere investimenti nell’industria, soprattutto in settori ad alto contenuto tecnologico.
  • Favorire un terziario di qualità, legato all’innovazione e ai servizi avanzati.
  • Contrastare gli effetti negativi della finanziarizzazione, incentivando un uso più produttivo del capitale.

Questa dinamica, se ben gestita, potrebbe garantire una crescita economica più sostenibile e inclusiva per l’Italia.