Prospettive 2025 per le infrastrutture: colmare il gap di valutazione
Le opportunità restano diffuse nel panorama delle infrastrutture, con i fondamentali delle utility tra i migliori che abbiamo mai visto e il mercato che continua a sottovalutare significativamente l’incremento della domanda di elettricità stimolata dall’intelligenza artificiale (IA) e dalla crescita dei dati.
Rendimenti difensivi e diversificati apprezzabili nel 2025
Il mercato concentrato del 2024 e il ritorno delle pressioni inflazionistiche sono un ottimo promemoria di ciò che distingue le infrastrutture dalle altre asset class e dei motivi per cui secondo noi saranno apprezzabili nel 2025. In primo luogo, le infrastrutture offrono una fonte di rendimento differenziata; a differenza dell’azionario generale e dell’immobiliare, il principale motore dei rendimenti a lungo termine per gli investitori in infrastrutture è la crescita delle basi di asset sottostanti. Gli enti di controllo solitamente concedono un rendimento consentito in relazione alla base di asset di queste aziende essenziali, sebbene le modalità varino a seconda dell’area geografica. Se l’autorità garantisce rendimenti stabili consentiti su una base di asset in crescita, ci si potrebbe aspettare che i profitti aumentino a un ritmo simile a quello della crescita degli asset sottostati.
In secondo luogo, le infrastrutture offrono protezione contro l’inflazione. Gli asset delle infrastrutture sono progettati per fornire benefici a lungo termine alle proprie comunità e stakeholder e, di conseguenza, i rendimenti consentiti sono generalmente legati all’inflazione. Questo meccanismo di “trasferimento” dell’inflazione fa sì che i prezzi pagati dagli utenti di questi asset siano regolati periodicamente, garantendo che i rendimenti per gli investitori azionari che finanziano tali asset non vengano erosi nel tempo dagli effetti dell’inflazione. È importante notare che questo meccanismo può impiegare da tre mesi a tre anni per influenzare i redditi riportati, a seconda del tipo e della localizzazione degli asset.
Con i rendimenti iniziali del 2024 per la maggior parte degli investitori dominati dalla spinta legata alle azioni delle Magnifiche Sette¹, o più di recente da quelle cicliche legate alle elezioni presidenziali statunitensi, i rendimenti differenziati delle infrastrutture offrono una potenziale diversificazione dai rischi delle posizioni concentrate. E con le politiche di Trump che potrebbero portare a una seconda ondata di inflazione, il meccanismo di trasferimento dell’inflazione delle infrastrutture sarà probabilmente ancora più interessante nel 2025.
I rendimenti totali cercano ancora di rimettersi al passo con gli utili
Il picco dei tassi d’interesse è un buon segno per le infrastrutture, come abbiamo osservato in passato quando queste hanno superato le performance delle azioni globali dopo l’ultimo aumento dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed), prima dei cicli dei tagli. Con l’avvio dell’allentamento delle politiche monetarie da parte delle banche centrali alla fine del 2023, la portata del mercato ha continuato ad aumentare. In questo contesto, il mercato ha iniziato a riconoscere le solide fondamenta e i temi secolari dell’asset class delle infrastrutture. Questi temi includono la decarbonizzazione, l’incremento del fabbisogno energetico richiesto dall’IA e dalla crescita dei dati, e investimenti significativi nelle reti per sostituire asset obsoleti, migliorare la resilienza e soddisfare le esigenze di riallineamento delle filiere e delle tendenze di onshoring.
Per le utility, riteniamo che la stabilità dei loro utili sarà particolarmente apprezzata in un mercato che sembra destinato a diventare più imprevedibile e volatile. Inoltre, le spinte strutturali che stiamo osservando nell’IA, nella decarbonizzazione e nelle reti suggeriscono che le basi di asset e i redditi delle utility cresceranno a ritmi tra i più rapidi degli ultimi anni.
Gli asset infrastrutturali user-pays sono più legati alla crescita del PIL (prodotto interno lordo), che è previsto rimanga a 3,1% a livello globale nel 2024 per aumentare nel 2025 a 3,2%², secondo il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale). Questo scenario sarebbe dunque positivo per gli asset sensibili all’andamento dell’economia, come le strade a pedaggio, gli aeroporti e i porti. Anche il settore del trasporto merci su rotaia negli Stati Uniti dovrebbe registrare un aumento di slancio, dato che l’economia statunitense continua a distinguersi per la sua crescita rispetto ai suoi omologhi. Tuttavia, rimane il rischio che la reflazione possa frenare marginalmente alcuni servizi guidati dal consumo, come il turismo.
A livello più generale, crediamo che si stia ancora colmando un divario tra i redditi delle infrastrutture e i rendimenti totali, un gap che esiste dal 2022 e che dà luogo a valutazioni interessanti. Nonostante la forte correlazione positiva tra la crescita degli utili delle infrastrutture e i rendimenti totali, l’aumento dei redditi e la solidità dei fondamentali non sono ancora riusciti a compensare completamente la dislocazione delle valutazioni dovuta alla crescita dei rendimenti obbligazionari reali nel 2023. Ci aspettiamo che questo divario venga colmato nel tempo, a mano a mano che il mercato riconoscerà i temi a lungo termine di cui gode il settore infrastrutturale.
Le opportunità rimangono diffuse nel panorama delle infrastrutture, con i fondamentali delle utility tra i migliori che abbiamo mai visto. Siamo convinti che il mercato continui a sottovalutare significativamente l’incremento della domanda di elettricità stimolata dall’IA e dall’aumento dei dati, nonché da eventuali politiche fiscali a sostegno della crescita che potrebbero rinvigorire il settore manifatturiero. Le utility che beneficiano di questi temi e che hanno alte probabilità di sorprese positive sulle previsioni di reddito sembrano ben posizionate.
Nel complesso, crediamo che l’insieme delle opportunità per le infrastrutture globali resti decisamente interessante nel 2025, grazie a una popolazione in espansione e sempre più esigente, nonché a megatrend pluridecennali come la decarbonizzazione, la reindustrializzazione e la digitalizzazione che spingono la crescita.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa