Divergenza a livello di mercato, settore e singolo titolo
La volatilità probabilmente continuerà a salire quest’anno, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. A differenza del suo primo mandato nel 2017, il partito Repubblicano ha la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e al Senato, in aggiunta a una Corte Suprema tendenzialmente conservatrice. Dal momento che il nuovo presidente potrà restare in carica solo per un mandato e non potrà essere rieletto, potrebbe però cercare di apportare cambiamenti più rapidi rispetto al passato. Un comportamento di questo tipo porterebbe allo scontro con la Cina che sta tentando di stimolare un’economia e un mercato finanziario in stallo, a causa della deflazione e del mercato immobiliare, con una serie di interventi a sostegno dell’economia.
La volatilità non dipenderà solamente da questo fattore importante. L’insoddisfazione degli elettori è palpabile nelle economie europee, aggravata dai contrasti sociali generazionali e dal ristagno dell’economia. C’è il rischio di uno shock politico, e dal timore per un cambiamento politico potrebbero emergere eccellenti opportunità di incrementare l’esposizione nei mercati azionari.
Lo scenario macropolitico, unitamente alla fase del ciclo economico in cui ci troviamo, potrebbe portare a una maggiore divergenza rispetto al passato tra titoli, settori e mercati. L’opportunità principale sta dunque nella selezione dei singoli titoli. Le strategie passive lasciano l’investitore esposto a un numero ristretto di mega-cap che prevalgono nei mercati globali e impediscono di sovraperformare un mercato stabile o in calo. La volatilità può favorire l’investitore attivo in un modo che raramente è possibile per le strategie passive.
Le aspettative inflazionistiche sono in costante evoluzione da un po’ di tempo e i rapidi tagli ai tassi, considerati inevitabili a inizio agosto, ora appaiono meno certi. La potenziale riduzione delle imposte negli Stati Uniti e i dazi sulle importazioni, qualora venissero introdotti come annunciato, difficilmente farebbero scendere l’inflazione. In tal caso possiamo aspettarci un forte calo della domanda, e i consumi potrebbero non essere in grado di sostenere un’ondata prolungata di aumenti dei prezzi strutturali.
Il nostro approccio di selezione dei titoli è pragmatico. Ciò ci consente di rivalutare l’esposizione azionaria in caso di cambiamenti significativi delle prospettive sui tassi, qualora necessario, e di rettificare di conseguenza i pesi geografici e settoriali all’interno di un elenco di titoli preferiti sulla base di una ricerca approfondita e un approccio tematico globale.

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